La pandemia da Covid-19 ha sicuramente spinto molti settori al Cambiamento. Il digitale, sono aumentate le attività online, e, soprattutto la Mobilità, cambia il concetto di mobility. Vediamo insieme in quale direzione.
Non c’è più alcun dubbio sul fatto che la pandemia abbia cambiato le carte in tavola, soprattutto in due settori: quello del digitale e quello della mobilità. L’emergenza Covid-19 ha stravolto le abitudini quotidiane delle persone ma anche la frequenza e gli scopi di fruizione del digitale, che per diversi mesi ha rappresentato la finestra sul mondo attraverso la quale informarsi sui fatti di cronaca, fare la spesa, ordinare una pizza, contattare gli affetti più cari. Di conseguenza, il tempo speso dagli utenti online è aumentato notevolmente a partire da marzo 2020, e sembra che questo trend non voglia arrestarsi.
Secondo lo studio condotto dal ConsumerLab di Ericsson, il 93% degli utenti in Italia ha aumentato il numero di attività svolte online durante l’emergenza sanitaria, mentre il 23% ha sperimentato nuove attività digitali come fare la spesa, partecipare a videocall e lavorare da remoto. 6 intervistati su 10, inoltre, affermano che continueranno ad usare servizi online anche dopo la pandemia.
Mobilità: scendono car sharing e mezzi pubblici
L’emergenza sanitaria ha cambiato le regole anche nel settore della mobilità, che come tanti altri servizi si è dovuto trasferire sul web per continuare a raggiungere i consumatori: ecco, quindi, che con un’app ora puoi prenotare la tua visita in concessionaria, preordinare l’auto che ti verrà consegnata direttamente a casa e noleggiare un qualsiasi veicolo approfittando di offerte esclusive. Lo smart working ha portato gli utenti della strada ad essere più sedentari e a ridurre drasticamente l’utilizzo dell’auto privata a favore di soluzioni pay per use: secondo il report 2020 di Oil&NonOil il lavoro agile ha impattato per il 50% sulla mobilità e ha fatto registrare un calo medio del consumo di carburante del 60%.
Allo stesso tempo, il distanziamento sociale ha contribuito a svuotare i mezzi pubblici a vantaggio di quelli ad uso esclusivo. Il car sharing, mobility service promettente che nel 2019 ha ricevuto 2 milioni e mezzo di iscrizioni, nel primo semestre del 2020 ha registrato un crollo verticale che si attesta sull’85%, a cui è seguita una timida ripresa solo durante il periodo estivo (Fonte: Osservatorio Nazionale sulla Sharing Mobility).
Novità dal mondo della mobilità: il caso Flee
In questo contesto di stravolgimento dei trend che si credevano ormai affermati, la multinazionale AON, Gruppo Leader, in Italia e nel mondo, nei servizi di risk management ha deciso di cavalcare l’onda del cambiamento e di scommettere su un servizio di mobilità agile, digitale ed esclusivo.
Flee, è il nome del brand che è stato da poco lanciato sul mercato, nasce come servizio di noleggio a lungo termine a consumo ma aspira ad ampliare la propria offerta per diventare un collettore di servizi di mobilità. La sua peculiarità sta nella rata flessibile, composta da una rata fissa per il noleggio dell’auto e da una variabile – pay per use per assicurazione e servizi – che si paga solo se si guida (quando l’auto resta ferma, la parte di costo variabile è pari a zero e l’auto rimane sempre protetta). Altro elemento innovativo è l’esperienza digital, che parte dall’acquisto e accompagna il cliente anche durante il viaggio.
Dal sito web è possibile attivare il noleggio a lungo termine online, a partire dalla richiesta preventivo fino alla consegna dell’auto che può avvenire direttamente a casa. Inoltre, nell’area riservata MyFlee è possibile monitorare i consumi, consultare la mappa dei centri convenzionati e richiedere aiuto attraverso il Servizio Clienti.
Un business model questo sicuramente e ci piaceva segnalarvelo. In un mercato come quello del noleggio a lungo termine, già molto ricco in termini di offerta, questo si fa sicuramente notare.
[In collaborazione con Flee]
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