E’ sicuramente il personaggio dell’anno 2008 ed è il “politico 2.0″ per antonomasia, cioè rappresenta quello che la politica potrebbe fare per migliorare i i rapporti coi cittadini rendendoli più partecipi alle decisioni da prendere. Ed è per questo che Obama crea sul suo sito Open for Questions
Da quando è stato eletto lo scorso 4 novembre Barack Obama si è messo subito al lavoro, creando la propria squadra con nomi importanti per rilanciare l’economia per contrastare la crisi, ma soprattutto non ha mai perso di vista la caratteristica che più lo ha contraddistinto durante tulla la campagna elettorale. E cioè, mantenere vivo il suo rapporto coi cittadini che sono stati i grandi protagonisti che lo hanno portato ad essere il primo Presidente degli Usa nero. Ha continuato a privilegiare il web come strumento ideale per dare spazio alle richeste dei cittadini americani, sin da subito ha realizzato il sito Change.gov col quale ha descritto le azioni che prenderà nell’immediato parlando a tutti tant’è che pronunciato il suo primo discorso da Presidente eletto proprio su Youtube, sucitando entusiasmo e stupore, soprattutto dai grigiasti della nostra politica.
E ora lancia una sfida ancora più esaltante. In pratica “Open for Questions” (aperti alle domande) è una sezione del sito nel quale i cittadini in pieno stile web 2.0 pongono le loro domande direttamente ad Obama e le stesse domande saranno votate dagli stessi utenti fono a creare una lista delle richieste più importanti. Solo il primo giorno del lancio dell’iniziativa il sito ha fatto registrare un milione di voti con 10mila domande poste. Il prossimo round di domande avverrà presto e sul sito c’è l’invito a leggere le domande che sono state ritenute più importanti e quindi si legge : “Durante i suoi primi 100 giorni da presidente, abolirà il divieto di ricerca sulle cellule staminali?” e sappiamo tutti che Obama è un sostenitore della ricerca sulle staminali; “Come presidente, cosa farà per ristabilire le garanzie costituzionali che sono state sovvertite dall’amministrazione Bush e per garantire un rinnovamento del sistema di controlli e contrappesi?”. Ecco questo è il tono delle domande degli americani a Barack Obama e altrettanto interessante e schietto è il modo di rispondere di Obama. Insomma tutto questo a noi italiani sembra lontano dal mettere in pratica coi plotici che ci ritroviamo. Nei giorni scorsi abbiamo assistito ai due esempi di politica 2.0 da parte dei due ministri Gelmini e Brunetta, ma questi non bastano e tra l’altro sono pure stati concepiti male e destinati, salvo sorprese, ad una fine molto simile. Per non parlare di Veltroni, il quale riunisce i suoi adepti di Facebook in un ristorante romano lamentandosi del limitati spazi che offre il sito. Oppure realizzando una tv online “Youdem” che non si capisce cosa debba fare e a chi vuole parlare.
Ci dispiace constatare che siamo molto indietro da questo punto di vista e che un Obama della situazione sia ancora lontano a venire, chissà….