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Tokyo è la città più high tech al mondo, Milano e Roma sono indietro

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Si è sempre pensato che la Silicon Valley fosse l’area più tecnologica e innovativa al mondo, con capitale San Francisco. In realtà, secondo l’Innovation Cities Index 2018, elaborato dalla società 2thinknow, è Tokyo la città più high tech al mondo. Seconda, e prima città europea, è Londra. Milano e Roma sono invece molto più indietro.

Siamo sempre stati portati a pensare che l’area più tecnologica e innovativa al mondo fosse la Silicon Valley, con capitale San Francisco, ma in realtà non è più così. Nel senso che sì, la Silicon Valley è ancora una delle zone più innovative al mondo, culla delle startup e di grandi colossi tech come Google, Facebook, Twitter e tanti altri, ma non è più la prima, perchè nel corso degli anni altre zone del mondo hanno cercato di migliorarsi o addirittura di creare la propria area tecnologica prendendo spunto dell’esperienza californiana.

Ebbene, secondo il recente studio, elaborato da 2thinknow prendendo in considerazione 162 indicatori, dal nome “Innovation Cities Index 2018” (che comprende 500 città), la città più tecnologica e innovativa al mondo è Tokyo, la capitale del Giappone che, secondo lo studio, “è riuscita ad abbracciare la tecnologia smart e a diventare avanguardia nello sviluppo dell’industria robotica e 3D“. Un risultato che, per certi versi, non sorprende vista la grande fama tecnologica che da sempre accompagna la città di Tokyo. In seconda posizione, prima città europea, troviamo Londra che quindi si conferma come forte hub tecnologico, oltre che come grande centro finanziario a livello globale. In terza, appunto, troviamo la Silicon Valley, la zona di San Francisco e San Jose che, comunque, resta sul podio.

Tokyo high tech innovazione

Nelle prime dieci troviamo anche New York, Los Angeles (dove hanno sede Spanchat e SpaceX di Elon Musk), Singapore, Boston, Toronto, Parigi (nona posizione e seconda città europea) e Sidney.

città tech innovazione tokyo

Come avrete certamente notato, nelle prime posizioni non ci sono città italiane. Infatti per rintracciare la prima città italiana bisogna scendere alla 40esima posizione dove troviamo Milano, in cui hanno sede aziende, segnalate dallo studio, come UniCredit, Pirelli e 505 Gamese; poco lontano dalla città meneghina troviamo la nostra capitale, infatti Roma si trova nella 47esima posizione, e qui, segnalate sempre dallo studio, hanno sede aziende che molto hanno investito sull’innovazione come Enel e Leonardo. Insomma, le principali città italiane arrancano ancora in questo contesto e questo tipo di studio, a livello globale che considera tanti indicatori, aiutano ad avere più chiara la situazione dal punto di vista della tecnologia e dell’innovazione del nostro paese.

Banalmente, lo abbiamo notato nelle zone più alte della classifica, l’innovazione e la tecnologia si realizzano solo se ci sono investimenti, altrimenti nulla avviene per magia. Le grandi aziende, quindi le grandi idee, nascono e crescono se trovano contesti e situazione dove questo può avvenire.

Se guardiamo la classifica da un’ottica Europea non va neanche tanto bene perchè Milano si piazza in 13sima posizione e Roma in 17esima.

Restando sempre sulle città italiane nella classifica globale, dopo Roma troviamo Napoli (136°, 51° in Europa), Torino (164°, 64° in Europa), Firenze (211°, 80° in Europa), Bologna (231°, 89° in Europa), Venezia (277°, 105° in Europa), Parma (295°, 111° in Europa), Padova (318°, 121° in Europa), Verona (319°, 122° in Europa), Modena (333°, 127° in Europa) e poi chiude Trieste (339°, 130° in Europa).

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Franz Russo Blogger, Digital Strategist
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
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