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Dyson, quando la tecnologia rispetta anche l’ambiente

dyson

Dyson è leader mondiale nel settore degli aspirapolvere e, continuando la sua storia fatta di tecnologia e innovazione, annovera tra i suoi valori anche il rispetto per l’ambiente. Tutti i prodotti dell’azienda fondata da James Dyson rispettano la nuova normativa ErP già da prima che la stessa entrasse in vigore

Dyson è un brand ormai molto conosciuto anche nel nostro paese, leader mondiale nel settore degli aspirapolvere. La storia di Dyson, azienda fondata nel 1992 da James Dyson (da una sua creazione del 1978), è fatta di innovazione e di tanta tecnologia. E questi due elementi hanno fatto si che il brand Dyson si posizionasse negli anni come marchio di qualità e affidabile, perchè affidabili e di qualità sono sempre stati i suoi prodotti. Di recente ho avuto modo di conoscere meglio questa azienda più da vicino, soprattutto in occasione della presentazione di Dyson 360 Eye, il primo robot della casa inglese presentato ad IFA 2014 di Berlino e che verrà introdotto sul mercato a partire dalla prossima primavera. E quella che era solo un’impressione e invece diventata un’idea più chiara. L’azienda Dyson ha nel suo dna l’innovazione, la tecnologia, basta guardare i suoi prodotti per accorgersene. In questi mesi sono stati tanti che mi hanno parlato della loro soddisfazione usando prodotti Dyson, ma uno in particolare mi ha detto: “è la Ferrari degli aspirapolvere“. Ecco, in questa frase è racchiusa l’immagine che offre Dyson. Quel consumatore intendeva dire che sebbene i prodotti si posizionano sul mercato ad un prezzo superiore della media, la resa è senz’altro superiore della media. Ed è assolutamente così.

E su questo posso portare una testimonianza diretta usando un “Dyson DC 52 Animal turbine“, un prodotto eccezionale che sorprende per la sua efficacia. Non ci sono sacchetti e questo è già un bel risparmio e non ci sono filtri. Il “52” indica i cicloni “Dyson Cinetic” che presentano punte oscillanti per impedire l’otturazione del ciclone. Il compito dei cicloni è quello di separare la polvere con efficienza, ecco perchè non esistono filtri da pulire. Tutto questo si traduce quindi nel mantenere costante nel tempo la capacità di aspirazione dell’aspirapolvere. E questo è uno dei grandi punti di forza dei Dyson.

dyson-dc52-animal-turbine

I prodotti Dyson sono progettati per durare nel tempo, lo testimonia la garanzia di 5 anni (e non 1 come quasi tutti gli altri prodotto sul mercato) ed è parte della filosofia dell’azienda britannica che va un po’ controcorrente (a ragione!). Nel senso di non allinearsi nella produzione ossessiva di modelli che hanno un ciclo di vita molto ridotto. Gli aspirapolvere Dyson nascono per garantire un ciclo di vita molto più ampio in quanto sono tecnologicamente avanzati, innovativi e attenti all’ambiente. E tutto questo si ottiene con investimenti. E’ notizia di qualche giorno fa, come riporta il Financial Times, che Dyson è pronta ad investire per i prossimi 4 anni qualcosa come 1 miliardo di sterline (1,25 miliardi di euro) in ricerca e sviluppo. 200 milioni di sterline sono stati stanziati per la sede di Singapore. L’idea è quella di dare vita a 4 nuove aree per lanciare 100 nuovi prodotti.

dyson-etichetta-erp

Come già detto in un’altra occasione in cui abbiamo parlato di Dyson, i prodotti dell’azienda britannica rispettano la nuova direttiva europea ambientale (Direttiva 665/2013) denominata “ErP”, che di fatto introduce l’etichettatura ambientale anche per gli aspirapolvere, già da prima che la stessa entrasse in vigore. In pratica questa direttiva  la classificazione energetica anche per questa tipologia di prodotti con una classificazione che va da A a G, che indicherà la classe di efficienza energetica, la stima del consumo annuo, il livello di rumorosità e la classe di efficienza pulente. Inoltre, la direttiva introduce dei parametri minimi di riferimento per i quali potranno essere commercializzati solo aspirapolvere che hanno un consumo non superiore a 1600 W (sarà di 900 W entro il 2017). Infatti, i motori dei prodotti Dyson sono già progettati con una potenza non superiore ai 1600 W. E proprio in riferimento alla storia di Dyson, al fatto che i suoi prodotti siano innovativi ed efficienti, in relazione ai consumi, ma in relazione all’etichettatura ambientale in generale, gli aspirapolvere rispondono già alla normativa “ErP”, per il fatto che, come afferma proprio James Dyson:

Un’efficiente tecnologia non è il risultato di un’etichetta energetica, bensì il risultato di un costoso processo di ricerca e sviluppo. Da quando ho eliminato il sacchetto dal mio Hoover Junior e di conseguenza anche i costosi materiali di consumo, dannosi per l’ambiente, l’approccio è sempre stato lo stesso: sviluppare una tecnologia altamente performante che si basi sull’utilizzo di meno materiali, meno energia e senza ulteriori costi.”

Anche se su questa etichettatura va fatta una precisazione e su questo non si può non essere d’accordo con Dyson. Attualmente i controlli sull’efficienza ina base alla nuova normativa, vengono effettuati su prodotti senza polvere, un po’ come provare un’auto senza carburante, no? Come si fa a misurare l’efficienza di un prodotto senza provarlo di fatto, quindi mettendola alla prova? L’etichettatura tra l’altro non dice neanche che tra le varie etichette c’è una differenza di 6 kw, ossia 9 € all’anno tra la prima e l’ultima etichetta, e non tiene neanche conto dei costi nascosti dietro all’uso di sacchetti. Insomma, ci sono dei punto che devono assolutamente essere rivisti e questo è evidente.

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Franz Russo Blogger, Digital Strategist
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
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