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Twitter sospende l’accesso API a tre app di follow/unfollow per spam

Il fenomeno “follow/unfollow” è molto diffuso sui social media e sicuramente Twitter non è da meno. La piattaforma guidata da Jack Dorsey ha deciso di fare molto sul serio contro lo spam e ha deciso di revocare l’accesso API a tre app: ManageFlitter, Statusbrew e Crowdfire.

Il fenomeno follow/unfollow è forse uno dei più fastidiosi che riguardano alcune piattaforme in particolare, come ad esempio Instagram e Twitter. Ma, mentre Instagram deve ancora muoversi nella direzione di regolare non solo questo fenomeno del “seguimi-ti seguo-non ti seguo più” ma più in generale il fenomeno dei tanti servizi bot che alimentano solo spam, Twitter invece già da qualche mese ha iniziato a fare sul serio nel contrastare spam e anche il fenomeno degli account fake e bot. Ora la piattaforma guidata da Jack Dorsey fa un passo avanti in più.

twitter api app

Come notato da Matt Navarra, e ripreso inizialmente da TechCrunch, Twitter ha deciso di bloccare l’accesso API a tre applicazioni in particolare che permettevano di gestire questo fenomeno del “follow/unfollow”, a pagamento, e stiamo parlando di:

ManageFlitter: applicazione premium da 12 a 49 dollari al mese, che offre la funzionalità di gestire e monitorare il flusso dei propri follower e di seguire quelli più interessanti in base ad argomenti specifici.

Crowdfire, applicazione che in passato ha già avuto altri problemi con Twitter, propone agli utenti una modalità a pagamento che, tra le altre cose, permette di gestire e monitorare la propria base utenti. Il fondatore, Nischal Shetty, ha fatto presente a Twitter di aver avuto l’approvazione della funzionalità alla fine del 2017. L’app ha emanato un breve comunicato dove sostanzialmente dice di aver avuto la sospensione da parte di Twitter senza alcun preavviso. Intanto dall’account ufficiale si invita gli utenti a segnalare a @Twitterdev di risolvere il problema.

Statusbrew, altra applicazione che offre un servizio “follow/unfollow”, forse meno nota ai più. A pagamento, da 25 a 416 dollari mensili, questa app permette anche di controllare la propria base utenti. A differenza degli altri due casi, la società ha pubblicato un post in cui recrimina l’adeguatezza del servizio alle condizioni di Twitter, lamentando, per certi versi, un cattivo utilizzo del servizio da parte degli utenti. Non proprio il massimo.

Le regole di Twitter contro follow/unfollow

Ma perchè Twitter decide di revocare l’accesso API a queste applicazioni?

Semplicemente attenendosi a quelle che sono le condizioni della piattaforma per gli sviluppatori di applicazioni e servizi per la piattaforma, “Developer Agreement and Policy”. In pratica, su Twitter non sono permessi i tweet e i DM automatici, quelli che si usano per il benvenuto dopo aver seguito una persona, sono proibiti dalle regole sui servizi in automazione, Automation Rules. Ancora, non è consentito il rapido “follow/unfollow”, seguire e smettere di seguire in maniera veloce e massiccia non è consentito dalle regole di Twitter, farlo in maniera aggressiva, come spesso avviene purtroppo, viene interpretato da Twitter come una violazione.

Insomma, il principio per Twitter è quello di intervenire alla radice, ossia individuare quelle applicazioni che permettono quel tipo di servizio e stopparlo, perchè, appunto viola le regole. Di fatto, mettendo a disposizione un servizio come questo agli utenti, nella maggior parte dei casi scatta quasi in automatico il “follow/unfollow” compulsivo. Perchè la motivazione di questi utenti non è quella di utilizzare le piattaforme come Twitter per stringere relazioni e condividere informazioni utili per la propria area di interesse, no. Obiettivo diventa solo quello di accrescere il proprio ego alimentando in maniera subdola la propria base utenti.

E’ chiaro che dopo Twitter ci si aspetta che anche Instagram cominci a prendere sul serio questo fenomeno.

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Franz Russo Blogger, Digital Strategist
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
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