La vicenda del documentario “What is a Woman?”, definito da Twitter come “contenuto che incita all’odio” ha acuito ancora il dibattito. La piattaforma di Musk si trova ancora una volta ad un bivio. La versione attuale è sempre più lontana dalla piattaforma inclusiva originale.
Ci risiamo, il Twitter 2.0 di Elon Musk è sempre più lontano dalla versione originale di Twitter. Piattaforma che nella sua storia si è costruita una reputazione di essere un luogo rispettoso ed inclusivo. Con quello che stiamo per vedere insieme il dibattito sembra essersi ribaltato.
Inizia il mese in cui la comunità LGBTQ+ è libera di manifestare a favore di diritti importanti, come il matrimonio tra persone dello stesso sesso e l’uguaglianza. E Twitter in passato si è sempre schierata su questi temi. Adesso diventa il luogo dove l’offesa, la denigrazione, la negazione di diritti, l’odio è manifestato come fosse libertà di espressione.
Questo è il pensiero che Musk ha tenuto sempre a ribadire.
Il dibattito su cosa sia appropriato o meno da pubblicare su una piattaforma social come Twitter, oggi, è diventato un tema molto delicato. Soprattutto nel mese del Pride.
Ma recentemente, la discussione è diventata ancora più accesa a seguito della controversia su un documentario. E anche rispetto alle accuse di “misgendering” e alle dimissioni di una figura chiave all’interno della società.
Il caso “What is a woman” su Twitter
Il sito conservatore Daily Wire aveva pianificato di trasmettere in streaming sul suo account Twitter il suo controverso documentario “What is a woman?”. In occasione del primo anniversario, in pieno accordo con Elon Musk.
Ma, nonostante tutto, Twitter ha fatto un passo indietro rispetto a quell’accordo. Quel documentario, molto contestato, fa riferimento a “misgendering” e “comportamento che incita all’odio”.
La reazione del CEO di Twitter, e proprietario di SpaceX e Tesla, Elon Musk, è stata netta. Ha definito la decisione di Twitter “un errore commesso da molte persone” e ha ribadito il suo impegno personale a usare i pronomi preferiti di una persona: “semplicemente dal punto di vista della buona educazione”.
Cos’è il Misgendering?
Il “misgendering” si verifica quando una persona viene deliberatamente o erroneamente identificata con un genere che non è quello con cui si identifica.
Questo può essere particolarmente doloroso per le persone transgender e non binarie. E viene spesso visto come un segno di mancanza di rispetto o addirittura di ostilità.
Chi è Matt Walsh?
Matt Walsh è il regista del documentario “What is a woamn?”. È un noto commentatore ultra conservatore, estremista, e un osteggiatore dei movimenti LGBTQ+.
Nel suo documentario, pone domande scomode e spesso polemiche sulla logica dietro il movimento ideologico di genere. Sulla sua bio di Twitter si definisce “teocratico fascista”.
La reazione di Twitter e le dimissioni di Ella Irwin
In seguito alla controversia, Twitter ha deciso di ritirare il suo supporto al documentario. Secondo quanto riportato da Jeremy Boreing, co-CEO di The Daily Wire, Twitter avrebbe limitato la portata del film. Etichettandolo come “comportamento odioso” a causa del “misgendering”.
Questa decisione è arrivata in un momento particolarmente tumultuoso per Twitter. Ella Irwin, capo della fiducia e della sicurezza di Twitter, ha annunciato le sue dimissioni a sorpresa. Uno degli executive più importanti di Elon Musk su Twitter in questa fase.
Un duro colpo per Musk che si trova adesso particolarmente esposto alle critiche di tutti quegli estremisti. Personaggi che lo accusano di limitare la libertà di espressione sulla piattaforma.
Lo stesso Jeremy Boreing, in un thread, si lamenta di potersi esprimere come vuole. “Se non lo possiamo fare su Twitter adesso, dove potremmo farlo?“.
Il ruolo di Ella Irwin su Twitter
Irwin aveva preso il posto di Yoel Roth a novembre, dopo le dimissioni di Roth lo stesso mese. Durante il suo mandato, ha gestito alcuni periodi turbolenti su Twitter, tra cui periodi in cui Twitter è stato messo in discussione non aver fatto abbastanza per frenare lo sfruttamento dei minori.
Inoltre, Irwin è stata coinvolta direttamente nella controversia sul documentario, avendo presumibilmente diretto il bando su Twitter. Né Irwin né Musk hanno twittato sulla sua dimissione su Twitter, e, al momento, non è chiaro chi possa prendere il suo posto.
L’impegno di Twitter per la libertà di espressione e il Pride Month
Questa situazione ha sollevato interrogativi sulla posizione di Twitter in merito alla libertà di espressione, soprattutto considerando l’impegno di Elon Musk in questo senso. COme dicevamo prima, Twitter ha da sempre sostenuto il Pride Month, un mese interamente dedicato alla celebrazione della comunità LGBTQ+, rendendo la questione ancora più delicata.
Il Pride Month è un periodo importante per la comunità LGBTQ+ e Twitter non ha mai fatto eccezione. Ogni anno la piattaforma (che fu) diventava un luogo di celebrazione, condivisione e sostegno per le persone LGBTQ+.
Durante questo periodo, Twitter diventava ancora più attento alla questione del “misgendering”, cercando di garantire che tutti si sentissero rispettati e accolti. Sarà ancora così?
In conclusione, la questione controversa sollevata dal documentario “What is a Woman?” e le dimissioni di Ella Irwin hanno sicuramente aperto una ulteriore crepa all’interno del Twitter 2.0 di Elon Musk.
Nonostante le accuse di “misgendering” e la decisione di Twitter di ritirare il suo supporto al documentario, il sito Daily Wire ha annunciato che avrebbe comunque caricato il film su Twitter.
Questa situazione ha sottolineato l’importanza di un dibattito aperto e rispettoso su questioni come il genere e l’identità, soprattutto su Twitter.
Musk, in risposta a Jeremy Boreing, ha twittao “Che siate d’accordo o meno nell’usare i pronomi preferiti di una persona, non farlo è al massimo scortese e di certo non infrange alcuna legge“.
È fondamentale continuare a discutere di queste questioni in modo rispettoso e accogliente, soprattutto in piattaforme pubbliche come Twitter, dove le voci di tutti dovrebbero essere ascoltate e rispettate.
La libertà di espressione è un diritto fondamentale, ma non dovrebbe mai diventare un pretesto per l’offesa o la discriminazione. Cosa che si sta cercando di fare.