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TikTok verso il divieto o la vendita negli Usa, ma non subito

Il presidente Biden firma la legge che avvia il conto alla rovescia, di nove mesi più altri 3, per il divieto o la vendita di TikTok negli Usa. Un lento addio.

La vicenda del divieto di TikTok o della sua vendita negli Usa è ormai sempre più netta. Con la firma del presidente Joe Biden sulla legge proposta dal Congresso Usa, inizia un vero e proprio conto alla rovescia.

Da questo momento scatta un periodo di 9 mesi, entro il quale ByteDance deve evitare il divieto attraverso la ricerca di un compratore delle sue attività nel territorio Usa. Il periodo può essere prorogato per altri 3 mesi. Solo nel caso in cui si arrivi ad intavolare una trattiva con un potenziale compratore.

L’accelerazione verso la firma di Biden è data dalla approvazione di un pacchetto di aiuti che la Camera ha approvato per poi passare al Senato. Il pacchetto conteneva anche il ddl su TikTok. Ragion per cui l’approvazione del pacchetto comportava anche l’approvazione della stessa proposta e, quindi, dell’inizio di una fase che per molti potrebbe rivelarsi rischiosa.

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TikTok e il possibile ban negli Usa, cerchiamo di fare chiarezza

Cerchiamo, per quel che si può, di fare un po’ di chiarezza.

L’accelerazione è arrivata in un momento in cui sembrava che il ddl stesse per arenarsi. E non avrebbe di certo sorpreso. In questi anni i tentativi di fermare TikTok negli Usa sono stati tanti. Ma la svolta è stata trovata alla Camera, inserendo il ddl in un provvedimento importante. Come l’approvazione di un pacchetto di 95 miliardi di dollari di aiuti che include finanziamenti per Ucraina, Israele e Taiwan.

Si è trattato quindi di mettere in atto un gioco politico per arrivare a sbloccare una situazione sempre più orientata verso lo stallo.

Molti di voi ricorderanno che proprio Joe Biden aveva aperto il suo account, in vista delle elezioni presidenziali di novembre 2024, in occasione del SuperBowl.

La vicenda TikTok negli Usa ha acceso un dibattito molto intenso che ora, con la firma del provvedimento, sarà ancora più acceso.

TikTok strumento utile per molte PMI negli Usa

Primo perchè molte piccole e medie imprese hanno messo in evidenza come lo strumento TikTok sia stato di grande aiuto per superare la crisi post pandemica. E poi perchè un eventuale ban negli Usa significherebbe privare l’accesso alla piattaforma a oltre 170 milioni di utenti.

Argomenti seri che vanno considerati quando si adottano provvedimenti di legge come questi.

Contrario a questo provvedimento si era detto l’ex presidente Usa, Donald Trump. Nei giorni scorsi aveva dichiarato che un eventuale ban di TikTok negli Usa sarebbe stato un regalo a Meta, l’azienda di Mark Zuckerberg.

Un parere che suona strano perché fu proprio lo stesso Trump a dare il via al problema TikTok negli Usa. Fu sempre lui ad essere andato vicino alla vendita della attività di TikTok a Larry Ellison, fondatore di Oracle e grande finanziatore di Trump (oltre che di Elon Musk).

Di quella vendita non si fece nulla. Trump perse le elezioni e per Biden la vicenda non era prioritaria.

TikTok e la figura di Jeff Yass

Molti pensano che il cambio di parere di Trump sia dovuto all’incontro, avvenuto il Florida, con Jeff Yass. Nome non molto conosciuto ai più, ma molto noto nell’ambiente. È proprietario del Susquehanna International Group, società di investimenti. Oggi detiene il 15% di ByteDance, una quota del valore di circa 40 miliardi di dollari.

Yass è molto vicino alla parte politica di Trump ed è uno dei principali sostenitori del Club for Growth, un influente gruppo di destra, e il principale donatore di Protect Freedom PAC, un comitato di azione repubblicano per la raccolta fondi allineato con il senatore Rand Paul, che si è opposto al divieto di TikTok.

Ma poi è cambiato lo scenario geopolitico globale. La crisi energetica prima, l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e la guerra che ne è conseguita, l’attacco di Hamas ad Israele, le tensioni tra Israele e Iran, le tensioni tra Cina e Taiwan. Sono tutte vicende che pongono gli Usa in una posizione diversa, valutando qualsiasi tipo di minaccia.

TikTok, la posizione dell’azienda

Ed è in questo contesto che si è riaccesa l’attenzione su TikTok, considerato dall’intelligence americana una minaccia alla sicurezza nazionale.

TikTok ha sempre negato che il governo cinese abbia una qualche forma di controllo sull’app. L’azienda di proprietà di ByteDance ha promesso di presentare ricorso contro quella che ha descritto come una “legge incostituzionale” pari a un “divieto” che “devasterebbe 7 milioni di imprese e metterebbe a tacere 170 milioni di americani“.

Crediamo che i fatti e la legge siano chiaramente dalla nostra parte e che alla fine dimostreremo le nostre ragioni. Il fatto è che abbiamo investito miliardi di dollari per mantenere i dati statunitensi al sicuro e la nostra piattaforma è libera da influenze e manipolazioni esterne”, ha affermato TikTok.

Non sono di questo parere i deputati Usa.

Mark Warner, presidente democratico della commissione intelligence del Senato, martedì ha dichiarato che il fatto che il governo cinese abbia esercitato pressioni sui membri del Congresso sul disegno di legge indica “quanto Xi Jinping abbia investito in questo prodotto“.

Non commettere errori, questo è un divieto“, ha detto il CEO di TikTok Shou Chew in un video pubblicato su TikTok, contestando le affermazioni di alcuni legislatori che vogliono solo vedere la piattaforma disconnessa dalla proprietà cinese. “Un divieto su TikTok è un divieto su di te e sulla tua voce.

Bandire TikTok dagli store significherebbe che l’app non riceverebbe più aggiornamenti, rendendola sempre più difficile da utilizzare con l’evoluzione dei sistemi operativi e rendendola, quindi, obsoleta.

Al momento l’app continuerà a funzionare ma solo fino a gennaio del 2025. Dopo di che bisognerà vedere l’evoluzione della situazione.

Di certo, non è un ban immediato a TikTok, ma è un lento addio.

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Franz Russo Blogger, Digital Strategist
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
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