I Social Media nella guerra Ucraina-Russia sono, a tutti gli effetti, un nuovo terreno di scontro. Ecco tutte le iniziative messe in atto dalle diverse piattaforme, come conseguenze delle sanzioni adottate contro la Russia.
[Ultimo aggiornamento: 30 marzo]
Sin dall’inizio della guerra Ucraina Russia, abbiamo cercato di raccontare come, in realtà, i social media siano oggi un terreno di scontro all’interno di questa crisi. Parliamo della prima guerra nell’era dei social media, un triste primato, che ci mostra come questi oggi giocano un ruolo fondamentale, per informare e informarsi.
Giunti ormai a oltre due settimane dall’inizio delle ostilità, iniziate il 24 febbraio scorso, giorno in cui è iniziato l’attacco su larga scala da parte della Russia in Ucraina, cerchiamo di fare un po’ il punto della situazione rispetto alle iniziative che le piattaforme social media, o meglio le aziende che le guidano, hanno preso come conseguenza delle sanzioni che buona parte del mondo ha messo in atto.
Come abbiamo detto, in questi giorni di angoscia globale, i social media sono stati usati per offrire un racconto, quasi in tempo reale, di ciò che accade sul campo (qui gli account che suggeriamo di seguire su Twitter), un filo diretto ininterrotto con la guerra, una condizione mai vista prima. Ma, allo stesso tempo, i social media sono stati il mezzo attraverso il quale condividere propaganda, fake news, disinformazione. In situazione di guerra, la propaganda gioca sempre un ruolo, nell’era dei social media tutto questo viaggia a velocità più sostenuta.
Ma vediamo di fare il punto su come i social media si sono comportati, e continuano a farlo, dall’inizio della guerra ad oggi.
Meta, Facebook, Instagram
E partiamo da Meta, la società che vede al suo interno le piattaforme social media come Facebook, Instagram, Messenger. Stiamo parlando delle piattaforme tra le più usate al mondo che superano, singolarmente, il traguardo di 1 miliardo di utenti. Facebook da sola ne fa ormai 3 miliardi.
Ebbene, Facebook tra Russia e Ucraina contava circa 100 milioni di utenti (70 milioni in Russia e 25 milioni in Ucraina). Come sappiamo, alla fine della prima settimana della guerra, Facebook è stata bloccata in Russia, dopo essersi rifiutata di rimuovere le etichette che indicavano i contenuti di disinformazione dagli account delle emittenti televisive russe di stato, come RT e Sputnik. Il passo successivo di Meta è stato quello di sospendere iniziative di advertising da parte di queste emittenti, impedendo loro di usare Facebook come veicolo di informazione.
Meta e l’appello a bloccare gli account
La scorsa settimana Facebook ha risposto all’appello Uk che chiedeva di bloccare gli account di RT e Sputnik. Su Instagram, Meta ha poi criptato tutte le conversazioni private, questo sia in Russia che in Ucraina.
Ed è di oggi la notizia che su Facebook e su Instagram sarà possibile pubblicare contenuti che in altre situazioni sarebbero vietate. Compresi gli inviti a danneggiare o addirittura la morte di soldati o politici russi. Andy Stone, portavoce di Meta, in merito ha detto: “Come conseguenza dell’invasione russa dell’Ucraina, abbiamo temporaneamente fatto delle concessioni verso forme di espressione politica che normalmente violerebbero le nostre regole, come discorsi violenti tipo ‘morte agli invasori russi’. Non permetteremo appelli credibili alla violenza contro i civili russi“. Non si tratta di permettere la possibilità di minacciare liberamente, ma Meta permetterà l’uso di dichiarazioni di difesa nel contesto della guerra.
☝️We demand that 🇺🇸 authorities stop the extremist activities of @Meta, take measures to bring the perpetrators to justice. Users of #Facebook & #Instagram did not give the owners of these platforms the right to determine the criteria of truth and pit nations against each other. https://t.co/1RkrjRmEtA pic.twitter.com/sTacSm4nDt
— Russian Embassy in USA 🇷🇺 (@RusEmbUSA) March 11, 2022
E sempre per quanto riguarda Meta, arriva un nuovo aggiornamento. I procuratori russi si sarebbero rivolti ad un tribunale russo chiedendo che Facebook e Instagram vengano dichiarate “piattaforme estremiste”. Se venisse approvata questa richiesta, si tratterebbe di un ulteriore “giro di vite” rispetto a quello che è la guerra sui social media.
Instagram messa al bando in Russia
[Aggiornamento/12 marzo] Come conseguenza della messa al bando di Instagram il prossimo lunedì 14 marzo 2022, in Russia, Nick Clegg su Twitter pubblica un comunicato in cui spiega, in via eccezionale, che sulle sue piattaforme, modificando in via eccezionale e temporaneamente le regole d’uso, sarà consentito utilizzare “appelli alla violenza contro i soldati russi”, solo in Ucraina. Anche se Clegg aggiunge che non sarà tollerata alcuna forma di “russofobia”.
Responding to reports that the Russian government is considering designating Meta as an extremist organization for its policies in support of speech: pic.twitter.com/Y8sUbZDSML
— Nick Clegg (@nickclegg) March 11, 2022
On Monday, Instagram will be blocked in Russia. This decision will cut 80 million in Russia off from one another, and from the rest of the world as ~80% of people in Russia follow an Instagram account outside their country. This is wrong.
— Adam Mosseri (@mosseri) March 11, 2022
“Meta è una organizzazione estremista”
[Aggiornamento/ 21 marzo]
Come anticipato qualche giorno fa, la richiesta di etichettare Facebook e Instagram come organizzazioni estremiste ha trovato conferma in una sentenza di una Corte russa che ha definito Meta, appunto, una organizzazioni estremiste mettendo al bando tutte le attività sul suolo russo.
Passiamo a vedere adesso cosa ha fatto e cosa sta facendo Twitter, la piattaforma guidata oggi da Parag Agrawal.
Sempre nella prima settimana della guerra, Twitter ha sospeso temporaneamente tutti gli annunci pubblicitari che provengono dagli account delle emittenti televisive di stato russe, in Russia e in Ucraina. Nei primissimi giorni, Twitter ha apposto etichette indicanti contenuti di disinformazione agli account delle Tv di stato russe, riducendo le impressions e il downraniking dei contenuti pubblicati.
We’re temporarily pausing advertisements in Ukraine and Russia to ensure critical public safety information is elevated and ads don’t detract from it.
— Twitter Safety (@TwitterSafety) February 25, 2022
Come anche per Facebook, anche Twitter, sempre alla fine della prima settimana di guerra, è stata messa al bando in Russia. In risposta a questo, Twitter ha rimosso un centinaio di account sulla piattaforma che pubblicavano contenuti a sostengo della Russia con l’hashtag #IStandWithPutin.
Sempre nell’ordine delle iniziative, e proprio in conseguenza del ban in Russia, qualche giorno fa Twitter ha lanciato la versione TOR della piattaforma, sfruttando appunto il sistema che protegge la privacy e aggira la censura, proprio per permettere agli utenti russi di continuare ad usare la piattaforma.
E, notizia di ieri, Twitter, come anche Facebook, ha rimosso il tweet dell’ambasciata russa in Uk, per le false affermazioni riguardanti il bombardamento di un ospedale pediatrico nella città ucraina di Mariupol.
Google e YouTube
YouTube, di proprietà di Google, ha negato l’accesso ai media russi statali per gli utenti in Ucraina e ha sospeso le iniziative pubblicitarie per diversi canali russi. I contenuti video delle emittenti tv statali russe sono stati anche rimossi dai contenuti raccomandati.
Come sappiamo, anche Google ha cessato tutte le sue iniziative pubblicitarie dopo che l’autorità delle comunicazioni russa aveva ordinato al colosso di Mountain View di cessare la diffusione di disinformazione su YouTube.
[Aggiornamento/ 24 marzo]
Il regolatore per le comunicazione russo ha bloccato Google News in Russia, con l’accusa di aver contribuito a diffondere disinformazione. Allo stesso tempo Google non passerà più annunci su YouTube che ignorino la guerra in Ucraina.
TikTok
TikTok, come abbiamo anche riportato qui sul nostro blog, a inizio di questa settimana ha fatto sapere chein Russia non è più possibile caricare nuovi contenuti video e fare nuove dirette. Un provvedimento, ricordiamolo, reso necessario dopo l’approvazione della nuova legge russa sulle fake news che prevede anche fino a 15 anni di carcere. La piattaforma, nei primi giorni della guerra è stata usata spesso, anche da militari, per mostrare scene di guerra, ma anche per diffondere propaganda e disinformazione.
TikTok sospende le dirette e upload di nuovi video in Russia
Nei giorni scorsi, la piattaforma della società cinese ByteDance ha etichettato come fake news i contenuti video degli account appartenenti alle tv russe di stato.
[Aggiornamento/ 18 marzo]
L’app di proprietà della cinese ByteDance ha donato 5 milioni di dollari per sostenere tutte le attività umanitarie che si stanno adoperando per l’Ucraina, tra le quali Unicef e Unhcr.
To support those in need, TikTok has committed $5 million along with matching employee donations to @uncerf, @unicef, @refugees and @pah_org. Visit our Discover hub to learn more and show your support 💪https://t.co/fv6c9QfO9m pic.twitter.com/7hCqVjG50n
— TikTokComms (@TikTokComms) March 18, 2022
Reddit e Snapchat
Anche Reddit ha assunto iniziative in questo contesto. La piattaforma molto usata negli Usa ha vietato la condivisione dei link che facessero riferimento alle emittenti di stato russe.
Snapchat ha sospeso tutte le attività di advertising in Russia, Bielorussia e Ucraina e mettendo in pausa tutte le attività pubblicitarie di entità russe e bielorusse. Snapchat ha anche temporaneamente sospeso la funzione “Snap Map” per l’Ucraina, si tratta della funzione mostra quanti “snap” sono stati creati in luoghi particolari.
Ecco, queste tutte le iniziative messe in atto finora dalle principali piattaforme social media, tenuto conto che tutte hanno preso parte, o organizzato, attività benefiche per l’Ucraina. E in questo contesto va citata anche Pinterest.
Ovviamente, siamo qui ad aggiornare questo articolo man mano che nuove iniziative saranno annunciate.