back to top

Threads, potrebbe essere più vicino il lancio in UE

Data:

Threads di Meta potrebbe essere lanciato presto in UE. Tra le implicazioni normative e le strategie, a pagamento, di Meta, potrebbe aprirsi presto uno spiraglio.

Qualche giorno fa Alessandro Paluzzi, non nuovo a questo genere di scoperte, ha condiviso uno screenshot. Nell’immagine si vede, dal backend di Threads, la scritta “Threads EU launch. Questo potrebbe preludere a un rilascio dell’app imminente. Ma potrebbe trattarsi anche solo di una sorta di reminder interno.

Di fatto, esiste la possibilità che Threads venga rilasciata in UE. Lo stesso Mosseri si è augurato nelle scorse settimane che questo possa avvenire in tempi brevi. Ma non è detto che il tutto possa sbloccarsi in tempi relativamente brevi. Già in agosto c’era stata qualche avvisaglia.

Meta, Threads e il contesto normativo UE

Per essere più precisi, Threads in UE non è stata mai rilasciata. Per il semplice fatto che l’app, poggiandosi su Instagram, richiede una serie di dati che potrebbe incorrere in un possibile blocco da parte della Commissione UE. Di fatto, da parte delle istituzioni UE non c’è mai stato alcun intervento diretto sulla questione.

Al lancio, il capo di Instagram, Adam Mosseri, disse che Threads non sarebbe stato disponibile per gli utenti europei a causa dell’implementazione del nuovo Digital Markets Act (DMA) dell’UE.

threads possibile arrivo ue franzrusso

Il DSA stabilisce una serie di nuovi requisiti per le grandi piattaforme tecnologiche. Riguardo termini di segnalazione, controllo dei dati degli utenti, normative sulla privacy, e altro ancora.

Questa è la situazione ad oggi ed è bene specificarla. A scanso di equivoci e per aver ben chiari quelli che sono i fatti.

Tornando a quanto rilevato da Paluzzi nel suo screenshot, è necessario fare qualche considerazione, alla luce anche delle ultime mosse di Meta.

Meta, l’UE e le versioni a pagamento di Facebook e Instagram

Come sapete, la società di Mark Zuckerberg ha lanciato una modalità a pagamento, che riguarda Facebook e Instagram, in modo tale da non visualizzare annunci pubblicitari. Si tratta di una sorta di scappatoia rispetto a quelle che sono le norme vigenti in UE

La versione a pagamento è quindi una reazione alle norme UE, come si diceva prima. Si tratta di norme che regolano la modalità di raccolta e utilizzo dei dati degli utenti nei paesi dell’Unione Europea.

threads possibile arrivo ue paluzzi franzrusso.it

Meta, all’interno del suo comunicato, ha citato la decisione, del luglio scorso, della Corte di giustizia dell’UE. Sentenza che le ha dato torto. La Corte, in quella occasione, affermò che le aziende dovrebbero prendere in considerazione l’offerta di un servizio alternativo per i clienti che non vogliono che i loro dati vengano raccolti e venduti agli inserzionisti.

Cosa dice la sentenza della Corte UE contro Meta

Nella sentenza della Corte del 4 luglio scorso, che ha visto di fronte Meta e il Bundeskartellamt, il garante per la concorrenza tedesco, si legge:

Pertanto, tali utenti devono disporre della libertà di rifiutare individualmente, nell’ambito della procedura contrattuale, di prestare il loro consenso a operazioni particolari di trattamento di dati non necessarie all’esecuzione del contratto, senza essere per questo tenuti a rinunciare integralmente alla fruizione del servizio offerto dall’operatore del social network online, il che implica che a detti utenti venga proposta, se del caso a fronte di un adeguato corrispettivo, un’alternativa equivalente non accompagnata da simili operazioni di trattamento di dati“.

Continueremo a sostenere un Internet supportato dalla pubblicità, anche con la nostra nuova offerta di abbonamento nell’UE, nel SEE e in Svizzera”, ha dichiarato la società nel suo comunicato. “Ma rispettiamo lo spirito e lo scopo di queste normative europee in evoluzione e ci impegniamo a rispettarle”.

Vi starete chiedendo il perché di tutto questo. E una risposta, per certi versi, c’è. Meta è ben consapevole che da questa formula a pagamento ricaverà ben poco, se non nulla. Resta comunque una modalità attraverso la quale gli utenti esprimeranno una opinione chiara.

In poche parole, questo consentirà all’azienda di continuare a tracciare i dati degli utenti, non paganti, che visualizzano la pubblicità. Tecnicamente ora gli utenti hanno un modo per rifiutare l’opzione e continuare a utilizzare le app in maniera gratuita. Come sempre, del resto. Diverso il caso in cui l’utente decide di pagare, i suoi dati non possono essere tracciati.

Meta e il lancio di Threads in UE: un’ipotesi

Si tratta quindi di una condizione che permetterebbe a Meta di poter rilasciare Threads nella UE. Attraverso l’opzione a pagamento per evitare gli annunci pubblicitari, Meta potrebbe provare a lanciare la sua app, da sempre presentata come alternativa a quella che fu Twitter.

La nuova app, specie nelle ultime settimane, ha vissuto un percorso molto complicato. Si è assistito ad un lancio da record – 100 milioni di utenti in soli 5 giorni -, per poi vedere il tutto sgonfiarsi nel giro di poche settimane.

Al momento, il lancio di Thread in UE potrebbe essere per Meta una boccata di ossigeno dal punto di vista degli utenti. Per poi provare, sul serio, a diventare davvero una app per le notizie e le informazioni.

Il momento è propizio. Perché ogni qual volta Musk annuncia una novità su X o esplicita qualche sua considerazione, questo si traduce in un allontanamento degli utenti dalla piattaforma. Threads potrebbe approfittarne.

Sappiamo anche che Zuckerberg crede molto nelle potenzialità di Threads.

Potrebbe essere che quello screenshot non significhi nulla. Ma potrebbe anche essere che Meta si sta preparando al lancio di Threads in UE, a fronte di queste considerazioni. L’aggiornamento è assolutamente dovuto.

avatar dell'autore
Franz Russo Blogger, Digital Strategist
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
La tua iscrizione non può essere convalidata.
La tua iscrizione è avvenuta correttamente.

InTime Blog Newsletter

Abbonati alla newsletter e resta aggiornato su articoli e approfondimenti 

Utilizziamo Brevo come piattaforma di marketing. Inviando questo modulo, accetti che i dati personali da te forniti vengano trasferiti a Brevo per il trattamento in conformità all'Informativa sulla privacy di Brevo.

Scrivimi

Se ti piace quello che scrivo e se vuoi conoscermi meglio, clicca il bottone qui di fianco.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Ultimi articoli

InTime Podcast

spot_img

Articoli correlati
Related

L’Australia e il divieto di usare i social media sotto i 16 anni

L’Australia vieta i social media ai minori di 16 anni, primo paese al mondo a farlo. La normativa approvata dal Senato ha sollevato dibattiti e critiche.

Amazon rafforza la collaborazione con Anthropic per il futuro dell’IA Generativa

Amazon investe altri 4 miliardi di dollari, portando ad 8 l'investimento complessivo, in Anthropic. Si rafforza la competizione nell’IA generativa con AWS e modelli avanzati per rivoluzionare il mercato.

Lo spot Coca-Cola e la IA, quando la magia non convince

Lo spot natalizio della Coca-Cola, realizzato con IA, divide il pubblico. Le critiche riguardano la "freddezza", imperfezioni varie e mancanza di emozione

Social media, da luoghi di interazione a strumenti di potere

Elon Musk c'è riuscito: ha trasformato X in uno strumento di potere politico. Quelli che prima erano strumenti di interazione, oggi sono strumenti di potere.