Continua a crescere il fenomeno smart home in Italia. I nuovi dati dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano rilevano una crescita nel 2019 del 40% in un anno e un valore, nel 2019, di 530 milioni di euro.
Agli italiani piace il fenomeno smart home, un dato di fatto che avevamo sottolineato anche lo scorso anno, proprio in occasione dei dati che l’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano rende noti proprio in questo periodo. E i dati appena pubblicati, riferiti al 2019, confermano questo trend che continua a crescere. Il mercato che il fenomeno è in grado di generare in Italia è cresciuto in un anno del 40%, un po’ meno dell’anno precedente quando era del 52%, ma tale da portare il valore di mercato a 530 milioni di euro. L’anno precedente il valore era di 380 milioni di euro.
Una crescita che è trainata per lo più da soluzioni per la sicurezza, smart home speaker ed elettrodomestici che complessivamente coprono oltre il 60% del mercato. Va rilevato che l mercato nel nostro paese cresce ai livelli degli altri paesi europei, anche se il divario in termini di valore di mercato è ancora molto ampio. Basti pensare che in Uk e in Germania si parla di un valore di 2,5 miliardi di euro e in Francia di 1,1 miliardi di euro. Ma superiamo la Spagna che cresce del 40% con un valore di mercato di 420 milioni di euro.
Sicuramente il boom degli smart speaker, degli assistenti vocali, ha dato una grande mano a tutto il settore. La diffusione di questi dispositivi intelligenti spinge l’avanzata dei retailer online e multicanale come principale canale di vendita di oggetti connessi per la casa (47%), mentre la filiera tradizionale, composta da produttori, architetti, costruttori edili, distributori di materiale elettrico e installatori, mantiene un ruolo rilevante (39%) ma perde quote di mercato.
Aumenta il numero di aziende che lavora al lancio di nuovi servizi per la smart home. Di esempi ce ne sono tanti e spaziano dal pronto intervento garantito da aziende di vigilanza in caso di tentativo di infrazione, al supporto per la riduzione dei consumi energetici, al riordino automatico dei prodotti di cui si stanno esaurendo le scorte, fino alla possibilità di migliorare l’assistenza agli anziani. Si moltiplicano, inoltre, alleanze e partnership fra gli operatori per offrire nuovi servizi che sfruttano la progressiva integrazione tra intelligenza artificiale e dati raccolti attraverso gli oggetti connessi.
E gli italiani, oltre che ad amare la smart home, sono sempre più consapevoli della diffusione di oggetti smart nelle proprie case. Il 68% degli italiani ha sentito parlare almeno una volta di casa intelligente e il 40% possiede almeno un oggetto smart, con soluzioni per la sicurezza e smart home speaker in cima alle preferenze degli acquirenti. Crescono anche i timori dei cittadini per i rischi legati alla cyber security e alla violazione della privacy: il 54% è restio a condividere i propri dati personali (+3% rispetto al 2018).
Ora vediamo qualche numero più n dettaglio rispetto a quanto riportato fino ad ora in generale.
I numeri del mercato smart home in Italia
Le soluzioni per la sicurezza, come detto in apertura del post, trainano il fenomeno nel nostro paese e si confermano al primo posto in termini di quote di mercato, con un valore di 150 milioni di euro, pari al 28% della spesa (+15% nel 2019). In seconda posizione, gli smart home speaker, 95 milioni di euro pari al 18% del mercato (+58%), che nel 2019 hanno continuato trainare le vendite degli altri dispositivi IoT per la casa connessa. Crescono anche gli elettrodomestici, che valgono 85 milioni di euro e il 16% del mercato (+55%), di cui sempre più utenti usano le funzionalità smart (il 35%, +10% sul 2018). Subito dietro al podio si posizionano le caldaie, i termostati e i condizionatori connessi per la gestione del riscaldamento e della climatizzazione, che beneficiano della progressiva integrazione con gli assistenti vocali, dell’offerta di servizi legati alla manutenzione e della possibilità di aumentare risparmio energetico e comodità, con un valore complessivo di 65 milioni di euro (il 12% del mercato, +44%). Seguono le casse audio (50 milioni di euro, 9%) e le lampadine connesse (35 milioni di euro, 7%), spinte dalle offerte che ne prevedono la vendita insieme agli smart home speaker.
I consumatori italiani e la smart home
Dicevamo prima di un incremento in termini di consapevolezza dei consumatori italiani verso la diffusione degli oggetti intelligenti. E infatti, il 68% del campione intervistato dall’Osservatorio, in collaborazione con Doxa, ha sentito parlare di casa intelligente almeno una volta (+9% sul 2018), il 63% conosce il termine domotica, con percentuali che salgono rispettivamente al 77% e al 65% fra gli utenti con meno di 35 anni. La diffusione degli oggetti smart nelle case degli italiani è stabile rispetto al 2018 (di poco superiore al 40%), ma aumenta il numero di dispositivi posseduti, con sensori per porte e finestre (presenti nelle case del 16% del campione), telecamere (15%), altoparlanti e casse audio (14%) ai primi posti, seguiti da videocitofoni e serrature (12%), soluzioni per il riscaldamento (9%), assistenti vocali (8%), lampadine (8%), grandi elettrodomestici (7%) e caldaie (6%).
Cresce anche il numero di consumatori in grado di installare in autonomia gli oggetti smart acquistati, senza l’aiuto di un professionista (64% dei rispondenti, +10% rispetto al 2018), e l’utilizzo delle funzionalità smart da parte degli utenti (65%, +7%). Le motivazioni più frequenti che frenano ancora l’uso sono l’eccessiva complessità (18%), la mancata percezione dei benefici (10%) e la difficoltà a utilizzare le app per la gestione (6%). Nonostante la buona crescita del mercato, sono ancora relativamente pochi i consumatori interessati ad acquistare prodotti per la smart home in futuro (37%), con appena l’11% che intende farlo nel 2020 e il 26% che lo prevede nei prossimi tre anni. Le funzionalità più desiderate sono le soluzioni per il riscaldamento (23% dei rispondenti) e i grandi elettrodomestici (21%), seguite da lampadine (15%), telecamere (15%) e caldaie (12%).
Come afferma Angela Tumino, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things, autrice anche di un contributo all’interno del libro “IoT e Nuovo Marketing“, scritto insieme a Claudio Gagliardini (edito da Flaccovio Editore), a commento dei dati, “il mercato delle soluzioni per la casa intelligente cresce rapidamente e mostra oggi maggiore maturità, con offerte che si concentrano sempre più sui servizi e i bisogni che gli oggetti connessi possono soddisfare. Una spinta determinante viene dall’espansione di assistenti vocali e dallo sbarco degli Over The Top, che ora puntano a estendere le funzionalità dei loro smart speaker integrandole in dispositivi sviluppati da terzi e supportando attività tipiche dell’e-commerce, come le consegne a domicilio e il monitoraggio delle scorte. Perdono quote di mercato i tradizionali canali di vendita, che ancora riescono a cogliere solo in parte le opportunità offerte dalle nuove soluzioni, a vantaggio di retailer online e multicanale, che ormai coprono quasi il 50% del mercato, e operatori telco, che raggiungono quota 10%”.