eMarketer ha reso noto attraverso un suo studio che Twitter toccherà nel 2014 la cifra di 1 miliardo di dollari di guadagni nel Mobile Advertising, quasi il doppio del 2013 che sono previsti a 583 milioni di dollari. Da questo punto di vista, Twitter domina il Mobile grazie anche al rilascio delle API per le campagne pubblicitarie
Ormai è certo che Twitter domina, nel senso stretto della parola, il Mobile Advertising. eMarketer ha infatti rilasciato ieri un estratto di una sua ricerca dalla quale viene fuori che Twitter nel 2013 dalla pubblicità sul Mobile guadagnerà 583 milioni di dollari, ma nel 2014 il guadagno sarà ancora più alto, ossia quasi 1 miliardo di dollari. In buona sostanza, il 53% delle entrate pubblicitarie di Twitter provengono dal Mobile. Pensate che solo nel 2011 questo dato era nettamente inferiore. Certamente questo enorme risultato è frutto di una strategia ben ponderata e orientata a “conquistare” il Mobile, vuoi per la crescente presenza dei due diretti competitor, cioè Google e Facebook, e per la “naturale vocazione” della piattaforma stessa che sfrutta ovviamente queste qualità per crescere e fare business.
Ma non è tutto, perché eMarketer prevede che nel 2015 il miliardo di dollari verrà superato e i guadagni si attesteranno a 1,33 miliardi di dollari. Insomma, pare che Twitter abbia imboccato la strada giusta e come abbiamo già altre volte ricordato, questa strategia può essere la strada che porta alla quotazione in borsa che pare, molto probabilmente, verrà lanciata proprio nel 2014. Se i dati che rilascia eMarketer, come tutti crediamo, vengano confermati, allora con questo vento in poppa lo sbarco a Wall Street non sarà così traumatico.
A contribuire a questo grande risultato è anche il rilascio delle API per l’advertising sulla piattaforma. In pratica gli inserzionisti avranno modo di creare e gestire le proprie campagne pubblicitarie e anche comprarle da terzi. E’ quindi sulla base di questo che si basa la previsione del miliardo di dollari di entrate pubblicitarie nel 2014, il vero punto di svolta.
Se guardiamo poi da dove arrivano queste entrate, allora notiamo che il mercato Usa al momento è quello più rappresentato anche se in leggero calo. Era il 90% nel 2012, è l’83% nel 2013 e sarà il 79% nel 2014 e il 76% nel 2015. A questo ribasso si accompagna una crescita negli altri mercati, infatti la quota “non Usa” che era il 10% nel 2012, è del 17% nel 2013 e sarà del 21% nel 2014 e del 24% nel 2015.