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Twitter e gli account verificati (o quasi). Il caso Murdoch

Lo sbarco di Murdcoh su Twitter sta facendo discutere anche per il fatto che molti credevano non fosse proprio il magnate australiano a twittare. Poi lo stesso Jack Dorsey è intervenuto dicendo che era Murdoch in persona. Il tutto si è poi arricchito del tweet della moglie di Murdoch che è subito apparso come verificato ma a crearlo è stato un britannico che voleva riderci sopra. Ma chi controlla gli account di twitter?

Rupert-Murdoch-Broke-Country-Tweet

Il caso Murdoch su Twitter sta facendo discutere tutto il web, e non solo. Il fatto che il magnate australiano potesse sbarcare su Twitter e gestire il suo account direttamente è apparsa subito strana. Ma a sostenere la veridicità dell’account e a garantire che dietro a quell’account ci fosse proprio Murdoch è intervenuto proprio Jack Dorsey in persona, il creatore di Twitter. Questo dimostra i buoni rapporti tra i due, già due anni fa si parlò insistentemente di un interessamento di Murdoch per twitter, ma poi non se ne fece nulla. Comunque sia, la garanzia era notevole a tal punto che tutti si sono poi convinti che Murdoch su twitter era proprio lui. Fino a quando ieri è apparso un account su Twitter, a nome di Wendi Deng, la moglie di Rupert Murdoch, con tanto di spunta di colore azzurro a garantire che fosse proprio lei. Ma si trattava di un fake, infatti l’account era stato aperto da un uomo britannico che l’aveva fatto per ridere dei tutta la vicenda Murdoch, Ma come mai l’account è apparso come verificato? Chi e quali sono i metodi per garantire la veridicità di un account quando si tratta di personaggi famosi?

Questa domanda se la sono posta in tanti e da parte di Twitter, o comunque dallo stesso Jack Dorsey, nessuna notizia in merito. Fatto sta che sulla rete pullulano già numerose critiche al sistema di verifica adottato da Twitter, mettendolo seriamente in discussione. Anche perchè, ed è lo stesso cittadino britannico che voleva burlarsi della vicenda Murdoch da fare un account col nome della moglie a confermare che nessuno, da parte del sito, lo abbia contattato e che anche lui è rimasto molto sorpreso di come per un giorno intero l’account sia rimasto indicato come “verificato” senza che nessuno, in effetti, avesse fatto alcuna verifica.

Murdoch - Deng

Il programma “verificato” è iniziato, con il segno di spunta blu, in versione beta nel 2009, in quanto un certo numero di celebrità si era lamentato per gli account falsi che si spacciavano di impersonarli, e l’azienda allora realizzò questo programma con l’intento di capire chi fosse la celebrità reale a garanzia e tutela dell’interessato e dei suoi followers. Per un certo periodo, chiunque poteva chiedere che il proprio account venisse verificato utilizzando un apposito modulo sul sito Twitter. Successivamente questo metodo è stato eliminato e la verifica è effettuata “caso per caso”.

E’ chiaro che con la forte crescita di Twitter, compreso nel nostro paese dove ultimamente molti personaggi famosi stanno aprendo un proprio account alla scoperta del mondo Twitter, un sistema di verifica debba essere più controllato e garantito e soprattutto l’azienda dovrebbe essere un pò più trasparente, senza dover comportarsi come in questo caso in cui non fornisce spiegazioni utili. Ne vale il rapporto di fiducia che si viene ad instaurare tra gli utenti e l’azienda stessa. Twitter si trova in una fase importante del suo cammino di crescita e sicuramente, visti i recenti aggiornamenti previsti che hanno già registrato il gradimento da parte degli utenti, e scivoloni come questi, se ripetuti e non controllati, rischiano di trasformasi in un vero e proprio boomerang.

Di recente anche da noi si assiste a diverso account attribuiti erroneamente a questo o quel personaggio famoso, penso ad esempio all’account di Bruno Vespa che per un pò ha fatto tremare la rete italiana, ma nel giro di poche ore rivelatosi fake e soprattutto non è intervenuta nessuna benedizione da parte di Twitter ad accreditarlo come autentico.

In definitiva, una maggiore attenzione non possa che creare una situazione più sicura e tranquilla.

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Franz Russo Blogger, Digital Strategist
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
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6 Commenti

  1. Era stato un portavoce della stessa News Corporation a confermare l’autenticità dell’account (fonte: Guardian).
    La domanda dovrebbe essere: ma marito e moglie si parlano? E Murdoch con i propri portavoce? E Murdoch col suo amico Dorsey?
    Oppure c’è dell’altro?

  2. Intanto ti ringrazio per le precisazioni che sinceramente lasciano ancora più stupiti! Il portavoce dell’azienda del marito che garantisce l’account della moglie che invece è fasullo, sembra quasi una barzelletta ma è vero! Ha dell’incredibile già questo anche se non sono poi così convinto  dell’idea dell’operazione riparatrice, ma forse hai ragione tu.
    Altro fatto, che aggiunge dell’incredibile, è che anche Twitter cade nel tranello e se seguo la tua strada, Twitter sarebbe stato al gioco. Non trovi, come nei fatti è accaduto, che sia stata una mossa un pò rischiosa? A tal punto che adesso si arriva a dubitare come faccia twitter a verificare gli account? Il mistero si infittisce…

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