Oggi il re del blues, il mitico B.B. King, avrebbe compiuto 94 anni e Google ha voluto dedicargli un doodle animato che ripercorre la sua vita, fatta di fatica e di grandi successi. Sempre in compagnia della sua “Lucille”.
Celebrare i grandi personaggi della storia è un po’ il senso dei doodl di Google e oggi quello animato che vediamo sulla home è dedicato ad un personaggio davvero speciale, mitico. Si tratta del doodle dedicato a B.B. King, re indiscusso del blues, che oggi, 16 settembre, avrebbe compiuto 94 anni. E’ un doodle animato, un video della durata di poco più di due minuti, che ripercorre la vita del mito, fatta di grande fatica e, poi, di grandi successi, sempre con la fianco la sua “Lucille“.
Riley B. King, questo il suo verso nome prima di essere conosciuto a livello globale come B.B. King, nacque a Itta Bena, Mississipi, il 16 settembre del 1925 in un famiglia di contadini, lavoratori nei campi di cotone, e ben presto si appassionò alla musica. Migliorata la sua tecnica, cominciò a lavorare in una radio della zona, WDIA, facendo ascoltare la sua musica e facendo conoscere a tutti il suo talento. Alla radio inizialmente si faceva chiamare “The Pepticon Boy“, poi cambiò in “The Blues Boy from Beale Street” (il ragazzo del blues di Beale Street) o più semplicemente “The Beale Street Blues Boy“. Il nome fu poi abbreviato a Blues Boy e, infine, a B.B King, quello che poi lo accompagnerà lungo tutta la sua carriera.
Da quel momento comincia la sua vita per le strade, come amava ripetere sempre, quelle strade fatte di lunghe notti e di infiniti concerti. Cominciò a sfornare successi come “You Know I Love You“, “Woke Up This Morning“, “Please Love Me“, “When My Heart Beats Like a Hammer“, “Whole Lotta’ Love“, “You Upset Me Baby“. Per poi arrivare nel 1969 con “The Thrill Is Gone” di Roy Hawkins, un successo planetario (che sentite nel doodle).
Nella sua lunga carriera, B.B. King ha vinto ben 15 Grammy Award e dal 1951 al 1985 è apparso sulle classifiche R&B di Billboard ben 74 volte.
Dicevamo prima che non si separava mai dalla sua “Lucille”, la sua Gibson ES-335. Ma forse pochi sanno il perchè di quel nome, legato ad un fatto realmente accaduto. Era il 1949, B.B. King stava tenendo un concerto in Arkansas quando due, tra il pubblico, cominciano a litigare. La lite presto sfociò in una bella zuffa e i due fecero cadere il barile che conteneva il kerosene infuocato, procurando un incendio e quindi tutto il locale venne fatto evacuare. Il giorno dopo, B.B. King venne a sapere che i due avevano litigato per una donna e il suo nome era “Lucille”. Da quel momento la sua chitarra prese il nome di quella donna che aveva “acceso” la sua carriera.
B.B. King è stato un grande artista capace di influenzare, a sua volta, tantissimi artisti. Il primo tra questi, restando nel blues, è stato certamente Eric Clapton, David Glimour, ma anche gli U2 che nel 1987 lo avevano voluto accanto per l’incisione della loro “When love comes to town”. Ed è lunghissima la lista di artisti che hanno suonato con lui, tra questi anche Pavarotti, Zucchero, Edoardo Bennato.
B.B. King ha sempre suonato, teneva una media di 300 spettacoli l’anno, quasi uno ogni sera, ogni giorno. Fu un grande musicista che non dimenticava mai le sue origini. Una volta disse, in una intervista, disse che se non avesse fatto il musicista, sarebbe rimasto a coltivare i campi di cotone, “perché è lì che sono diventato adulto”.
Ma c’è poi una frase che c piace sempre ricordare di lui, ed è questa:
La cosa bella delle nuove cose che si imparano è che nessuno può portartele via”.
B.B. King muore a Las Vegas il 14 maggio del 2015.
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