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Netizen 2013, la mappa delle web tv in Italia [Infografica]

Netizen 2013 è la ricerca annuale, promossa da Altratv.tv, l’Osservatorio italiano delle web tv, che quest’anno è stata presentata in anteprima all’Internationa Journalism Festival di Perugia alla presenza di Giampaolo Colletti, fondatore di Altratv.tv, di Luca De Biase e di Beatrice Nolli di Directo, l’agenzia che ha curato lo sviluppo dell’infografica che vi presentiamo oggi

Netizen 2013, la ricerca che ogni anno Altratv.tv pubblica per avere il polso della situazione delle web tv in Italia, è stata presentata giovedì scorso a Perugia, all’interno del Festival Internazionale del Fiornalismo, alla presenza di Giampaolo Colletti, Luca De Biase e Beatrice Nolli di Directo, l’agenzia che quest’anno ha curato lo sviluppo dell’infografica che vedete il fondo al post, una novità di questa edizione.

Netizen-2013-Colletti-De-Biase-Nolli

Netizen sta per “internet e citizen” e descrive  da otto anni i cittadini digitalizzati videomaker, ovvero i creatori di web tv, media digitali, community online, blog e videoblog informativi e verticali.

Esito della ricerca è che per la prima volta ci sono meno “antenne” ma più strutturate, e con un uso maggiormente consapevole dei nuovi strumenti, dai social network ai devices mobili.

Nel 2012 si sono registrate 1350 realtà, di cui 584 web tv e 766 media digitali. L’ultimo monitoraggio, quello relativo al 2011, contava 642 web tv, e così la crisi ha bussato anche alle porte dei nuovi media, facendo registrare per la prima volta un segno negativo: -7% rispetto all’anno precedente (2011). Lombardia (81), Puglia (74), Lazio (66) ed Emilia Romagna (50) sono le regioni con la maggiore distribuzione di web tv. Puglia (71), Lombardia (66), Campania, Lazio e Sicilia (65) quelle dove si registra il maggior numero di media digitali. La Pubblica Amministrazione conta 115 web tv, mentre quelle delle università sono 32.

Così i ricercatori di Altratv.tv continuano a monitorare lo stato di salute delle imprese di comunicazione che nascono in rete. La ricerca è stata condotta intervistando 400 “antenne” italiane, distribuite in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale. La ricerca ha riguardato cinque gli ambiti di studio: aspetti editoriali e mezzi produttivi, partner e business model, team e relativa gestione, social network e videosharing, devices mobili.

Così i piccoli player che resistono si strutturano maggiormente, si consorziano, tendono ad influire maggiormente nell’agenda del territorio e ad intercettare community più coese e con investimenti più cospicui. Crescono le realtà con un target verticale (28%), rispetto a quelle di taglio generalista e territoriale (60%). E i pubblici sono la vera novità, più maturi che in passato: due su tre hanno sopra i 24 anni. Cresce l’intesa con la PA: ben il 40% registra riconoscimento e collaborazione (rispetto ad un 36% che denuncia indifferenza) e un 8% formule di finanziamento. Una antenna su due (precisamente il 52%) produce contenuti ottimizzati anche per una fruizione su dispositivi mobili e addirittura un 9% ha sviluppato una app con contenuti “freemium”, ovvero gratuiti e a pagamento.

Dalla ricerca però viene individuato essenzialmente il punto critico che sembra pesare su uno sviluppo maggiore delle web tv e dei loro progetti futuri. Parliamo del problema relativo ai finanziamenti e il dato del 70% delle web tv che va avanti col sostegno dell’ideatore definisce bene quale sia lo scenario attuale. Il periodo di crisi attuale ha reso ancora più evidente in questo periodo questo stato di difficoltà, che come dicevamo prima segna per la prima volta una flessione nel numero di web tv in Italia, e produce due effetti: la chiusura oppure la stagnazione che impedisce qualsiasi progetto di sviluppo futuro. Da questo punto di vista, ci auguriamo che la situazione in generale migliori per permettere alle web tv di poter giocare ancora un ruolo importante, anzi fondamentale.

Interessante notare, infine, che la maggior parte delle web tv tra i social network usa per la maggior parte Facebook (94%), Twitter (78%). Dal punto di vista della pubblicità si registra un 32% che afferma di non usare nessun tipo di pubblicità, mentre il 30 sostiene du fare campagne su Facebook, il 22% usa banners.

In basso l’infografica, sviluppata e curata da Directo, con cui vantiamo una bella partnership, con la preziosa collaborazione del disegnatore Riccardo Pieruccini (Ruggine).

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Franz Russo Blogger, Digital Strategist
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
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5 Commenti

  1. E’ stata una bella sfida, rappresentare in un’infografica una mole di dati così elevata e ricercare tra gli stessi un comune denominatore non è stato facile. La collaborazione ancora una volta dimostra che le sfide si possono accogliere. Grazie alla redazione di InTime, al disegnatore Riccardo Pieruccini ed a tutto il team Directo per il bel lavoro svolto insieme.

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