Oggi è Letizia Palmisano a raccontarci il suo mentore per l’iniziativa “Cambia la vita di un bambino” lanciata da Mentoring Usa Italia Onlus allo scopo di coinvolgere personalità del web affinchè possano raccontare la figura che li ha aiutati a diventare le persone che sono oggi. Ecco che anche l’entusiasmo e la passione per la scuola sono un buon esempio da seguire
Vi è capito di accostare la vita alla composizione di un quadro? La tela, all’inizio bianca, inizia ad essere riempita da pennellate di tanti pittori che, man mano, formano sfondi e figure. Come nell’arte, anche nella vita però, ci sono tocchi che, per la grandezza dell’autore, si distinguono dagli altri e rimangono per sempre inconfondibili. La tela della mia vita ha avuto la fortuna di incontrare le pennellate di una grandissima autrice: Simonetta Salacone.
Ho 32 anni e la conosco da quando ne avevo 6: era la preside della mia scuola elementare, oramai in pensione da un paio d’anni. Oggi si chiamerebbe “dirigente scolastico” e, a dispetto della nostalgia che spesso ci lega alle vecchie denominazioni, trovo che questa qualifica si attanagli perfettamente all’opera di Simonetta che, infatti, anche se in maniera inconscia, ha sempre indicato a chiunque avesse la gioia di starle accanto la direzione da seguire.
Il suo entusiasmo e la passione per la scuola – che il passare degli anni non hanno fatto che crescere – hanno rappresentato per alunni, maestri e per chiunque gravitasse al microcosmo scolastico uno sprone quotidiano a dare sempre il meglio di sé per far sviluppare quel piccolo spaccato in una società in evoluzione.
Si era ormai creato un rapporto talmente indissolubile fra Simonetta e la scuola tanto che ormai non si riusciva a comprendere quale delle due fosse la creatura dell’altra: i genitori, sfidando le distanze e il traffico, attraversavano la Capitale per iscrivere i propri figli nella scuola di Simonetta e continuavano ad animare le attività scolastiche quando i pargoli erano ormai migrati nelle aule delle scuole superiori mentre gli insegnanti facevano a gara per esser trasferiti lì.
La sua scuola non escludeva nessuno, ogni alunno, senza distinzione di classe sociale, nazionalità o capacità, poteva contare sulla disponibilità e sulla sinergia di tutti gli operatori della scuola e sulla tenacia di chi ha sempre insegnato che non è mai troppo presto, né troppo tardi, per iniziare a lottare per una causa giusta e che, anche quando ci sembra di essere soli, forse, in realtà, ci sono tante persone che stanno aspettando che qualcuno percorra il primo passo per decidersi a continuare il cammino assieme. Lei non ha mai avuto paura di fare per prima quel passo, come il grande movimento che è nato dalla sua energia contro le riforme della scuola degli ultimi anni.
Un anno, nelle mie oramai lontane e sporadiche esperienze di docente, ho insegnato educazione ambientale in un corso per un progetto dedicato a bambini “difficili”: grazie a Simonetta ho avuto modo di capire appieno il significato della parola “empatia” e di come non si possa fare a meno di tale sentimento:
Condividere la difficoltà del tuo prossimo, la sua voglia di riscatto, aiutarlo a utilizzare i mezzi per raggiungere il proprio obbiettivo e, infine, gioire della sua gioia.
Grazie Simonetta, dalla piccola donna di sei anni che ero e dalla grande bambina di 32 anni che sono diventata.