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Twitter, è giunta l’ora di puntare sulla qualità

Una riflessione sul futuro di Twitter e dei problemi che attanagliano la piattaforma. Uno su tutti è la crescita della base utenti, ormai quasi stagnante. Ma Twitter per tornare a crescere deve puntare sulla qualità piuttosto che sulla quantità. Serve una strategia e una leadership capace. Sullo sfondo resta lo scenario di una possibile acquisizione da parte di Google.

Twitter dopo la pubblicazione dei dati finanziari del Q2 2015 ha visto ancora una volta la propria situazione resa sempre più difficoltosa. I dati sebbene hanno rilevato un aumento dei ricavi, e un andamento delle perdite ridotto rispetto ai dati finanziari precedenti, hanno evidenziato invece, e per l’ennesima volta, quello che è ormai diventato il problema numero 1 per gli investitori (e non solo), e cioè la lenta, lentissima crescita degli utenti. Tanto lenta da poter quasi parlare di stagnazione.

Infatti, da questo punto di vista, la crescita della base utenti rispetto a tre mesi prima è stata di soli 2 milioni. Adesso sono in effetti 304 milioni gli utenti attivi mensili sulla piattaforma. Altri 12 milioni arrivano dai paesi emergenti ed ecco spiegato perchè si parla di 316 milioni di utenti.

Ma questo non è solo un problema. Accanto alla lentissima crescita degli utenti i dati finanziari della fine di luglio hanno evidenziato un crollo dell’engagement sulla piattaforma, qualcosa come -40%. E tutto questo nonostante le tante (ma poco efficaci in realtà) novità introdotte.

Bene, fatta questa premessa, che tanti di voi già conosceranno perchè se ne è parlato molto, vediamo di capire insieme quale potrebbe essere un strategia di uscita da questo lungo impasse che attanaglia Twitter.

twitter qualita

E’ evidente che dalla quotazione a Wall Street la situazione, già non proprio eccellente, è peggiorata, eppure la quotazione avrebbe dovuto provocare l’effetto opposto. Ma Wall Street ha in effetti acuito quelle che sono le mancanze e i difetti della società e della piattaforma, di riflesso. Apro una parentesi ricordando che anche Facebook immediatamente dopo la quotazione visse un momento di smarrimento, il titolo arrivò a toccare il fondo, ossia 17 dollari per azione e tutti erano pronti ad elencare i giorni che distavano dalla sua fine. Ma tempo un paio di mesi la situazione di risolse subito, e sapete perchè? Semplice, si diedero una strategia, una visione, sapendo bene che da quel momento tutto sarebbe stato diverso. E la strategia fu quella di orientare tutto il business sul Mobile. A distanza di cinque anni quella strategia è risultata vincente.

Twitter e la mancanza di strategia e di leadership

Quindi, cosa manca in questo momento a Twitter? Una strategia appunto. E la cosa peggiore è che adesso non c’è una figura in grado di dare una direzione. Come sapete Dick Costolo si è dimesso da CEO è dal 1° luglio la figura è gestita ad interim dal fondatore Jack Dorsey. E lo stesso Dorsey non gode di simpatia tra gli investitori che vedono in lui un ostacolo in più. Senza dimenticare che lo stesso Dorsey è impegnato anche su altri fronti, specie quella di dedicarsi alla quotazione in borsa della sua startup Square. Insomma, manca strategia e figura leader in grado di mettere in pratica una tale strategia. E quanta strada può fare un’azienda in queste condizioni? E da quello che si sa il nome del nuovo CEO potrebbe slittare addirittura all’autunno.

Ma il vero problema che è emerso ormai chiaramente con i dati del Q2 2015, ed in realtà è sempre rimasta in sottofondo, è che Twitter è ormai una piattaforma non per tutti. E questo è evidente, sebbene i più affezionati utenti continuino a negarlo (come me d’altronde). In questo caso è utile una riflessione oggettiva. Twitter ancora risulta a molti di difficile consultazione e a nulla è valsa l’introduzione del “Mentre non c’eri” che di fatto non ha risolto il problema. Per cercare qualcosa di interessante, o comunque le notizie del momento, l’utente deve scrollare in basso diverse volte. Può andare sulla tab “Cerca su Twitter” per verificare gli argomenti più discussi (da mobile) mentre da pc si devono consultare le Tendenze, ma a quanto pare non sembra essere di grande aiuto per la gran parte degli utenti.

Ed è quindi logico che Twitter a questo punto deve necessariamente puntare sulla qualità piuttosto che sulla quantità, caratteristica che è rimasta valida fino a ieri, ma oggi è necessario voltare pagina. Ormai le notizie su Twitter girano a velocità “in tempo reale” ed è l’unica piattaforma su cui questo accade. Ora serve dare un ordine in termini qualità a tutto questo, per fare in modo che lo stesso utente possa trovare la piattaforma più semplice da consultare.

La strada in effetti sarebbe già pronta ed è rappresentata da Project Lightning, il nuovo progetto che ha proprio lo scopo di mettere in risalto, catalogati per argomenti, i tweet e le notizie più popolari e condivise. Da qui l’utente avrà un accesso più facilitato sulla piattaforma. Qualcosa si sta cominciando a vedere in queste settimane, anche se ancora mancano notizie certe su quando in effetti questo progetto verrà messo in pratica. Ecco che ci risiamo sul problema della strategia e di una leadership in grado di interpretare e attuare una strategia valida.

Twitter e l’advertising che ancora non soddisfa

Mettendo in risalto la qualità in questo modo è evidente che questo può essere utilizzato anche in chiave di advertising, altro anello debole della piattaforma. Come sappiamo, a differenza di Facebook, Twitter non ha altri strumenti su cui puntare per monetizzare e quindi provare a diversificare, no. Twitter è afflitto dal problema tanto semplice quanto basilare e cioè che per impostare qualsiasi tipo di strategia di advertising servono gli utenti, altrimenti tutto resta inutile. E quindi, restando sulla strategia della qualità, anche gli advertiser avrebbero interesse a sfruttare questa opportunità avendo l’occasione di essere presenti lì dove si registra l’interesse degli utenti. E subito dopo innescare strumenti in grado di offrire agli advertiser strumenti per intercettare un pubblico sempre più interessato. Qualcosa in questo senso comincia ad intravedersi, ma resta sempre legato al “limbo” proprio perchè la crescita della base utenti è quasi pari a zero.

Twitter ed un’eventuale acquisizione. Da Google?

Detto questo, alcune considerazioni su un eventuale acquisizione bisogna farle. Perchè se Twitter non ha la forza di trovare la soluzione al suo interno, allora un possibile scenario (e nemmeno tanto lontano) resta che la società possa essere acquisita da un’altra. E chi potrebbe essere se non Google? Il nome della società di Mountain View è quello che ormai circola insistentemente negli ambienti, anche se in effetti non vi ancora nulla di concreto. Ma come possibile scenario potrebbe essere conveniente sia per Twitter che per Google stessa.

Prima di tutto perchè uno dei punti deboli di Google continua ad essere ancora quello relativo ai Social Media. Google+ non è riuscito ad imporsi come doveva, l’idea di un’integrazione forzosa con YouTube ad esempio non ha funzionato molto, tra le proteste degli stessi utenti oltre che dello stesso fondatore della piattaforma video che un giorno disse “Google fa schifo”.

E quindi, se il video è il vero contenuto su cui investire e se è vero che il live streaming (altro punto debole di Google) è la modalità del momento, ecco che acquisendo Twitter Google potrebbe risolvere in un solo colpo i due suoi punti deboli. Il live streaming di Twitter è ovviamente garantito da Periscope che ad oggi conta 10 milioni di utenti. Periscope stessa in questa fase, sin dal lancio avvenuto a marzo di quest’anno, non è stato adeguatamente sostenuto, proprio perchè manca una strategia (e ritorniamo sempre al punto di partenza). Pensate ad un’integrazione YouTube con Twitter e vedere i propri tweet su un contenuto video visualizzati all’interno della stessa pagina del contenuto, non sarebbe male.

Insomma, Twitter deve cambiare e subito. Serve una strategia immediata e questa può essere solo individuata nel rendere più facile l’utilizzo della piattaforma puntando tutto sulla qualità dei contenuti, ossia puntando a rendere visibili e facilmente rintracciabili i contenuti davvero rilevanti. E’ ora di puntare sulla qualità e subito, di tempo se ne è perso ormai tanto e non ne resta poi tanto

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Franz Russo Blogger, Digital Strategist
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
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