L’UE lancia InvestAI, un piano da 200 miliardi di euro per colmare il divario nell’IA rispetto a USA e Cina. Previste gigafactory con chip avanzati e investimenti pubblici e privati per la crescita del settore.
L’Unione Europea ha finalmente deciso di fare sul serio sull’Intelligenza Artificiale. Con un piano di investimenti da 200 miliardi di euro, Bruxelles vuole colmare il divario che la separa da Stati Uniti e Cina nella corsa alla costruzione dei modelli di IA sempre più avanzati.
Il progetto, chiamato InvestAI, prevede finanziamenti pubblici e privati per lo sviluppo di gigafactory dell’IA, strutture pensate per addestrare i modelli più complessi grazie a chip di ultima generazione.
Piano ambizioso per recuperare il ritardo sull’IA
L’Europa, come già ricordato, ha assistito da spettatrice agli ultimi grandi sviluppi nel settore dell’IA. Il lancio di ChatGPT da parte di OpenAI nel 2022 ha scatenato una corsa agli investimenti senza precedenti, con le big tech statunitensi e cinesi che hanno rapidamente monopolizzato il settore.
Il nuovo piano europeo punta a cambiare le carte in tavola, mirando a posizionare l’UE come un attore centrale in questo scenario.
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Lo ha annunciato Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Europea, durante l’AI Action Summit di Parigi.
“Vogliamo che l’Europa sia uno dei continenti leader nell’intelligenza artificiale, e questo significa abbracciare una vita in cui l’IA sia ovunque“, ha dichiarato.
Nel dettaglio, il piano prevede 50 miliardi di euro di finanziamenti pubblici da parte della Commissione Europea, a cui si aggiungono 150 miliardi di euro provenienti da un consorzio di investitori privati, tra cui nomi di spicco come Blackstone, KKR & Co ed EQT.
Questo mix di fondi pubblici e privati mira a rendere il progetto sostenibile nel lungo periodo e a stimolare l’innovazione su larga scala.
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Le nuove gigafactory per sviluppare l’IA
Uno degli elementi chiave del piano InvestAI è la creazione di gigafactory dell’IA, strutture progettate per addestrare i modelli di intelligenza artificiale più sofisticati.
Questi impianti saranno dotati di circa 100.000 chip avanzati, un numero quattro volte superiore rispetto a quello delle fabbriche attualmente in fase di realizzazione.
L’obiettivo è: fornire all’Europa un’infrastruttura tecnologica all’altezza dei colossi americani e cinesi.
Attualmente, gran parte dei modelli IA più potenti al mondo vengono sviluppati negli Stati Uniti, grazie all’accesso esclusivo a tecnologie avanzate fornite da aziende come Nvidia, Microsoft e OpenAI. Con le gigafactory, l’Europa punta a costruire un ecosistema autonomo e competitivo.
A dicembre, Bruxelles aveva già selezionato diversi consorzi per la creazione di sette fabbriche di IA, e altre cinque saranno annunciate a breve.
La Commissione finanzierà questi impianti attraverso un mix di sovvenzioni e investimenti in capitale, con l’obiettivo di attrarre sempre più imprese del settore.
La competizione sull’IA a livello globale
L’iniziativa europea arriva in un momento di grande fermento nel mondo dell’intelligenza artificiale. Gli Stati Uniti hanno recentemente annunciato Stargate, un’iniziativa da 100 miliardi di dollari, destinata a costruire data center per OpenAI, con la possibilità di raggiungere 500 miliardi di dollari entro il 2029.
Il progetto vede coinvolti giganti come SoftBank, Oracle, Arm e Nvidia, che stanno spingendo al massimo lo sviluppo dell’IA generativa.
Anche la Cina non è rimasta a guardare. DeepSeek ha recentemente sconvolto il settore IA che, nonostante l’uso di chip meno avanzati rispetto ai rivali statunitensi, riesce comunque a competere con le tecnologie americane.
Questo ha sollevato un interrogativo strategico: è davvero necessario spendere cifre astronomiche per restare competitivi?
L’UE, con il suo piano da 200 miliardi di euro, sembra aver dato una risposta chiara a questa domanda. Per recuperare terreno, non basta aspettare: bisogna investire su larga scala.
Le sfide che attendono InvestAI
Nonostante l’ambizione del progetto, le sfide da affrontare non sono poche. Il finanziamento iniziale per InvestAI verrà ricavato da programmi già esistenti dell’UE, ma sarà fondamentale il supporto degli Stati membri per garantire una continuità nel tempo.
Inoltre, il piano prevede una struttura finanziaria a livelli, con quote di investimento caratterizzate da differenti livelli di rischio e rendimento.
Un altro aspetto critico è la fornitura di chip avanzati. L’Europa dipende ancora fortemente dai produttori americani e asiatici per le tecnologie di base, e questo potrebbe rappresentare un collo di bottiglia per lo sviluppo delle gigafactory.
La Commissione dovrà quindi lavorare per costruire una filiera di produzione interna, riducendo la dipendenza da fornitori esterni.
Infine, resta aperta la questione della regolamentazione. L’UE ha adottato il primo AI Act, una normativa che impone regole stringenti sull’uso dell’intelligenza artificiale. Ma riuscirà questa regolamentazione a convivere con l’enorme spinta agli investimenti? Trovare un equilibrio tra innovazione e regole sarà una delle sfide cruciali per il futuro dell’IA in UE.
In conclusione, l’Unione Europea ha lanciato il guanto di sfida agli Stati Uniti e alla Cina nel settore dell’intelligenza artificiale.
Il futuro ci dirà di InvestAI
Il piano InvestAI è il tentativo più ambizioso mai realizzato prima per costruire un’infrastruttura tecnologica in grado di competere a livello globale.
Ma la strada è ancora lunga. Oltre agli investimenti, serviranno collaborazioni strategiche, una visione chiara e una capacità di esecuzione efficace.
Se l’Europa riuscirà a trasformare questo piano in realtà, potrà finalmente ambire a un ruolo di primo piano nel futuro dell’intelligenza artificiale.
Come in tutte le cose, il tempo saprà dirci se questa è la mossa giusta per colmare il divario con i giganti mondiali.
[L’immagine di copertina e quelle che sono allegate alle condivisioni sui canali social del post sono state realizzate da @franzrusso attraverso il modello di IA generativa Dall-E 3]