Come migliorare le conversioni per quel che riguarda le campagne da Mobile? Per fare chiarezza su questo punto, oggi ospitiamo qui sul nostro blog Silvio Porcellana, fondatore e CEO di mob.is.it.
Le campagne su mobile funzionano 5 volte di più rispetto a quelle da desktop. Tra le ricerche effettuate su smartphone, 9 su 10 portano all’azione, oltre la metà all’acquisto. È naturale che il marketing stia spostando sempre più i suoi investimenti su questo canale: nel 2015 sono stati spesi 35 bilioni di dollari in campagne mobile, oltre il doppio di quanto speso nel 2013.
Ma il mobile è ancora in gean parte una terra incontaminata: nonostante le persone passino su smartphone il 10% del tempo totale dedicato ai media, solo il 9% degli investimenti in pubblicità è destinato a questo canale.
Perchè i brand hanno paura di investire sulle campagne mobile?
Ecco i motivi principali per cui alcune compagnie temono di lanciarsi maggiormente nel mobile (e perchè stanno sbagliando):
Primo: Ad blocking – la possibilità offerta agli utenti di bloccare le pubblicità è utilizzata dal 5% della popolazione digitale. Molti marketer temono che questa tendenza sia in crescita e renderà sempre meno visibili gli annunci pubblicitari. Tuttavia si tratta di un fenomeno sopravvalutato, che colpisce prevalentemente chi non posiziona correttamente i propri annunci: se la campagna proposta è in target, le persone saranno felici di ricevere il nostro messaggio. Se invece ci bloccano, poco male: avremo risparmiato budget per quelle davvero interessate.
Secondo: Mancanza di informazione – Google e Facebook sono due spazi fondamentali per le pubblicità su mobile. Entrambe le piattaforme offrono la possibilità di creare un annuncio e renderlo visibile in prevalenza o esclusivamente da smartphone, di targettizzare il pubblico e di creare molti stili di annuncio. Il problema è che offrono poca trasparenza sui risultati: costi, posizionamenti, a chi vengono mostrati gli annunci. La buona notizia è che in futuro gli investitori potranno avere le idee più chiare: grazie alla diffusione di nuove opzioni per il programmatic buying, sarà possibile raccogliere dati più precisi e sfruttarli per conoscere sempre meglio il proprio target.
Terzo – Difficoltà di tracciamento – la pubblicità on-line, a differenza di quella tradizionale, permette di avere molti più dati per misurare l’effetto di una campagna. Ma da quando le pubblicità possono essere bloccate, è molto più domplicato sapere quante persone hanno visto l’annuncio. Inoltre i dati da monitorare sono davvero tantissimi, non sempre è facile determinare quali sono le statistiche più importanti da tenere sott’occhio. Per fortuna esistono tool come ComScore o Socdir, in grado di aggregare ed elaborare i dati, offrendo una visione più chiara sui risultati e spunti utili per determinare i futuri obiettivi delle campagne.
4 idee per creare subito campagne su mobile efficaci
Per far rendere al massimo gli investimenti pubblicitari su mobile, ti offriamo 4 assi nella manica che ti aiuteranno a migliorare conversioni e risultati.
1. Pensa mobile: segui nuove strade
Il mobile prevede modalità di fruizione personali, immediate, diverse rispetto a quanto avviene per il desktop. Le campagne di conseguenza devono tenere conto della localizzazione degli utenti, essere sincronizzate con le loro azioni, prevedere che gli annunci possano essere visti prima o durante il processo d’acquisto.
In quest’ottica, Google ha studiato una soluzione che permette di tracciare meglio i comportamenti degli utenti. A fine 2015 ha iniziato a rendere disponibili alle aziende i dati sulle keyword maggiormente cercate in relazione al loro brand, rispetto al periodo, al giorno e all’ora. Un’informazione che permette di mettere in atto strategie multicanale interessanti.
Ad esempio, se un brand di prodotti cosmetici sa da Google che la parola chiave più ricercata nel weekend è “crema viso”, potrà programmare in questi due giorni un annuncio dedicato. Poi potrà mettere in evidenza questo articolo nei punti vendita, abbinando uno sconto valido esclusivamente per il fine settimana.
2. Aumenta le conversioni con il remarketing
Solo il 2-4% delle visite a un sito crea direttamente una conversione. Ma i percorsi di acquisto on-line non sono lineari, prevedono ricerche e confronti con altre pagine prima di trasformarsi in azione. Specialmente su mobile. Il remarketing ti aiuta proprio in questo: puoi seguire l’utente nelle sue esplorazioni, facendo apparire un annuncio che ricorda il tuo brand a chi ha visitato il sito. Oppure puoi creare diverse liste di utenti e mostrare la campagna solo a chi è in target.
Tirendo, azienda produttrice di pneumatici ha sperimentato il remarketing creando una campagna dedicata a chi ha visitato il sito e un’altra per chi ha cercato uno specifico tipo di gomme. Il risultato è stato buono per la prima campagna, ma straordinario per la seconda, ottenendo un incremento del 22% nelle vendite e del 163% nelle conversioni. Sia Google sia Facebook permettono agli inserzionisti di attivare annunci con funzione remarketing. Se non lo utlizzi già, inizia a farlo.
3. Usa il potere dell’immediatezza: chiama ora!
L’88% delle ricerche effettuate da mobile ha carattere locale. Il 61% delle persone che ha cercato un’informazione di questo tipo, ha effettuato una chiamata, trasformando la sua ricerca in azione diretta. Per rendere immediato questo passaggio è fondamentale inserire un pulsante “chiama ora” negli annunci destinati al mobile. È possibile farlo per gli annunci su Google, Facebook e Twitter: in tutti e tre i casi una semplice procedura permette di integrare questa funzionalità e rendere ancora più efficaci le proprie campagne. Il risultato è una ottimizzazione dei costi della campagna e un aumento delle conversioni.
Ad esempio, IHG, un gruppo internazionale di hotel, ha ottenuto con una campagna Google click-to-call un aumento del traffico sul sito da mobile del 20% e una crescita nella mobile search activiy pari al 91%.
4. Aggiungi rilevanza ai contenuti
Molte persone trovano le pubblicità fastidiose e invadenti. Il motivo principale è che gli annunci contengono messaggi poco rilevanti, mentre le persone su mobile si aspettano di ricevere informazioni personalizzate sui loro interessi, come personale è l’utilizzo di smartphone e tablet.
Ed ecco spiegato il successo dei tool per bloccare le pubblicità. I messaggi di massa non funzionano su mobile, ma se l’annuncio viene mostrato alla persona giusta, nel luogo e momento opportuno, le conversioni crescono. Per farlo bisogna segmentare il target e creare annunci dedicati, che portino gli utenti a cliccare perchè fortemente coinvolti.
Nice Tees, azienda di abbigliamento, ha preso davvero sul serio l’idea di segmentazione: nella sua campagna su Facebook è arrivata a mostrare a ciascun utente l’immagine di una felpa personalizzata con il suo cognome. Un messaggio che non passa inosservato.
L’attenzione ai contenuti non si risolve nella campagna in sè: i click generati devono portare a un sito a sua volta rilevante nei contenuti, che devono essere accattivanti, immediati e ottimizzati per tutti i dispositivi. Come realizzare un sito efficace su mobile? Esistono sistemi on-line che permettono di creare pagine web e app in pochi minuti, che ogni marketer può utilizzare per creare un sito ottimizzato e aggiornare personalmente i contenuti a seconda della strategia che ha in mente.
Quali sono le strategie della tua prossima campagna mobile?
I marketer sono sempre più consapevoli dell’importanza del mobile e che investire su questo strumento non è più un optional ma una necessità. Probabilmente entro pochi anni, visti i risultati dei competitor, anche i meno coraggiosi si decideranno a destinare più budget al mobile. L’importante, per non sprecare risorse, non è solo acquistare spazi ma pensare a cosa si vuole comunicare: oltre a pianificare bene l’annuncio, dire qualcosa che interessi l’utente. La pubblicità dovrà essere sempre meno un’interruzione, un disturbo, sempre più un consiglio, un approfondimento interessante, come sta dimostrando il successo crescente del native advertising. Pensa al tuo consumatore ideale: come potresti essergli utile?