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Twitter e la truffa dei Bitcoin, il più grave attacco hacker da quando esiste

Quello che si è verificato su Twitter, nella tarda serata italiana, può essere definito, senza esagerazione, il più grave attacco hacker da quando esiste la piattaforma. Un grave incidente che avrà serie conseguenze per Dorsey & Co.

Quello che si è verificato su Twitter, nella tarda serata italiana, può essere definito, senza esagerazione, il più grave attacco hacker da quando esiste la piattaforma. Non si era mai visto una violazione simultanea di account, tutti coinvolti nella stessa truffa legata ai bitcoin, tema molto caro allo stesso fondatore Jack Dorsey.

Ovviamente, la società adesso sta cercando di ricostruire cosa sia accaduto e come sia stato possibile, ma è evidente che questo mette al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica mondiale che sulla piattaforma ci sia un grave problema di sicurezza.

twitter hacked truffa bitcoin

In passato era già successo che account molto noti venissero violati, lasciando sempre una piccola ombra. Ma adesso, soprattutto guardando i nomi eccellenti degli account coinvolti, è chiaro che questo incidente avrà strascichi molto pesanti.

Avrete già letto ovunque degli account coinvolti, ma per cercare di fare un minimo di ricostruzione li ricorderemo tutti, o quasi perché sono tanti. E parliamo degli account di Apple, Joe Biden, Bill Gates, ElonMusk, Warren Buffett, Kanye West, Michael Bloomberg, Uber, Jeff Bezos e anche Barack Obama che, ricordiamo, è l’account più seguito sulla piattaforma. Tutti coinvolti nella grande truffa dei bitcoin e milioni di follower come potenziali vittime.

Già perché, una volta impossessatisi dell’account, i messaggi che venivano condivisi erano quelli di invitare gli utenti ad inviare bitcoin su dei link che era difficile tracciare. Da qui la difficoltà di Twitter ad intervenire. Un elemento che sicuramente emergerà è che la piattaforma non è riuscita ad intervenire immediatamente, nel lasso di tempo che è intercorso fino al momento di riconoscere pubblicamente cosa stava succedendo, sono passati diversi minuti, tanti. Un periodo di tempo troppo lungo che ha permesso agli hacker di intavolare la più grande truffa mai vista su una piattaforma social.

Volendo essere più chiari, dal momento in cui Twitter ha riconosciuto il grave incidente al momento in cui Twitter ha deciso di limitare la possibilità di twittare a tutti gli account verificati, sono passati 30 minuti. Senza considerare i minuti che hanno permesso agli hacker di agire. Allora parliamo di ore.

Intanto i link dei tweet che partivano dagli account compromessi sono rimasti online per molto tempo, permettendo ovviamente di fare screenshot perché che Twitter ha riconosciuto l’accaduto ha chiaramente chiuso gli account e quei tweet non erano più visibili.

Forse quello che è rimasto attivo più a lungo è stato quello di Elon Musk, il fondatore della Tesla e SpaceX. Anche dopo l’intervento di Twitter era ancora possibile visualizzare i tweet truffa.

Adesso si cerca di capire quale piattaforma di transazioni di bitcoin sia coinvolta nell’hacking, il portavoce di Binance ha detto che stanno facendo tutte le verifiche del caso.

Bisognerà ricostruire bene cosa sia accaduto. Pensate che gli hacker hanno cambiato l’indirizzo email del’utente in modo da rendere impossibile qualsiasi azione per riappropriarsene.

Ecco, questo, in estrema sintesi quello che si è vissuto nella tarda serata/notte italiana su Twitter. Da quello che si sa, non ci sarebbero account verificati italiani coinvolti nella truffa.

Certo, per Twitter questa sarà una data nera da ricordare, sarà una macchia che resterà a lungo, purtroppo. La lentezza dell’intervento sicuramente lascerà il segno su questa vicenda.

Peccato, perché il tutto avviene in un momento in cui Twitter stava costruendo una sua reputazione solida, più sensibile ai temi sociali, più attenta a quello che succede nel mondo. E tutto questo stava portando anche dei risultati molto interessanti. Come abbiamo scritto qui sul nostro blog, durante le proteste a seguito dell’assassinio di George Floyd, l’app ha fatto segnare il record di download da quando esiste, ossia dal 2006.

Ora tutto questo rischia di essere vanificato per via di una truffa sui bitcoin.

Intervenire tempestivamente per impedire che molti account venissero coinvolti avrebbe sicuramente giovato. Ma questo purtroppo non è successo.

Franz Russo
Franz Russo
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
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