Twitter affronta una crisi nel fatturato pubblicitario, con un calo del 59% rispetto all’anno scorso. La piattaforma sta perdendo inserzionisti, preoccupati per l’aumento di discorsi d’odio e contenuti inappropriati. Si attende la svolta con la nuova CEO, Linda Yaccarino.
Da quanto riportato dal NYT, Twitter continua a perdere inserzionisti a causa dell’aumento dei discorsi di odio sulla piattaforma, e tutto questo a causa dell’aumento dei discorsi d’odio sulla piattaforma.
E i numeri sono altamente indicativi di un trend che era, nonostante tutto, abbastanza prevedibile.
Nelle cinque settimane dall’1 aprile alla prima settimana di maggio, il fatturato pubblicitario è stato di 88 milioni di dollari. Numeri che si traducono in un calo del 59% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo, ripetiamo, secondo quanto riportato dal prestigioso quotidiano americano che ha avuto modo di visualizzare una presentazione interna.
La stessa presentazione mostra che Twitter ha regolarmente mancato le sue previsioni settimanali di vendite negli Usa, in alcuni casi si parla -30%. Una situazione, quella che si sta creando, che è davvero improbabile pensare che si possa risolvere nel breve periodo, sulla base di documenti e interviste a dipendenti passati e presenti di Twitter.
Questi dipendenti sostengono che lo staff delle vendite pubblicitarie teme che le aziende possano essere allontanate da un aumento di discorsi di odio e pornografia su Twitter, così come da un aumento di annunci pubblicitari per aziende di gioco d’azzardo online e di altro.
Sempre una presentazione interna rivela che le entrate pubblicitarie americane di Twitter – che rappresentano il 90% delle entrate dell’azienda – per questo mese saranno in calo di almeno il 56% ogni settimana rispetto a giugno 2022.
Lo scorso mese di aprile, in un’intervista rilasciata alla BBC ad aprile, Elon Musk, proprietario di Twitter, aveva affermato che l’azienda era “approssimativamente in pareggio”, e che la maggior parte dei suoi inserzionisti erano tornati. A vedere quanto emerge da questa presentazione, le cose non sembrano essere così rosee che delineate dal proprietario della Tesla.
Questa notizia segue quelle della scorsa settimana che mostrano che il valore di Twitter è ora solo un terzo dei 44 miliardi di dollari che Musk aveva pagato per esso. Ad aprile, Musk aveva valutato Twitter 20 miliardi di dollari, ma aveva anche affermato di vedere la società crescere fino a diventare un’azienda di pagamenti da 250 miliardi di dollari che potrebbe eventualmente diventare “la più grande istituzione finanziaria del mondo“, parte di una super app chiamata X che Musk vuole costruire.
Come abbiamo sempre notato qui sul nostro blog, Twitter ha ottime motivazioni per iniziare a diversificare le fonti di reddito, poiché vuole diventare meno dipendente dalle entrate pubblicitarie. L’azienda ha anche cercato di recuperare le entrate pubblicitarie perse attraverso le vendite di abbonamenti, anche se il suo programma Twitter Blue ha finora attratto solo una piccola parte della sua base di utenti.
Al momento, dopo il caos generato con il passaggio dalla spunta blu legacy a quella attuale che vale per tutti, pagare per un segno di spunta blu su Twitter potrebbe essere, ancora, una modalità necessaria. Pensiamo a chi usa Twitter per lavoro e per aziende che vogliono iniziare a costruire un proprio spazio.
Ma va detto anche che il sistema di verifica a pagamento attuale rischia di allontanare aziende che potrebbero vedere altrove altre opportunità di investimento e visibilità. Proprio perché la gestione attuale non permetterebbe più le condizioni precedenti.
Ora, questo importante calo delle entrate pubblicitarie è uno degli ostacoli che deve, e dovrà, affrontare la nuova CEO di Twitter, Linda Yaccarino, che sta per assumere il suo ruolo ne i prossimi giorni. E vedremo se, come tutti credono, la Yaccarino sarà in grado di invertire la tendenza negativa.