Su #VeryBello in 48 ore si è scritto di tutto sul Web e sui Social Media. Un fiume in piena di critiche e ironie su quello che dovrebbe essere il portale degli eventi culturali durante il prossimo Expo 2015. Non convince il nome e l’approssimazione del sito. Su Twitter oltre 24 mila tweet di proteste e ironie. Non proprio un bell’esordio.
Ogni qual volta un’istituzione governativa si appresta a presentare un nuovo progetto web sento i brividi. Già, perchè purtroppo la storia da questo punto di vista non ci offre esempi di cui andare fieri, basti pensare a Rutelli o anche a Italia.it, progetto costato decine di milioni di euro che venne messo online nel 2007 senza avere nè capo e nè coda. Ebbene, sabato veniva annunciato il nuovo progetto web che dovrebbe presentare al mondo l’offerta culturale del nostro paese legandola al prossimo grande evento dell’Expo 2015, VeryBello.it. Un progetto serio che detto così si presenta bene. Invece succede di nuovo che nel realizzare un sito web le istituzioni italiane, in questo caso il MiBACT (Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo), guidato dal ministro Dario Franceschini, scivolino nuovamente nel pressapochismo e nell’assenza di professionalità. In fondo, bastava poco per confezionare un risultato presentabile, ma a quanto pare non ci si riesce proprio.
Dopo la pubblicazione del tweet da parte di Franceschini, scatta sul web e si Twitter in particolare una marea di proteste e di ironie su un sito che per molto tempo è irraggiungibile e per il fatto che si presenta molto al di sotto delle aspettative, scialbo, povero (mentre la nostra cultura è ricca) e poi solo in italiano. Per non parlare del nome, Very Bello, preso di mira da tanti per la somiglianza con “Very Bella”. Ma un minimo di ricerca è stata fatta per il nome? Oppure si è pensato tutto il giorno prima per mettere online il sito in tutta fretta?
Da oggi online http://t.co/4om2fvDDoA Gli oltre mille grandi eventi culturali in tutta Italia nei sei mesi di #Expo2015. #verybello
— Dario Franceschini (@dariofrance) January 24, 2015
Comunque, come siamo soliti fare in questi casi, abbiamo voluto indagare il fenomeno, con il prezioso aiuto della piattaforma Talkwalker, per capire cosa è davvero successo. Intanto, è utile segnalarvi chi con capacità critica, anche pungente, come richiedeva il caso, ha esposto il proprio parere, chiedendo anche al ministro di rispondere ad alcune semplici domande, come:
- Massimo Mantellini: Ci vorrebbe il napalm
- Gianluigi Riva (a.k.a. Insopportabile): Il portale #Verybello e la politica imbarazzante
- Guido Scorza: Franceschini, #verybello lascia #senzawords ma con tante domande (e intanto sono anche arrivate le risposte di Franceschini. Il sito è costato 35 mila euro e l’agenzia è stata scelta con una gara)
- Paolo Iabichino: Il centro di bellezza
- Matteo Flora: #VeryBello: le mie considerazioni tecniche
- Fabio Lalli: Parole al vento: startup, innovazione, digitale e bellezza #verybello
- Riccardo Luna: VeryBello!, come trasformare una disfatta in una opportunità
- Riccardo Scandellari: Italia: pizza, spaghetti, mandolino e #VeryBello
Questi solo per citarne alcuni.
Ma ora passiamo a dare qualche numero, pur sempre interessanti. Solo una settimana fa ci occupavamo di Gasparri e delle sue sparate e oggi ci troviamo ad affrontare un nuovo caso, il 2015 è appena iniziato però, quindi ce ne saranno altri.
L’hashtag #VeryBello ha collezionato fino a questo momento 24.700 conversazioni sul web e sui social media, di cui 24.500 solo su Twitter, ossia il 99,2% delle conversazioni totali. Il picco della giornata di sabato è stato alle 19 quando le conversazioni erano 1.600 ( i tweet erano 1.590). Molte discussioni anche domenica.
La reach potenziale è stata di 188,1 milioni, cioè la somma si tutte le reach collezionate da quanto l’hashtag ha cominciato ad emergere fino a questo momento. Il punto massimo è stato alle 10 di domenica 25 gennaio con 26,8 milioni di reach. Per quanto riguarda Twitter la reach è di 56 milioni con un picco di 3,7 milioni sempre alle 10 di domenica 25 gennaio.
Il sentiment delle conversazioni non poteva essere positivo ovviamente: il 79% delle conversazioni è neutro o negativo.
Ma anche quelli positivi (come li intende la piattaforma) sono comunque critici con #verybello. Ad esempio il tweet più condiviso è quello di Riccardo Luna:
#VeryBello come trasformare una disfatta in una opportunità – alcune proposte costruttive per @dariofrance http://t.co/iUomJunsqb
— Riccardo Luna (@RiccardoLuna) January 25, 2015
Ma c’è anche quello di Giacomo Biraghi che si dice contento del progetto:
#verybello secondo me nome perfetto per iniziativa pop e di massa come #Expo2015 se non piace agli intellettuali è perfetto per l'expó 😉
— Giacomo Biraghi (@secolourbano) January 25, 2015
#Verybello è stato twittato dal 44,1% di donne e dal 55,9% di uomini.
E adesso diamo un’occhiata agli influencer su Twitter, ossia gli account che sono riusciti ad ottenere il maggior numero di intereazioni. Abbiamo notato che molto degli infuencer presenti nella classifica erano presenti in quella di #GasparriFuoriDaTwitter, sono utenti che grazie alla loro ironia e alla loro autorevolezza riescono a seguire con un grande successo eventi come questi. Questa la classifica a 10 per engagement:
Questi invece i blog più influenti per engagement:
E ora diamo un’occhiata ai tweet che hanno ottenuto il maggior numero di interazioni:
Se il ministro della Cultura partorisce un sito che sembra il titolo di un film di Vanzina, non è più commedia. È tragedia.#verybello
— matteo grandi (@matteograndi) January 24, 2015
Secoli di storia e letteratura italiana per chiamare #verybello il portale che presenta l'offerta culturale del nostro Paese
— Pamela Ferrara ㋡ (@PamelaFerrara) January 24, 2015
#verybello fa verylittleitally, gumbà. "Fettuccini" Alfredo, spaghetti meatballs,"linguini" marinara, pastefasuli. Expo 1915.
— Vittorio Zucconi (@vittoriozucconi) January 24, 2015
Si chiama #verybello, doveva essere il sito della cultura per #Expo2015, è diventato l'ultima barzelletta in rete http://t.co/ZZoP7C0ic7
— Luca Zorloni (@Luke_like) January 24, 2015
Eravamo indecisi tra #verybello e #pizzaspaghettimandolino. Alla fine ha vinto il primo.
— Renzo (@RenzoMattei) January 24, 2015
Dal sito #verybello mi aspetto quantomeno che al posto del tasto Logout abbia il tasto Ciaoraga.
— azael (@azael) January 25, 2015
La frase d'un coatto di paese
mi par, nell'approcciare una straniera
sfoggiando maccheronico il suo inglese#verybello— Dante Alighieri (@DanteSommoPoeta) January 24, 2015
Ciao, mi chiamo Fran e vivo in uno stato che ha deciso di chiamare #verybello il portale dell'#expo2015. Posso chiedervi asilo politico?
— Fran Altomare (@FranAltomare) January 24, 2015
#verybello non avere il portale ufficiale Expo 2015 in lingua inglese è incredibile,chi è il responsabile? È da buttare FUORI!!#verybrutto
— Flavio Briatore (@Briatore) January 25, 2015
Questo il mostro piccolo resoconto, ringraziando ancora Talkwalker, sapendo benissimo che questi sono risultati parziali. Ovviamente aggiorneremo i dati all’occorrenza. Da notare che l’immagine che vedete il copertina è quella apparsa inizialmente sul sito, con la Calabria tagliata è la Sicilia assente. L’immagine è stata poi aggiornata facendo vedere lo stivale per intero e aggiungendo che presto il sito sarà in inglese.
Ovviamente ci farebbe piacere un vostro parere sulla vicenda anche alla luce di questi dati.