Il Tribunale di Roma accoglie la sospensione dell’ordinanza del 7 aprile scorso con cui richiedeva l’interruzione dei servizi di mobilità Uber a partire dal 17 aprile prossimo. L’app torna ad essere utilizzabile in Italia, ma potrebbe non bastare per il futuro. E’ necessario che il governo adotti misure che permettano a servizi come Uber di operare sul territorio italiano.
Uber è salva, per il momento. Infatti, per il momento perchè l’accoglimento da parte del Tribunale di Roma della richiesta di sospensione, avanzata dalle associazioni di categoria dei tassisti, potrebbe non bastare per il futuro. Lo scorso 7 aprile il giudice del tribunale di Roma, Alfredo Landi, aveva disposto la chiusura definitiva di Uber Black e di tutti gli altri servizi Uber in Italia accogliendo il ricorso di concorrenza sleale avanzato dalle associazioni dei tassisti in base ad una legge del 1992. L’app avrebbe dovuto cessare la sua attività a partire dal prossimo 17 aprile. Oggi la società di San Francisco annuncia che la loro richiesta di sospensione è stata accolta e che quindi Uber torna ad essere nuovamente utilizzabile nel nostro paese.
Siamo molto felici di poter comunicare a tutti i driver e agli utenti di Uber in Italia che potranno continuare ad utilizzare l’applicazione fino alla pronuncia del Tribunale sul nostro reclamo”.
Per capire di cosa si tratta, occorre specificare che in Italia Uber Black, il servizio principale, cioè quello permette il noleggio tramite l’applicazione di una berlina nera con conducente professionista, rientra nella categoria di NCC, Noleggio Con Conducente. Questo servizio NCC è regolato dalla legge n. 21 del 15 gennaio 1992 “Legge quadro per il trasporto di persone mediante autoservizi pubblici non di linea“, che impone quindi di ritornare alla propria rimessa e da lì ripartire a ogni nuova chiamata. Questo il punto del contendere. Senza voler far torto a nessuno, ma di fronte ad uno scenario in continua evoluzione, specie dal punto di vista dei servizi, quindi anche dei trasporti, sembra un po’ anacronistico il continuare a regolare servizi impostati proprio sull’evoluzione in chiave digitale, che travolge tutti gli ambiti della nostra società, con un legge di 25 anni fa. Ovvio che tutti devono essere garantiti, senza però escludere nessuno.
Al momento Uber festeggia, anche se non c’è da star tranquilli, perchè finchè a regolare i servizi è una legge di un quarto di secolo fa, la situazione potrebbe riaprirsi in qualsiasi momento. Ecco perchè è necessario che il governo ponga subito rimedio regolando la materia il più presto possibile.
Staremo a vedere l’evoluzione della vicenda.
Intanto, voi che ne pensate?