back to top

Negli acquisti online il valore è preferito al prezzo basso

Nonostante l’economia difficile, il valore trionfa sul prezzo basso e le confezioni più grandi sono le preferite. I consumatori adottano strategie di risparmio diverse in tutto il mondo

consumer onlineNielsen, leader mondiale nelle analisi relative agli acquisti e ai consumi, all’utilizzo e all’influenza dei media, ha reso noto oggi i risultati della Survey Global Online Shopping and Saving Strategies 2011 che evidenzia come gli oltre 25.000 consumatori online in 51 Paesi del mondo adottino per i beni di largo consumo,  strategie di acquisto e di risparmio diverse. Quando si tratta di scegliere un punto di vendita, a livello globale il 61% dei consumatori  è influenzato principalmente dal valore mentre il 58% dal  prezzo basso. A livello di regione questa tendenza si nota  in Asia Pacifico, Europa, America Latina e Nord America mentre in Medio Oriente/Africa la percentuale dei consumatori che preferiscono il prezzo basso è leggermente più alta (59%) rispetto a coloro che valutano il valore (54%). Altri attributi elencati come “altamente influenzanti”  nella scelta del punto di vendita da più della metà dei consumatori online mondiali sono stati: la posizione comoda, le promozioni, gli scaffali ben forniti e l’alta qualità dei prodotti freschi.

Grande è meglio

L’aumento continuo dei prezzi delle materie prime spinge i consumatori di tutto il mondo a preferire prodotti con confezioni più grandi ad un prezzo più basso per porzione (36%). Il 18% dichiara di preferire confezioni nuove e più piccole a prezzi inferiori e circa 1 consumatore su 10 (il 12%) indica una preferenza per le confezioni leggermente più piccole ma al prezzo attuale.

L’opzione meno favorita tra i consumatori di tutto il mondo è l’offerta di prodotti di qualità leggermente più bassa al prezzo corrente seguita dall’aumento proporzionale dei prezzi.

L’uso di coupon varia nel mondo

Quasi la metà (il 48%) dei consumatori intervistati a livello globale ha dichiarato di utilizzare i coupon per risparmiare sulle spese domestiche, la seconda strategia di risparmio più popolare dopo l’acquisto di prodotti in promozione (59%). L’utilizzo di coupon è prevalente in Nord America (65%) e  Asia Pacifico (55%). Stati Uniti (66%), Cina (67%) e Hong Kong (65%) sono i tre mercati principali.

“I coupon sono tornati di moda negli Stati Uniti ” ha affermato Todd Hale, Senior Vice President, Consumer & Shopper Insights, Nielsen. “Un numero crescente di consumatori è alla ricerca di risparmio e grazie allo sviluppo della tecnologia di distribuzione dei coupon, ad esempio il download dagli smartphone e i chioschi in-store,  produttori e distributori stanno rendendo l’utilizzo dei coupon più semplice per i consumatori. In America gli entusiasti dei coupon sono giovani, benestanti con famiglie numerose e big spenders del negozio, tutte caratteristiche attraenti per le aziende produttrici.”

“In Cina, dove l’inflazione, in particolar modo sui prodotti alimentari è in continuo aumento, i coupon sono un ottimo strumento per attrarre i consumatori verso prodotti chiave a prezzi scontati,” ha dichiarato Dale Preston, Managing Director, Retail Measurement, Greater China, Nielsen.

In Europa l’utilizzo dei coupon (38% media regionale) è diverso da nazione a nazione: almeno la metà dei consumatori in diversi paesi dell’Europa occidentale ha dichiarato di utilizzare coupon. In Italia il 50% dei consumatori ricorre all’utilizzo dei coupon per cercare di risparmiare sulla spesa.

“In Belgio I consumatori  sono primatisti nell’utilizzo dei coupon ma in Paesi come la Germania e l’Olanda, l’utilizzo è molto marginale.” ha dichiarato Jean-Jacques Vandenheede, Director, Retail Industry Insights, Nielsen Europe.  “Molti distributori europei sono piuttosto riluttanti all’utilizzo dei coupon perchè si sentono oppressi dalla loro gestione. Tuttavia, con l’avvento di soluzioni digitali come i coupon elettronici e i social media potrebbero nascere nuove forme di coupon per rimuovere queste barriere storiche.”

America Latina (25%) e Medio Oriente/Africa (18%) riportano invece un utilizzo inferiore di coupon.

“In Medio Oriente, i tagli dei prezzi e gli sconti sul volume sono i veicoli promozionali più popolare utilizzati dai distributori ,” ha dichiarato Bassel Adel, Director, Retail Services, Nielsen Middle East/North Africa/Pakistan. “I leaflet, sempre più considerati, spingono i consumatori a recarsi nel punto vendita e i distributori a pubblicizzare le promozioni sulla stampa.”

I consumatori fanno scorte o visite veloci nei punti i vendita?

Le ragioni per le quali i consumatori si recano in un punto di vendita sono molteplici. Il 60% dei consumatori nord americani indica come ragione principale fare scorta di prodotti base, come pane e latte,  il 18% entra nel punto vendita per acquistare pochi prodotti e il 7% dichiara di fermarsi a fare acquisti mentre torna a casa.

In Europa il 37% dei consumatori  si reca nel negozio per fare scorta di prodotti (in Italia il 31%) mentre 1 su 5 (il 21%) acquista quando necessario pochi prodotti essenziali (in Italia il 25%) e il 25% fa un salto quando è a corto di un prodotto (il 18% in Italia).

 “Nei Paesi in cui gli acquirenti hanno la possibilità di scegliere tra diversi negozi come in Italia e in Germania, i consumatori tendono ad acquistare più frequentemente.  Nei Paesi dove invece esistono  pochi distributori e dove il format predominante è quello degli ipermercati il rifornimento è il modello commerciale più dominante.”

 Le scorte di generi alimentari sono meno comuni in Asia Pacifico, America Latina e in Medio Oriente dove solo 1 consumatore su 5 lo indica come ragione primaria per lo shopping trip. Sia in  Asia Pacifico che in Medio Oriente /Africa circa un terzo dei consumatori online indica come ragione principale una visita veloce (32% e 33% rispettivamente). Altre visite vengono fatte per acquistare pochi prodotti essenziali (28% delle visite in Medio Oriente/Africa e il 29% in Asia Pacifico). In modo simile in  America Latina per circa un terzo dei consumatori acquistare pochi prodotti essenziali è la prima ragione mentre per un quarto si tratta di fare un salto veloce per rifornirsi.

Il futuro: formati flessibili

Nel considerare nuovi e flessibili formati distributivi per gli acquisti di beni di largo consumo emerge la preferenza dei consumatori verso la spesa online.  Più della metà dei consumatori globali (il 52%) dichiara di essere disponibile ad effettuare acquisti online se gli stessi sono poi consegnati a casa, un  terzo invece si dichiara disponibile se deve ritirare l’ordine con modalità drive (30%). Un numero maggiore di consumatori—oltre un terzo (36%)—si dichiara disponibile a ritirare un ordine online all’interno del punto di vendita.

In Asia Pacifico oltre tre quarti dei consumatori (77%) è disponibile a usufruire dei benefici della spesa online con consegna a domicilio mentre solo un quinto dei consumatori nord americani (20%) e un terzo di quelli europei (35%) lo è. In Medio Oriente/Africa e in  America Latina circa la metà dei consumatori hanno indicato questa preferenza.  In Italia il 31% dei consumatori si dice favorevole agli acquisti online di prodotti di largo consumo con consegna a casa e il 29% alla spesa online con ritiro nel punto di vendita.

La principale causa della resistenza allo shopping online dei prodotti grocery in Europa e Nord America è l’alto numero dei punti di vendita disponibili,” ha dichiarato Vandenheede. “In Asia Pacifico invece, un numero inferiore di negozi fisici e un consumatore molto digitale creano un terreno fertile per i formati online.”

L’utilizzo di scanner per la registrazione degli acquisti durante il percorso nel punto di vendita che evita attese alle casse è stato riconosciuto positivamente dalla metà dei consumatori online. Il maggior interesse è stato registrato in Asia Pacifico (60% interessati e 14% non interessati a provare), in tutte le regione comunque i consumatori interessati a provare sono in numero superiore rispetto a quelli che non lo sono.

avatar dell'autore
Franz Russo Blogger, Digital Strategist
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
La tua iscrizione non può essere convalidata.
La tua iscrizione è avvenuta correttamente.

InTime Blog Newsletter

Abbonati alla newsletter e resta aggiornato su articoli e approfondimenti 

Utilizziamo Brevo come piattaforma di marketing. Inviando questo modulo, accetti che i dati personali da te forniti vengano trasferiti a Brevo per il trattamento in conformità all'Informativa sulla privacy di Brevo.

Scrivimi

Se ti piace quello che scrivo e se vuoi conoscermi meglio, clicca il bottone qui di fianco.

3 Commenti

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Ultimi articoli

InTime Podcast

spot_img

Articoli correlati
Related

Lo spot Coca-Cola e la IA, quando la magia non convince

Lo spot natalizio della Coca-Cola, realizzato con IA, divide il pubblico. Le critiche riguardano la "freddezza", imperfezioni varie e mancanza di emozione

Social media, da luoghi di interazione a strumenti di potere

Elon Musk c'è riuscito: ha trasformato X in uno strumento di potere politico. Quelli che prima erano strumenti di interazione, oggi sono strumenti di potere.

La fuga da X e crescita delle altre app: come chiudere l’account in sicurezza

La strada di X è segnata e segue quella di Elon Musk. Aumentano gli utenti che abbandonano la piattaforma verso altre app in particolare verso Bluesky ma anche verso Mastodon e Threads.

X pagherà i Creator in base alle interazioni Premium

X da oggi rivoluziona i pagamenti ai creator, puntando sull’engagement degli utenti Premium. E potrebbe portare ad un abbassamento della qualità dei contenuti.