Comincia oggi l’iniziativa di Mentoring Usa Italia Onlus, “Cambia la vita di un bambino”, iniziativa che si pone l’obiettivo di prevenire l’abbandono scolastico, l’abuso di droga, binge drinking e violenza negli stadi per 1000 minori a rischio. All’iniziativa partecipano tante personalità della rete, giornalisti e blogger, che racconteranno la propria esperienza col proprio mentore. Il primo contributo è quello di Viviana Musumeci, giornalista e direttore di VM-MAG
Il mio mentore è il mio ex capo redattore. Quando giunsi per la prima volta, a dire il vero con le idee un po’ confuse, al primo giornale con cui ho poi iniziato a lavorare come giornalista, all’inizio, in realtà, mi occupavo di altro. La scrittura mi piaceva, ma non osavo dichiarare apertamente a me stessa questa passione e pensare che meritassi di poterla trasformare in un lavoro perché non mi sentivo all’altezza, così per non deludermi ho iniziato a scrivere senza farmi pagare, pensando che così mi sarei allenata e magari mi sarei migliorata. Il mio ex capo redattore a un certo punto aveva bisogno di una photo editor e così mi propose di lavorare al suo settimanale potendo, contemporanemente, scrivere dei pezzi ogni tanto senza impegno. E così per un paio di anni ho lavorato sia alla ricerca iconografica, sia scrivendo articoli e interviste.
Un giorno dissi al mio ex caporedattore che avrei voluto diventare giornalista pubblicista e che per questo avevo bisogno di scrivere un certo numero di articoli. Lui si arrabbiò molto e disse delle cose che sul momento mi ferirono. Poi, in seguito, mi chiamò e mi spiegò che si era arrabbiato perché pensava che io meritassi di più che un “semplice tesserino da pubblicista – e con questo non me ne vogliano i pubblicisti”. Che mi vedeva come una giornalista professionista.
Dopo un anno sono diventata comunque pubblicista, ma qualche tempo dopo ho iniziato il praticantato e alla fine sono diventata anche giornalista professionista e la seconda persona che ho chiamato per comunicare il fatto fu proprio lui che mi salutò con un “ciao collega”. Non solo: il mio ex capo redattore è stato per me un vero e proprio modello in quanto, con la sua enorme cultura e intelligenza ha sempre stimolato discussioni che mi hanno insegnato a esprimermi senza paura di essere giudicata e a studiare e informarmi perché quando hai a che fare con persone così sveglie, per essere alla loro altezza, devi lavorare veramente tanto. E infine, l’ho sempre considerato un esempio perché nonostante fosse il mio capo, scriveva le brevi, e impaginava come un fulmine il giornale sporcandosi le mani, cosa che non tutti, quando raggiungono certi livelli fanno.
L’umiltà è stata, direi, l’elemento che all’epoca ho apprezzato maggiormente. Mi piace pensare che alcune delle sue qualità, in qualche modo, siano diventate anche mie. E per questo colgo oggi l’occasione per ringraziarlo.
Oggi sono direttore di un magazine online – www.vm- mag.com -. Probabilmente aver incontrato un mentore come il mio ex caporedattore ha contribuito anche a questo.
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