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Musk ha deciso di finanziare Trump, quali effetti su X

Elon Musk, nonostante precedenti dichiarazioni, ha deciso di donare 45 milioni di dollari al mese all’America PAC per sostenere la campagna di Donald Trump. Una scelta che avrà ripercussioni anche su X.

Il Wall Street Journal sostiene, citando fonti, che Elon Musk è ormai pronto a donare 45 milioni di dollari al mese al “America PAC”, un comitato politico che sostiene la candidatura presidenziale di Donald Trump.

Si tratta di una cifra considerevole, la più alta promessa fino ad ora. Anche se al momento non si trova nella lista ufficiale dei donatori, tra questi figurano: Joe Lonsdale, fondatore di Palantir; i gemelli Winklevoss (Cameron e Tyler); Antonio Gracias, attuale direttore del consiglio di amministrazione di SpaceX ed ex Tesla; Ken Howery, uno dei co-fondatori di PayPal.

La donazione è degna di nota perché solo quattro mesi fa Musk sosteneva che non avrebbe donato denaro alla campagna di Trump né a nessun altro candidato presidenziale.

Da rilevare che, a suo modo, Musk ha cercato di smentire le notizie riportate dal WSJ.

Elon Musk e le donazioni ai candidati

Forse non tutti sanno che in realtà Musk ha sempre fatto donazioni ai candidati presidenziali, sia che fossero repubblicani sia che fossero democratici.

Di fatto non è mai stato un sostenitore dei finanziamenti elettorali, anche se in più di un’occasione in passato ha dichiarato che qualora lo avesse fatto sarebbe stato per avere un chiaro tornaconto.

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Ed evidentemente per lui il 2024 è l’anno giusto.

Proprio perché è considerato uno degli uomini più ricchi al mondo, e alla guida di aziende come Tesla e SpaceX, solo per citarne un paio, le sue posizioni politiche hanno un certo peso. E lui ne è consapevole. Forse in passato non tanto, ma adesso ne è assolutamente consapevole.

In passato Musk ha donato anche ai democratici

Come detto, in passato Musk ha donato soldi a repubblicani e democratici. Ha finanziato Barack Obama, nel 2007. Anche se poi non ha effettuato donazioni  a Trump o a Hillary Clinton nella campagna presidenziale del 2016.

Nel 2015 Musk in realtà si diceva molto scettico su Trump. Addirittura nell’ottobre 2015 sosteneva che sarebbe stato “imbarazzante” se Trump avesse vinto la nomination del GOP.

Ma poi c’è stato un cambio di rotta notevole.

Nel 2017 Musk ha cominciato a dirottare le sue donazioni verso i repubblicani, anche se le sue posizioni rispetto al clima era molto più vicine a quelle della Clinton e in contrasto con Trump.

Elon Musk e l’avvicinamento ai repubblicani

La convinzione di Musk verso il partito repubblicano arriva poi nel 2022, quando dichiara di aver votato per la prima volta un candidato repubblicano in Texas. Arrivò anche a dichiarare che sarebbe stato pronto a sostenere Ron DeSantis come futuro candidato presidenziale.

E sempre nel 2022 Musk decide di iniziare la scalata verso Twitter, la piattaforma che lui ha sempre apprezzato e che in quel momento, da tempo ormai, versava in una condizione complicata e vulnerabile.

La storia recente ci dice che dopo un lungo tira e molla, fatto di accuse reciproche, di tribunali e sentenze, Musk acquisisce Twitter. Poi la trasforma in X, la piattaforma attuale.

Ma forse vale la pena sottolineare una motivazione che ha spinto Musk a fare quel passo.

E in questo c’entra anche Twitter

Ovviamente, meglio acquisire una piattaforma come Twitter che pensare di costruirne una da zero. Poi con tutti i dati che quella piattaforma conteneva (e contiene ancora) rappresentava una vera occasione per Musk.

Ma forse c’è di più. Si tratta di un pensiero che ho già espresso ma che è necessario ribadire oggi.

Acquisendo Twitter, Musk voleva dimostrare al mondo il suo peso. Voleva sedersi al tavolo dei grandi media e far sentire la sua voce e far valere la sua influenza.

La donazione cospicua a Trump è la dimostrazione che X diventa un media a servizio di un pensiero politico dichiarato.

E questo può avere un duplice effetto.

Gli effetti della donazione su X

Da un lato attrarre ancora di più gli indecisi, quelli che sono affascinati da Musk e che lo seguirebbero anche rispetto alle sue idee politiche. Questo ovviamente a tutto vantaggio di Trump. E ovviamente a vantaggio suo (il tornaconto a cui ci si riferiva prima).

Dall’altro lato potrebbe allontanare chi non si ritrova nelle idee della destra americana, e dell’estrema destra che spesso Musk cavalca liberamente.

In tutto questo, nel mezzo ci sono gli investitori della piattaforma. Solitamente un indirizzo politico netto può allontanare le aziende che vogliono investire su una piattaforma, proprio perché il tema politico di per sé è divisivo. Quindi un rischio per le aziende che vogliono tenersi lontane dalla politica.

Di fronte a questo scenario, gli utenti potrebbero perdere fiducia verso una piattaforma schierata e di parte. E questo potrebbe portare ad un calo degli utenti.

A proposito di questo, qualche segnale già c’è.

Il tempo medio giornaliero che non torna

Come sapete, X non è più un’azienda quotata in borsa (come era Twitter), di conseguenza non è più obbligata a fornire informazioni dettagliate sul numero degli utenti.

Quindi ci si affida ad una narrazione che spesso cade in contraddizione. Ed è il caso degli ultimi dati diffusi da Musk.

Elon Musk nelle scorse ore dando notizia dell’aumento di utilizzo della piattaforma che si è registrato nei giorni scorsi, ha parlato di “417 miliardi di secondi utente a livello globale”. Un numero che messo così fa decisamente impressione. Ma, a guardar bene, si tratta di un calo rispetto a quello che sosteneva qualche mese fa.

A marzo di quest’anno Musk sosteneva che la durata media per utente di permanenza su X era di 30 minuti. Ebbene 417 miliardi di secondi utente corrispondono a 27,5 minuti. E questo tempo viene registrato nonostante i grandi eventi che su X vengono comunque raccontati e discussi.

Inoltre, 417 miliardi di secondi utente corrispondono a 6,95 miliardi di minuti, un dato inferiore a quello di marzo quando i minuti giornalieri di utilizzo erano 8 miliardi.

Forse si è trattato di un errore e comunque non si tratta di un record.

Il fatto è che evidentemente i dati relativi agli utenti e al tempo di utilizzo non sono così elevati come si vuol far credere. Ed è per questo che vuole dare enfasi prima ai minuti di utilizzo e adesso anche ai secondi.

È indubbio che X stia godendo di quella che era la caratteristica principale di Twitter. Ossia di una piattaforma sulla quale raccontare in tempo reale gli eventi e condividere notizie di prima mano. Ma i dati che vengono diffusi, seppure ancora elevati, denotano che qualcosa sta cambiando.

E, dopo questa cospicua donazione potrà cambiare ancora.

Tra gli effetti, una maggiore polarizzazione

Perché un altro effetto che provocherà questa donazione sarà una maggiore polarizzazione della piattaforma. Più di quanto non lo sia adesso.

Ora, tutto questo per dire che, al netto del fatto che Musk può legittimamente fare ciò che crede, le piattaforme non sono isole poco frequentate. Ma sono luoghi di condivisione dove tutti cercano, attraverso la condivisione di contenuti, di costruire qualcosa.

Come il proprio spazio digitale, il proprio spazio professionale, dove condividere notizie informazioni in diversi ambiti. E proprio perché molto frequentate, sarebbe opportuno fare in modo che restino neutrali per dare modo a tutti di esprimersi e confrontarsi liberamente. Sempre nel rispetto delle regole.

Le scelte politiche si possono condividere o meno, possono dare luogo a conversazioni accese. Ma non devono mai trasformarsi in pretesto per creare spazi che abbandonano il confronto civile, per fare spazio alle offese, a contenuti d’odio, alle minacce.

Ci auguriamo che X resti comunque un luogo dove sia ancora possibile condividere e conversare in modo civile. Un augurio che al momento sembra quasi un miraggio, ma speriamo diventi concreto.

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Franz Russo Blogger, Digital Strategist
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
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