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Podcast, aumentano gli utenti ma sono ancora pochi i paganti

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Il 30 settembre si celebra la Giornata Internazionale dei Podcast. In Italia aumentano gli utenti che ascoltano podcast, ma pochi sono quelli che pagano per la fruizione degli stessi. Vediamo a livello globale dove sono più ascoltati.

Il 30 settembre si celebra la Giornata Internazionale dei Podcast, la International Podcast Day. La giornata è nata nel 2015 e anno dopo anno è cresciuta fino a coinvolgere podcaster provenienti da 100 paesi, tra i quali tra cui Australia, Nuova Zelanda, Thailandia, Polonia, Germania, Sud Africa, Giamaica, Spagna, Argentina, Messico, Emirati Arabi Uniti, Nigeria, Filippine, India, Francia, Svizzera, Scozia, Regno Unito, Finlandia, Canada, Stati Uniti.

È inutile dire che il fenomeno dei Podcast è in crescita ovunque e anche in Italia, senza dimenticare anche il sensibile aumento del numero degli utenti che preferiscono ascoltare podcast registratosi lo scorso anno. Aumento che, grazie ai recenti dati dell’Osservatorio Digital Content – School of Management del Politecnico di Milano, continua anche in questo anno.

Il mercato italiano è ancora abbastanza contenuto nelle sue dimensioni, lo vedremo anche più avanti guardando altri dati, solo che adesso si pone il vero problema legato alla monetizzazione, ossia alla possibilità di poter costruire una forma di guadagno utilizzando questo strumento.

Podcast aumentano utenti pochi paganti franzrusso intime blog

Se questo è vero in altri paesi, dove esistono podcaster, e anche realtà più strutturate, che sono riusciti a mettere su un’attività sostenibile, non è altrettanto vero nel nostro paese. L’abbonamento al singolo podcast o altre forme più estese per ora non si sono verificate come concrete da questo punto vista.

Nel nostro paese, nel 2021, il 28% degli utenti internet in Italia (erano il 21% lo scorso anno), secondo i dati del report di Politecnico, dichiara di ascoltare podcast, ma solo una parte marginale di essi paga per la fruizione degli stessi. Esiste poi un 20% di “non ascoltatori” che dice di volersi avvicinare ai podcast nel prossimo futuro.

Il problema è quindi sempre legato alla monetizzazione, quindi alla capacità di creare contenuti interessanti e originali per cui gli utenti ascoltatori sarebbero disposti a pagare. Un’operazione non facile, al momento, ma non impossibile.

Come dicevamo prima, ci sono altri dati che ci aiutano a delineare meglio la diffusione dei podcast in Italia e sono quelli di Statista, pubblicati proprio in occasione della International Podcast Day.

Il sondaggio Statista Global Consumer Survey, condotto a livello globale, coinvolgendo da 1.000 a 5.700 utenti per paese (54 in totale, incluso l’Italia), rileva che il paese dovei i podcast sono più ascoltati è la Svezia, con il 47% degli intervistati che dichiara di aver ascoltato almeno un podcast negli ultimi 12 mesi. Sono pochi gli altri paesi dove si registrano percentuali così alte, come Irlanda e Brasile, oltre il 40%.

podcast globale statista

La percentuale di utenti che ascolta podcast negli Usa è del 34% ed è del 31% in Uk. Come vedete dal grafico, anche Canada, Islanda, Spagna, Portogallo Cile, Australia si attestano su una percentuale compresa tra 30-39%.

L’Italia è in linea con i dati che abbiamo visto prima, infatti l’indagine riporta una percettuale di ascoltatori compresa tra 20-29%, percentuale molto diffusa nel resto del mondo.

Diversa la situazione in Cina, dove si registra una percentuale del 19%, la stessa la si riscontra anche in Marocco e altri paesi nel Sud Esta Asiatico. Fino ad arrivare a percentuali molto basse come quella del Giappone, la più bassa con il 5% di ascoltatori di podcast, e di Taiwan, Malesia e Pakistan.

Questa la situazione dei podcast in Italia e a livello globale nel 2021.

E voi li ascoltate i podcast? Siete abbonati a qualche podcast in particolare?

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Franz Russo Blogger, Digital Strategist
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
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