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Snap pronta a licenziare il 20% dei dipendenti

Snap ha comunicato che a partire da oggi, e per i prossimi giorni, è pronta a licenziare il 20% dei suoi dipendenti. Si tratta di 1.280 dipendenti su 6.400 di diversi reparti, tra cui una parte del team di sviluppo degli Spectacles.

La notizia sta facendo molto discutere e, ovviamente, risolleva il grande tema della recessione all’interno del panorama dei social media, una situazione ormai non tanto celata.

Snap ha comunicato che nei prossimi giorni, a partire da oggi, licenzierà il 20% dei suoi dipendenti. Stiamo parlando di 1.280 dipendenti su 6.400, un numero considerevole. Si tratta di un piano di ridimensionamento dell’azienda programmato ormai da settimane, visto che i problemi dell’azienda di Evan Spiegel non iniziato certo oggi.

Saranno diversi i reparti ad essere colpiti da questo forte ridimensionamento, primo tra tutti il team di sviluppo delle mini applicazioni di giochi. Ad essere colpito sarà anche Zenly, l’app di social mapping che Snap ha acquisito cinque anni fa e che da allora gestisce separatamente.

Snap licenziamenti

Verrà fortemente ridimensionato anche tutto il reparto che lavora all’hardware di Spanchat, vale a dire il gruppo di lavoro che sviluppa gli occhiali in realtà aumentata, Spectacles, e il drone con fotocamera Pixy, da poco cancellato dopo essere stato in vendita solo per pochi mesi.

Non verrà risparmiato neanche il team di vendita degli annunci pubblicitari dell’azienda che è in fase di grande ristrutturazione. Stiamo parlando di un team che lavoro in uno dei reparti più problematici dell’azienda e questo dell’advertising non è solo un problema di Snapchat.

È poi notizia delle ultime ore il passaggio di Jeremi Gorman, chief business officer di Snap, e Peter Naylor, vice president Ad Sales di Snapchat, verso Netflix dove andranno a sviluppare il nuovo team per la vendita di pubblicità e il relativo team di vendite.

Possiamo dire che tutta questa vicenda, per certi versi non sorprende. L’azienda di Spiegel negli ultimi mesi ha perso in borsa l’80% del suo valore e proprio la società a maggio aveva annunciato un rallentamento sulle assunzioni.

Va detto che proprio durante la pandemia Snapchat ha avviato un programma di assunzioni massiccio, un programma che viste le condizioni di due anni fa poteva reggere. Ma poi, alla prova nella fase post-pandemia, quel progetto di espansione si è ridimensionato, scontrandosi con un’altra realtà.

A marzo 2020 l’azienda contava 3.427 dipendenti, arrivando ai 6.446 dello scorso trimestre, questa è la situazione.

Le aziende tech e social media alla prova della recessione

Snapchat, come altre aziende del settore, non è uscita bene dal periodo della pandemia e, sicuramente, tra i vari fattori ha pesato anche la stretta di Apple sul tracciamento degli annunci pubblicitari nelle app iOS, stretta che ha colpito pesantemente anche Facebook.

In tutto questo, la base utenti giornaliera della piattaforma ha continuato a crescere arrivando a 347 milioni di utenti, più di quanto ne abbia Twitter.

Ma, al di là di tutto, ci sarebbe da fare qualche considerazione in più a questo punto, specie se consideriamo il fatto che Snapchat, da quando è quotata in borsa, dal 2017, ha realizzato profitti soltanto una volta. Forse su questo si dovrebbe riflettere, visto che il problema non riguarda soltanto Snapchat e che il fenomeno potrebbe essere molto più vasto.

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Franz Russo Blogger, Digital Strategist
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
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