Meta è stata multata per 1,2 mld dall’UE, si tratta di una multa senza precedenti. Il provvedimento comporta lo stop al trasferimento dei dati degli utenti da Europa agli USA. In attesa dell’accordo definitivo tra Washington e Bruxelles.
Si tratta di una multa senza precedenti nel suo genere ed è destinata a far discutere perché riguarda Meta, in particolare Facebook, e il tema del trasferimento dei dati degli utenti dall’Europa agli Usa. Tema che prima o poi dovrà essere affrontato in maniera definitiva.
Secondo quanto riportato inizialmente da Bloomberg, Politico e Wall Street Journal, Meta, la società madre di Menlo Park che è a capo di Facebook, Instagram, WhatsApp, Oculus, è stata multata di 1,2 miliardi di euro (1,3 miliardi di dollari) dal Garante europeo della protezione dei Dati.
Il Garante europeo ha ordinato a Meta di interrompere il trasferimento verso gli Stati Uniti dei dati di Facebook riguardanti i cittadini dell’UE. L’ente per la protezione dei dati europeo ritiene che questi trasferimenti di dati espongano i cittadini dell’Unione Europea a violazioni della privacy. Il caso fa riferimento ad una denuncia che risale al 2013 e alle rivelazioni dell’informatore Edward Snowden (ricorderete certamente lo scandalo della NSA) sui programmi di sorveglianza di massa operati dagli Stati Uniti.
La sentenza è stata emessa dalla Commissione irlandese per la protezione dei dati (DPC), specificando che l’attuale quadro giuridico per il trasferimento dei dati verso gli Usa “non affronta i rischi per i diritti e le libertà fondamentali” degli utenti europei di Facebook.
Come dicevamo all’inizio, si tratta della multa più alta mai comminata prima nel suo genere. Infatti, supera il precedente record europeo di 746 milioni di euro inflitto ad Amazon nel 2021 per analoghe violazioni della privacy.
Ora, come tutti sappiamo, la faccenda è molto delicata e vede coinvolti Europa e Usa ormai da anni. Sappiamo anche che il trasferimento dei dati negli Stati Uniti è basilare per tutte le operazioni di targeting pubblicitario messe in atto da Meta, che si basano sull’elaborazione dei dati personali dei propri utenti.
L’anno scorso, Meta dichiarò che avrebbe preso in considerazione la chiusura di Facebook e Instagram nell’UE se non fosse stato possibile inviare dati negli Stati Uniti. Si trattò di una sorta di avvertimento che in Europa venne percepita come una minaccia.
Ora per cercare di comprendere meglio cosa significa questa multa e qual è il tema in ballo, è utile fare qualche passo indietro.
In precedenza, questi trasferimenti di dati erano protetti da un patto transatlantico noto come Privacy Shield. Quadro normativo che è stato dichiarato non valido nel 2020, dopo che la Corte suprema dell’UE ha stabilito che non proteggeva i dati dal rischio di essere utilizzati dai programmi di sorveglianza degli Stati Uniti. La sentenza è stata emessa in risposta a un reclamo dell’avvocato austriaco Max Schrems, la cui battaglia legale contro Facebook risale al 2013 e alle prime rivelazioni di Snowden sulla sorveglianza statunitense.
Ne scrissi su Fanpage, trovate l’articolo qui.
Nonostante la sentenza ordini a Meta di interrompere il trasferimento dei dati, ci sono alcune situazioni che rischiano di creare un contesto a doppia velocità..
Per prima cosa, la sentenza si applica solo ai dati di Facebook, non riguarda le società Meta come Instagram e WhatsApp. E ancora, è previsto un periodo di tolleranza di cinque mesi prima che Meta debba interrompere i trasferimenti futuri, periodo di tolleranza che scade il 22 ottobre. Inoltre, l’Unione Europea e gli Stati Uniti stanno attualmente negoziando un nuovo accordo per il trasferimento dei dati che potrebbe entrare in vigore già quest’estate e arrivare a ottobre.
Dato che la situazione è ancora in divenire, e che un eventuale accordo cambierebbe radicalmente l’intero scenario, al di là della mega multa da oltre 1 miliardo di euro, c’è da dire che comunque la situazione resta ancora sospesa. E l’entità stessa della multa non cambierà molto.