Uno studio di Accenture, leader a livello globale nel settore dei servizi professionali, ha stimato che il cybercrime potrebbe costare alle aziende la cifra di ben 5.200 miliardi di dollari nel corso dei prossimi cinque anni. E solo il 30% delle società ha davvero fiducia nella sicurezza di Internet.
Il nuovo studio di Accenture, azienda leader a livello globale nel settore dei servizi professionali che riesce sempre a fornire dati utili sulla direzione che stanno prendendo le aziende in tema di innovazione e trasformazione digitale, mette bene in evidenza il fatto che il cybercrime potrebbe avere degli effetti clamorosi per le aziende con costi esorbitanti: 5.200 miliardi di dollari. Una cifra enorme. Si tratta di costi addizionali e i mancati ricavi delle aziende nel corso dei prossimi cinque anni dovuti ai cyber-attacchi, poiché la dipendenza da modelli di business abilitati da Internet è attualmente di gran lunga superiore all’abilità di introdurre misure di sicurezza adeguate in grado di proteggere asset strategici.
Lo studio, Securing the Digital Economy: Reinventing the Internet for Trust, ha visto coinvolti più di 1.700 tra CEO e top manager di aziende di diversi paesi, tra cui l’Italia, e analizza la complessità delle sfide legate a Internet che le aziende si trovano ad affrontare e delinea le azioni inderogabili per il ruolo in continua evoluzione dei CEO in ambito di tecnologia, business architecture e governance.
Dallo studio emergono alcune interessanti considerazioni. Quattro intervistati su cinque, quindi il 79%, ritengono che il progresso dell’economia digitale sarà seriamente compromesso se non ci sarà un sostanziale miglioramento della sicurezza su Internet, mentre oltre la metà, il 59%, ritiene che Internet sia sempre più instabile sotto il profilo della cyber-sicurezza e non sa come reagire.
Allo stesso tempo, tre quarti degli intervistati, il 75%, ritengono che sia necessario uno sforzo congiunto per far fronte alle sfide in materia di cyber security, in quanto nessuna organizzazione è in grado di risolvere il problema da sola. Il 56% degli intervistati, quindi più della metà, si definisce sempre più preoccupato della sicurezza su Internet e vedrebbe con favore l’entrata in vigore di norme di business più rigorose introdotte da istituzioni o autorità governative.
Lo studio mette bene in evidenza come il cybercrime con un’ampia gamma di attività fraudolente e dannose, pone sfide significative in quanto può compromettere le attività aziendali, la crescita e l’innovazione del business, nonché l’introduzione di nuovi prodotti e servizi, con un costo per le aziende di migliaia di miliardi di dollari. Il settore high-tech, con oltre 753 miliardi di dollari di costi emergenti, corre i rischi maggiori, seguito da life science e automotive, la cui esposizione ammonta rispettivamente a 642 e 505 miliardi di dollari.
La rete Internet non è stata pensata e costruita considerando il livello di complessità e di connettività attuali. Ecco perché può bastare una singola vulnerabilità, all’interno o all’esterno delle mura aziendali, per subire un cyber-attacco dagli effetti devastanti”, ha dichiarato ha dichiarato Paolo Dal Cin, Security Lead di Accenture Italia. “Nessuna organizzazione può affrontare da sola le sfide poste dalle minacce cyber; è un obiettivo globale che richiede una risposta globale e per il quale la collaborazione è la chiave. Per dare forma a un futuro che cresca su un’economia digitale forte e che funzioni in un clima di fiducia, il top management deve guardare oltre i confini della propria organizzazione, collaborare con un ecosistema di partner e proteggere la loro catena del valore nella sua interezza, considerando fornitori, clienti e ogni altra terza parte”.
Da tenere in considerazione, elemento principale tra l’altro, che la rapida ascesa delle nuove tecnologie sta ponendo le aziende di fronte a nuove sfide, come testimoniato da quattro intervistati su cinque, il 79%, che ammettono di adottare tecnologie emergenti più rapidamente rispetto alla velocità con cui affrontano i relativi problemi di cyber security. Inoltre, i tre quarti di essi, il 76%, evidenziano che gli aspetti di sicurezza informatica sono sfuggiti al controllo a causa di nuove tecnologie come l’Internet of Things (IoT) e l’Industrial Internet of Things (IIoT). L’80%, quindi la maggioranza, ha inoltre dichiarato che è sempre più difficile proteggere la propria organizzazione dalle vulnerabilità delle parti terze, il che non sorprende, data la complessità e la vastità attuale degli ecosistemi su Internet.
Lo studio suggerisce ai CEO e agli altri dirigenti di alto livello tre azioni da intraprendere per migliorare la sicurezza digitale del loro business, che è il caso di appuntarsi bene:
- Governance: unire le forze con altre aziende partner e attivare una gestione a livello globale – Incrementare gli sforzi per collaborare con dirigenti di altre aziende, responsabili di governo e autorità di regolamentazione per definire come prevenire al meglio nuovi cyber-attacchi.
- Business Architecture: connettere e proteggere le aziende tramite un modello basato sulla fiducia digitale – Indirizzare al meglio le basi della cyber-security. Proteggere tutte le attività di business lungo l’intero ecosistema di partner e fornitori.
- Tecnologia: far progredire le attività di business e migliorare la sicurezza – Adottare nuove tecnologie, gestire al meglio la sicurezza dell’IoT e prepararsi per le sfide legate al quantum computing. Assicurarsi che la sicurezza dei software e le funzioni di aggiornamento siano integrate nei dispositivi mobili e IoT sin dalla loro progettazione.
Ciao,
recentemente un Pc hackerato in un azienda ha causato a catena danno a decine di altre aziende. Non posso mettere i particolari ma per scovare la causa ci sono volute settimane. Quindi ben vengano contenuti come questo ma purtroppo molte aziende non sono organizzate e reputano che gli investimenti in sicurezza aziendale e informatica non siano necessari.