La Commissione UE indaga su X (ex Twitter) per potenziali violazioni del Digital Services Act, esaminando la diffusione di contenuti illegali e disinformazione.
La settimana che riguarda il mondo dei social media, ancora coinvolto dall’approdo di Threads in UE, si apre proprio all’insegna dell’UE. Nello specifico, si apre all’insegna della commissione UE che apre la sua prima indagine formale sulla base del DSA – Digital Services Acts.
E l’apertura dell’indagine formale vede coinvolta la piattaforma di Elon Musk, X (conosciuta prima come Twitter). Come scritto nel comunicato, la commissione ha avviato “procedimenti formali per valutare se X possa aver violato il Digital Services Act (DSA) in aree collegate alla gestione del rischio, moderazione dei contenuti, schemi occulti, trasparenza pubblicitaria e accesso ai dati per i ricercatori“.
L’apertura del procedimento formale contro X
L’apertura del procedimento formale segue l’indagine preliminare dalla quale, tra l’altro, emerge la grande preoccupazione. E cioè che X abbia contribuito alla “diffusione di contenuti illegali nel contesto degli attacchi terroristici di Hamas contro Israele”.
La commissione fa sapere che esaminerà tentativi di X nel contrastare la diffusione di contenuti illegali sulla sua piattaforma. Ed esaminerà gli sforzi della stessa piattaforma atti a fermare la “manipolazione delle informazioni” tramite il suo sistema di “Note della Comunità” e altre politiche.
Inoltre, la commissione passerà ad esaminare altre questioni che comprendono “design ingannevole” relativi ai cosiddetti “segni di spunta Blu“; la trasparenza pubblicitaria e l’accesso ai dati per i ricercatori.
We have opened formal proceedings to assess whether X may have breached the #DSA in areas linked to:
🔹 risk management
🔹 content moderation
🔹 dark patterns
🔹 advertising transparency
🔹 data access for researchersMore information on next steps: https://t.co/VHJjIsVftY pic.twitter.com/oygKah5GIq
— European Commission (@EU_Commission) December 18, 2023
.@X may not have done enough to (e.g.) counter the spread of #illegal content & #misinformation.
👉 Today we open formal infringement proceedings against @X.
👉 If breaches are confirmed, there will be sanctions.
We take any breach of our rules very seriously. #DSA 💪 https://t.co/4KJT82UD66
— Margrethe Vestager (@vestager) December 18, 2023
Today we open formal infringement proceedings against @X :
⚠️ Suspected breach of obligations to counter #IllegalContent and #Disinformation
⚠️ Suspected breach of #Transparency obligations
⚠️ Suspected #DeceptiveDesign of user interface#DSA pic.twitter.com/NxKIif603k
— Thierry Breton (@ThierryBreton) December 18, 2023
Il DSA e la posizione di X
Il DSA ha previsto la definizione dei VLOPS, i cosiddetti “Very Large Online Platforms”. E tra questi soggetti figura anche la piattaforma di Elon Musk. Oltre a X, la lista include altre 16 piattaforme e due motori di ricerca. Tra cui Facebook e Instagram di Meta, TikTok, Snapchat, LinkedIn, Amazon, Google Search e l’App Store di Apple.
L’annuncio dell’indagine formale arriva poco più di due mesi dopo che Breton ha sollevato preoccupazioni iniziali sulla diffusione di “contenuti illegali e disinformazione” su X.
La società aveva risposto a Breton confermando i suoi sforzi di moderazione. In quella occasione fece notare la rimozione di “centinaia” di account affiliati a Hamas. E di aver rimosso o etichettato “decine di migliaia di pezzi di contenuto“. Va ricordato che richieste simili sono state inviate anche a Meta e TikTok.
Dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas, ci sono state numerose segnalazioni di disinformazione/misininformazione diffusa su X sul conflitto. Tra cui video e immagini condivise fuori contesto; una rete di propaganda di dozzine di account che condividono contenuti falsi e infiammatori. Di fronte a tutto questo, non sono mancate le segnalazioni riguardo il mancato intervento di X nella rimozione di post che violano le sue stesse regole.
La risposta di X alla commissione UE
In risposta alla commissione UE, X ha pubblicato una dichiarazione tramite il suo account ufficiale di Sicurezza, chiedendo che il processo segua la legge e sia “libero da influenze politiche”.
X remains committed to complying with the Digital Services Act and is cooperating with the regulatory process. It is important that this process remains free of political influence and follows the law. X is focused on creating a safe and inclusive environment for all users on our…
— Safety (@Safety) December 18, 2023
“X rimane impegnata a rispettare il Digital Services Act e sta collaborando con il processo normativo“, si legge nella dichiarazione. “X è focalizzata sulla creazione di un ambiente sicuro e inclusivo per tutti gli utenti sulla nostra piattaforma, proteggendo al contempo la libertà di espressione, e continueremo a lavorare instancabilmente verso questo obiettivo.”
La Commissione afferma che i suoi prossimi passi saranno raccogliere prove e che potrebbe intraprendere anche sanzioni nei confronti X. Non esiste una scadenza legale entro cui procedimenti formali come questo devono essere conclusi.
Vedremo nelle prossime settimane come evolverà questa situazione.