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Politica e diritti digitali, ecco cosa ne pensano i partiti

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Partiti e diritti digitali. In vista delle prossime Elezioni Politiche 2022, l’analisi di Privacy Network ci permette di vedere cosa ne pensano i partiti di temi come identità digitale e privacy. Il quadro che ne viene fuori è abbastanza deludente.

In questi ultimi anni abbiamo sviluppato l’opinione secondo cui la politica si interessa poco, e con molta sufficienza, di Innovazione, Digitale e Privacy. Si tratta di una opinione che si basa su come la politica ha trattato questi temi e, quindi, qualche base di verità esiste. Opinione che spesso viene messa in relazione, come è ovvio, con quello che si aspettano i cittadini e che spesso manca.

Ma, anche in vista delle prossime Elezioni Politiche 2022, che avranno luogo il prossimo 25 settembre, da più parti ci si chiede come i partiti intendono affrontare questi temi, partendo proprio dai loro programmi.

Ora, nei giorni scorsi vi è stato qualcuno che ha espresso qualche giudizio a riguardo, anche se non in maniera precisa.

Quello che vogliamo fare invece, in questa occasione, è farvi conoscere cosa davvero ne pensano i partiti politici italiani di Innovazione e Digitale e vedere che spazio questi temi occupano all’interno dei loro programmi.

Programmi politici diritti digitali

Per raggiungere questo intento, ci serviamo di una bella analisi che sul tema ha condotto Privacy Network, un team di persone che cerca di attirare l’attenzione del grande pubblico proprio sui diritti digitali. E lo fa con diverse iniziative, una di queste l’analisi di cui vi mostreremo alcuni aspetti salienti.

È vero, ci sono temi e problemi più urgenti, visto il momento particolare che stiamo vivendo, che il nuovo esecutivo si troverà ad affrontare, ma riteniamo che sia comunque utile affrontare temi legati all’identità digitale, al diritto all’uso delle nuove tecnologie, alla tutela dei diritti delle persone nei confronti delle piattaforme social media e anche nei confronti dell’uso di sistemi di Intelligenza Artificiale (AI).

Come dicevamo, nella sua analisi Privacy Network ha voluto verificare quanto spazio i partiti politici italiani dedicano a questi temi all’interno dei propri programmi, in vista delle prossime Elezioni Politiche. Poi è stato usato come indicatore oggettivo il numero di volte in cui vengono citate parole come privacy, cybersecurity, intelligenza artificiale, blockchain e altre. Infine, si è e cercato di capire in modo neutrale l’intento di ogni partito e coalizione in questi ambiti.

Dall’analisi emerge, in generale, che quasi tutti i programmi elettorali parlano diritti digitali e privacy, ma non in modo approfondito.

Ed ecco una sintesi dei singoli programmi dei partiti su questi temi:

Il centrodestra (FdI, FI, Lega, NM) si approccia alle nuove tecnologie come a degli strumenti utili a raggiungere gli obiettivi di programma, non a caso vi si fa riferimento in numerosi ambiti. Il difetto principale rilevato è l’eccessiva genericità e residualità dei punti programmatici che parlano di digitalizzazione. Assenti i riferimenti alla privacy e alla tutela dei diritti umani in ambito digitale. In sostanza, ci sono riferimenti al digitale ma restano, appunto, molto generici. Una genericità imputabile anche al fatto che si tratta di programma elettorale molto breve.

Il programma del PD parla del mondo digitale guardando tanto alla sua funzione strumentale, allo scopo di raggiungere obiettivi programmatici, quanto alle sue possibili derive negative. Il Partito Democratico dedica ampio spazio al tema della tutela dei diritti delle persone nei confronti delle “Big Tech”, ma anche nei confronti dell’uso dei sistemi di intelligenza artificiale. La considerazione che se ne trae è che il programma appare poco leggibile a chi è dotato di una conoscenza approfondita dei temi. E poi, alcuni propositi risultano una ripetizione di quanto già previsto da norme Europee presenti e future.

Il Movimento 5 Stelle nel suo programma mette in risalto il valore dei dati ancor prima che quello delle tecnologie. I dati sono utili per agevolare la conoscenza e la partecipazione dei cittadini. Le informazioni, secondo il M5S, devono essere accessibili per consentire un miglioramento della ricerca, ma anche dell’informazione in ottica di lotta alle fake news. Non vi è alcun cenno sulla tutela della privacy o dei diritti fondamentali nei confronti, ad esempio, delle piattaforme americane.

Programmi politici diritti digitali

Alleanza Verdi Sinistra evidenzia l’importanza dei dati e suggerisce di utilizzarli in diversi settori. Occorre evidenziare che si si riferisce però non ai dati personali ma a informazioni utili al perseguimento delle ricerche e dello sviluppo, senza porre attenzione al tema dei dati personali. Non solo, il programma di Alleanza Verdi Sinistra dichiara apertamente di voler tracciare i dati dei conti correnti dei cittadini al fine di verificare i casi di evasione. Non è da escludere che anche altre forze politiche abbiano simili mire, ma Alleanza Verdi Sinistra lo scrive nero su bianco.

Le nuove tecnologie vengono viste da Azione Italia Viva e Calenda non come una panacea dai non chiari poteri, ma come un set di strumenti concreti e utili a semplificare e migliorare alcuni settori dell’economia del Paese. In questo programma manca completamente il riferimento ai diritti dei cittadini e alla tutela della loro privacy contro le Big Tech.

Nel programma portato avanti da Possibile di Civati viene riservato ampio spazio ai temi digitali e, in particolare, al tema della privacy che viene presa in considerazione anche con riferimento al miglioramento della disciplina dello smart working, nonché con riferimento all’ambito della didattica online. Viene citato espressamente il Digital Market Act, normativa in fase di discussione in UE e relativa alla regolamentazione del ruolo delle Big Tech nei mercati on line. Il programma risulta però carente sotto il punto di vista delle soluzioni tecnico/pratiche. Enuncia i temi ma non le modalità in cui verrebbero affrontati e risolti. Alcune soluzioni proposte (come il diritto alla disconnessione) risultano ridondanti rispetto a quelle già presenti nel nostro ordinamento e/o in quello europeo.

Nel programma elettorale di Unione Popolare manca praticamente del tutto il riferimento alle nuove tecnologie.

Guardando poi il grafico in alto ci si accorge come i partiti considerano all’interno dei programma alcuni punti specifici. Il tema importante della Privacy, come abbiamo visto, non coinvolge la destra e il centro-destra. Per quasi tutti i partiti il Digitale è uno strumento, meno per Alleanza Sinistra Verdi, partito che in generale mostra poca attenzione su questi temi. Gli altri dati si commentano da soli.

Insomma, questa analisi ci offre un quadro abbastanza chiaro di come, ancora, la politica continui a considerare poco i temi e i diritti legati all’Innovazione e al Digitale. L’analisi ci mostra come anche in presenza di alcuni punti programmatici interessanti, manca sempre un supporto concreto e l’intenzione reale di portare il paese ad investire di più in questo senso, al fine di sviluppare un solido sistema di diritti.

Il quadro che ne viene fuori, quindi, è abbastanza deludente e non ci aiuta a smuovere quell’opinione che tutti abbiamo in testa, l’opinione di cui parlavamo all’inizio di questo articolo.

Speriamo tutto questo possa essere utile ad aprire un dibattito serio in modo da contribuire a formulare una opinione più chiara.

A questo link potete consultare l’intero report.

Di questo e dei temi più efferenti alla Privacy si parlerà dal 26 al 30 settembre alla Privacy Week presso gli spazi di Cariplo Factory Milano a Milano.

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Franz Russo Blogger, Digital Strategist
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
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