Twitter, targato Elon Musk, ha abbandonato il Codice di condotta UE sulla disinformazione, suscitando preoccupazioni sulla sicurezza della piattaforma. L’ultimo episodio di una serie di mosse controverse di Musk.
L’era di Twitter sotto la guida di Elon Musk, indipendentemente dal punto di vista, è indubbiamente ricca di polemiche. È un dato incontrovertibile.
Sin dall’acquisizione, abbiamo affermato, qui su InTime Blog, che il destino di Twitter fosse intrinsecamente legato a quello del suo nuovo proprietario, Elon Musk. A distanza di sette mesi, possiamo affermare con certezza che questa previsione si è avverata senza ombra di dubbio. Il Twitter che abbiamo conosciuto e utilizzato non esiste più. Ora abbiamo il Twitter 2.0, una versione della piattaforma sempre più distante da quella originale, secondo la visione di Musk.
L’ultima polemica è scaturita da un fatto significativo che evidenzia la natura di questo nuovo Twitter 2.0.
Infatti, Twitter ha deciso di lasciare il “Codice di condotta dell’UE sulla disinformazione“, un patto volontario che riunisce le principali piattaforme di social media. Nonostante questa mossa, “i suoi obblighi restano”, ha twittato sabato il Commissario per l’Industria dell’UE, Thierry Breton.
Il Codice di Condotta, uno sforzo per stabilire standard di autoregolamentazione per le aziende tecnologiche al fine di mitigare la disinformazione, è stato concordato da Twitter, Facebook, Google e altri partner del settore nel 2018 e successivamente rivisto e rafforzato nel 2022.
I firmatari del Codice si impegnano a prendere varie misure per contrastare la diffusione di informazioni false. Queste misure comprendono la demonetizzazione della disinformazione, interventi sulla pubblicità politica, standard di trasparenza e integrità, sforzi per migliorare l’alfabetizzazione mediatica e aiutare gli utenti a identificare la disinformazione, potenziare la comunità di ricerca e cooperare con i fact-checkers.
A febbraio di quest’anno, Twitter è stata l’unica grande piattaforma a non presentare un rapporto completo sulla sua attuazione del Codice, non rispettando così questo requisito fondamentale.
Ad agosto, Twitter sarà soggetta ai requisiti del Digital Services Act (DSA) dell’UE, che trasforma molti degli obblighi del Codice in legge. Poiché Twitter è riconosciuta come una piattaforma online di grandi dimensioni dalla Commissione Europea, sarà soggetta a un attento esame se desidera operare nel mercato europeo.
Twitter leaves EU voluntary Code of Practice against disinformation.
But obligations remain. You can run but you can’t hide.
Beyond voluntary commitments, fighting disinformation will be legal obligation under #DSA as of August 25.
Our teams will be ready for enforcement.
— Thierry Breton (@ThierryBreton) May 26, 2023
Thierry Breton ha twittato una frase che è destinata a diventare iconica in questa vicenda: “Si può scappare, ma non ci si può nascondere”.
Lotta alla disinformazione diventerà un obbligo legale sotto la DSA (legge sui servizi digitali, n.d.r.) a partire dal 25 agosto” ha scritto ancora Breton. “Le nostre squadre saranno pronte per far rispettare la legge” ha avvertito.
La decisione di abbandonare l’impegno a combattere le false informazioni sembra essere l’ultima mossa di Elon Musk per allentare le redini della piattaforma dopo averla acquistata l’anno scorso.
In questi mesi, Musk ha mitigato le precedenti regole anti-disinformazione e ha gettato nel caos il sistema di verifica e le politiche di moderazione dei contenuti, nel tentativo di trasformare Twitter in una piazza digitale dove ciascuno è libero di esprimersi. Ha inoltre licenziato il 75% dei dipendenti, causando una serie di disservizi e malfunzionamenti sulla piattaforma e riducendo in maniera considerevole il team dedicato alla sicurezza della stessa.
Resta da vedere come si evolverà la situazione. Di certo, Elon Musk ha un numero limitato di opzioni a disposizione, e il tempo stringe.