Il doodle che vediamo oggi sulla home di Google è dedicato ai 184 anni dalla nascita della scrittrice americana, Louisa May Alcott, nota al grande pubblico per essere stata l’autrice di “Piccole Donne”.
Il doodle che troviamo oggi sulla home di Google farà certamente fare un bel salto indietro a tanti. Il doodle è infatti dedicato alla scrittrice americana Louisa May Alcott, nota al grande pubblico per essere l’autrice di un grande romando di successo come “Piccole Donne“. E il doodle, realizzato Sophie Diao, ritrae Beth, Jo, Amy e Meg, le sorelle March, sullo sfondo si vede Laurie, l’amico di Jo, loro vicino di casa. Le vicende della famiglia March erano legate alle vicende della famiglia della Alcott e il personaggio “Jo” si basava proprio sull’autrice, con la differenza che Jo, dopo una forte diffidenza iniziale verso il matrimonio, alla fine si sposa, mentre Louisa May Alcott non si sposò mai.
Louisa May Alcott nacque a Germantown, in Pennsylvania (oggi fa parte di Philadelphia), il 29 novembre del 1832 ed era la seconda di quattro sorelle. Sin da giovanissima aveva cercato di coltivare la sua passione per la scrittura, ma date le condizioni di vita non facili per la sua famiglia a quell’epoca, dovette rimandare questo suo impegno e darsi da fare in mille lavoretti per aiutare la sua famiglia. Durante la Guerra Civile americana lavorò come infermiera volontaria al fronte, un momento in cui la Alcott scrisse molte lettere raccolte poi in “Hospital Sketches”, del 1863.
E fu nel 1868 l’anno in cui arrivò il grande successo per Louisa May Alcott, quando pubblicò il romanzo “Little Women or, Meg, Jo, Beth, and Amy“, pubblicato in due volumi (il secondo venne pubblicato nel 1869). Romanzo che venne poi unificato in un unico volume nel 1880, appunto “Piccole Donne”. In Italia le prime traduzioni risalgono al 1908 e il romanzo comparve con due titoli “Piccole donne” e “Piccole donne crescono”.
Ma Louisa May Alcott aveva anche una grande passione per un altro genere letterario, quello per il thriller e le gothic novel. Spesso usava scrivere racconti di questi generi con lo pseudonimo di A.M. Barnard.