La quarta edizione della ricerca FleishmanHillard Italia sulla presenza online delle prime 32 aziende vinicole italiane rileva una maggiore attenzione al contenuto e quindi a raccontarsi di più. Tra i social più utilizzati, Facebook si conferma il più usato, ma cresce del 23% in un anno Instagram. Ancora fermo l’e-commerce diretto.
Da qualche anno seguiamo con molta attenzione la ricerca di FleishmanHillard, agenzia di comunicazione tra le più importanti al mondo con 85 uffici in oltre 30 paesi, che mira a disegnare l’evoluzione del digitale all’interno di un settore così importante per la nostra economia come quello del Vino. La quarta edizione della ricerca sulla presenza online delle prime 32 aziende vinicole italiane per fatturato (secondo l’ultima indagine Mediobanca) rileva un uso dei canali social media ormai integrato all’interno della comunicazione aziendale. Ma ci sono elementi di novità interessati quest’anno che confermano questo andamento.
Da parte delle aziende del Vino italiane comincia a manifestarsi una maggiore attenzione verso il Contenuto e quindi verso il racconto delle proprie realtà aziendali. Il 53% delle aziende dedica sempre più attenzione sul proprio sito al tema dei vitigni autoctoni nell’ambito della valorizzazione del territorio: le cantine che legano la comunicazione dei propri prodotti alle specificità del luogo d’appartenenza salgono quest’anno al 75% (+22% rispetto a 2016). Altro aspetto degno di nota è che oggi il 37,5% delle aziende prese in esame parla di sostenibilità.
Altra novità da segnalare, all’interno di uno scenario social in costante evoluzione, è il forte aumento dell’utilizzo di Instagram (+23%) e Wikipedia (presidiata dal 37,5% contro l’11,5% del 2016). Ancora da esplorare l’integrazione di chat per favorire conversazioni real time sui siti; ancora male l’e-commerce proprietario, utilizzato da pochissimi (3 su 32).
Per l’edizione 2017 si conferma sul gradino più alto del podio Frescobaldi, stabile ormai dal 2014, seguita da P. Antinori che sale al secondo posto, Masi Agricola stabile al terzo, Cavit Cantina Agricoltori in quarta posizione, in salita, mentre Mezzacorona chiude la top 5, in calo di tre posizioni. La classifica per intero la trovate nell’infografica in basso.
Questo un po’ l’andamento generale della ricerca. Ma cerchiamo di fissare qualche insight più specifico in merito. Allora:
Per quanto riguarda i social media, dal punto di vista quantitativo, l’analisi conferma Facebook come il canale più utilizzato dalle aziende lo usa no in 25 su 32; a seguire da YouTube (20 su 32), Instagram (17 su 32) e Twitter (16 su 32). Instagram, come già detto all’inizio, è la vera rivelazione, in crescita del 23% rispetto allo scorso anno. L’utilizzo d’immagini e video supera quello di contenuti puramente testuali, meno efficaci e d’impatto.
Questi dati vengono poi confermati dalla frequenza di aggiornamento, con in evidenza proprio Instagram e Facebook: in entrambi i casi, più del 70% delle aziende che possiede un account ha pubblicato contenuti con cadenza almeno settimanale, garantendo continuità al proprio flusso di comunicazione. Oltre il 43% di aziende twittano quotidianamente e il 35% pubblica video su YouTube con cadenza almeno mensile, a chiusura di un quadro qualitativo in progressiva crescita.
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[box type=”info” align=”aligncenter” class=”” width=””]Leggi anche le ricerche “Vino e Digitale” del 2014 – 2015 – 2016[/box]
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La ricerca di FleishmanHillard evidenzia anche il crescente uso di Wikipedia, sono infatti in forte aumento le aziende che hanno migliorato la propria visibilità SERP (Search Engine Results Page) grazie ad una pagina dedicata alla propria storia, ai prodotti e al territorio (37,5%, contro l’11,5% del 2016).
Come detto, la maggioranza delle aziende (75%) comunica il proprio territorio, mentre il 53% parla di vitigni autoctoni, della loro storia e delle loro peculiarità. In aumento – sul 47% dei siti delle aziende – i riferimenti a enoteche, degustazioni e canali commerciali consigliati sui siti (contro il 31% del 2016).
Il 37,5% delle aziende (12 su 32) parla di sostenibilità: la crescente sensibilità dei consumatori verso questi temi spinge sempre più aziende a comunicare le proprie politiche virtuose in materia di agricoltura sostenibile, efficienza energetica e attenta gestione delle risorse naturali.
La quasi totalità delle aziende (31 su 32) presenta siti in almeno due lingue, tipicamente italiano e inglese, mentre un’azienda su tre anche in tedesco, cinese fermo a 2 su 32. La disponibilità di diverse lingue è un fattore chiave sia per comunicare correttamente l’identità di marca sia per supportare l’export.
Peggiorano numero di “link-in” (siti esterni che rimandano al website aziendale) e Page-Rank, evidenziando ancora ampi margini per il miglioramento dei siti in ottica SEO (Search Engine Optimization).
La nota ancora dolente che riguarda il Vino e in Digitale è l’e-commerce diretto: solo 3 aziende su 32 hanno adottato piattaforme di vendita sul proprio sito. In pratica, è ancora troppo esternalizzato, quindi affidato all’esterno. Eppure, ma questo lo abbiamo ripetuto già altre volte, il commercio online gestito direttamente dal proprio sito per il Vino sarebbe un grande volano.
Da segnalare anche l’assenza di chat che possono favorire il dialogo in tempo reale sui siti di riferimento indirizzando gli utenti verso informazioni per loro rilevanti (come ricerca e educazione su prodotti, eventi delle cantine, disponibilità di visite guidate, etc.).
Un quadro in evoluzione quello che riguarda il Vino e il Digitale delineato dalla quarta edizione di questa interessante ricerca, una delle poche che fa un’analisi di questo tipo. Rispetto alle prime edizioni, si sono registrati dei grandi passi avanti, sia in termini di racconto che in termini di crescita dell’utilizzo degli strumenti, vedi Instagram. No si riesce però a comprendere questo grande ritardo rispetto all’utilizzo dell’e-commerce diretto.
E voi che ne pensate?
Prima di tutto complimenti per il bel post.
Il fattore Instagram è davvero molto interessante e da un lato oserei dire confortante. Forse, anche grazie alle nuove generazioni a capo delle grandi aziende vinicole, ce la facciamo a sdoganare definitivamente l’uso consapevole e ragionato dei social. In questo senso l’esempio dei grandi può essere anche stimolo per le piccole e medie cantine a intraprendere finalmente la via di una strategia digitale strutturata.
Sull’e-commerce sono invece piuttosto dubbioso sulla reale efficacia di uno sviluppo interno. Certo qui stiamo parlando di grossi gruppi, cosa che garantisce notorietà della marca e quindi delle etichette. Chi già conosce la cantina potrebbe sicuramente godere di alcuni vantaggi ad acquistare online sul sito dell’azienda. Per il resto credo che competere con player già ben posizionati, multibrand, con un numero di referenze anche molto ampio e in grado di permettersi il lusso di offrire periodicamente sconti e promozioni, non sia ancora possibile.
Se poi scendiamo alla piccola e media cantina credo che un e-commerce proprietario non sia attualmente ancora possibile in termini di offerta, visibilità e soprattutto sostenibilità. Non so se formule come i Club del Vino possano rivelarsi interessanti in tal senso.
Ciao Marco, grazie a te per il tuo commento e le tue considerazioni interessanti.
Per quanto riguarda l’e-commerce in realtà sono d’accordo con quanto dici. Ho voluto porre l’accento su una mancanza di questo tipo per il fatto che, giunti alla quarta edizione, l’elemento commercio online diretto ancora manca. E, come dicevi anche tu, queste sono aziende che possono trarre solo vantaggi da una modalità del genere, offrendone a loro volta altri ai propri clienti abituali. Hanno la struttura per farlo, ma sono ancora reticenti, preferendo invece servirsi di canali indiretti di vendita.
Mentre per quanto riguarda il resto della ricerca, in questa edizione si evidenziano evoluzioni e crescite interessanti, specie quella che riguarda Instagram. Ma trovo interessante che, a distanza di 4 anni, queste aziende cominciano a comprendere che hanno molto da raccontare e iniziano a porre la giusta attenzione sul contenuto, il vero elemento che permette di costruire Relazioni 🙂
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