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Meta, i feed cronologici non risolvono la polarizzazione

La polarizzazione sui social media è un aspetto ormai persistente. La ricerca Meta su Facebook e Instagram mostra come i feed cronologici in realtà non risolvono il problema.

I social media, in questo momento alla ricerca di una nuova identità, restano comunque un luogo dove avvengono conversazioni. Gli utenti, specie in questo momento, sono sempre più alla ricerca di luoghi sani, ricerca quanto mai difficile in questo momento per tanti motivi.

Ma è vero che negli anni recenti i social media sono diventati luoghi di forte discussione, di accesi dibattiti che, in più occasioni, hanno portato ad una evidente polarizzazione delle conversazioni e delle opinioni. E questo avviene perché, alla base di tutto esistono algoritmi che decidono in che modo le conversazioni devono orientarsi. E, spesso, verso una accesa polarizzazione.

Per comprendere meglio questo aspetto, Meta, la società madre di Facebook e Instagram, e non solo, insieme ad un gruppo di accademici esterni, ha indagato l’impatto di Facebook e Instagram, sul comportamento politico degli utenti durante le elezioni presidenziali del 2020.

Sono stati prodotti quattro documenti di ricerca che hanno analizzato la polarizzazione all’interno delle piattaforme. Compresa la possibilità di ridurla attraverso l’uso di feed cronologici.

meta social media polarizzazione 2023 franzrusso.it

I risultati, molto interessanti, hanno dimostrato che, in realtà, i feed cronologici non risolvono completamente il problema della polarizzazione. E questo è un dato di fatto.

Meta e i feed coronologici

Gli studi hanno coinvolto circa 208 milioni di utenti attivi con sede negli Usa, quasi la totalità dei 231 milioni di utenti di Facebook e Instagram a livello nazionale al momento della ricerca. Una delle scoperte più rilevanti è stata che gli utenti con diverse convinzioni politiche hanno visualizzato notizie politiche completamente diverse.

Il 97% di tutte le notizie politiche classificate come “false” dai verificatori di fatti di terze parti di Meta è stato visto principalmente da utenti conservatori piuttosto che da utenti liberali.

Per comprendere se i feed cronologici avessero avuto un impatto sulla polarizzazione, i ricercatori hanno sostituito i feed algoritmici di alcuni partecipanti con quelli cronologici per tre mesi tra settembre e dicembre 2020. Un gruppo ha continuato a utilizzare i feed algoritmici come di consueto.

I feed cronologici non risolvono la polarizzazione sui social media

In ogni caso, i risultati hanno mostrato che i feed cronologici non hanno affatto risolto il problema della polarizzazione. Dallo studio emerge infatti che i feed cronologici hanno presentato contenuti più “moderati”, ma hanno anche portato a un aumento dei contenuti politici (+15,2%) e delle notizie “inaffidabili” (+68,8%) rispetto ai feed algoritmici.

Inoltre, la rimozione dei contenuti ricondivisi da Facebook ha portato a una significativa riduzione delle fonti di notizie politiche e inaffidabili nei feed degli utenti. Questa modifica non ha influito sulla polarizzazione, ma ha ridotto la conoscenza complessiva delle notizie degli utenti partecipanti.

I ricercatori hanno intervistato i partecipanti alla fine dell’esperimento per valutare se i cambiamenti avessero avuto un impatto sulla partecipazione politica degli utenti. Si è constatato che non sono state riscontrate “differenze statisticamente significative” tra gli utenti con feed cronologici e quelli con feed algoritmici.

Questi risultati hanno importanti implicazioni per il dibattito sulla polarizzazione sui social media.

I Social Media possono acuire divisioni esistenti

Da un alto si dimostra che la polarizzazione non ha origine sui social media, dall’altro si nota che i dati suggeriscono che i social media possono contribuire ad acuire le divisioni esistenti. La ricerca in questione evidenzia, dunque, in maniera lampante, la complessità della questione e la necessità di effettuare ulteriori studi per comprendere appieno il ruolo dei social media nella polarizzazione.

Il presidente degli affari globali di Meta, Nick Clegg, ha accolto i risultati dei ricercatori e ha sostenuto che le piattaforme di Meta svolgono un ruolo minore nella divisione politica. Nonostante tutto, gli accademici che hanno preso parte alla partnership hanno suggerito che la durata degli studi potrebbe essere stata troppo breve per rilevare cambiamenti significativi nel comportamento degli utenti.

Inoltre, altri fattori esterni, come i media tradizionali, potrebbero influenzare in modo significativo le convinzioni degli utenti.

Cercando di arrivare alla conclusione, la ricerca evidenzia che i feed cronologici non risolveranno completamente il problema della polarizzazione sulle piattaforme di social media. Un dato che in parte sorprende per il fatto che in tanti ritenevano essere il contrario.

La questione è complessa, come dicevamo prima, e richiede ulteriori indagini per comprendere appieno come le piattaforme social media contribuiscono ad alimentare il fenomeno della polarizzazione e come affrontare questa problematica in modo efficace e responsabile.

Anche perché, da qui in avanti, nei prossimi mesi ci si prepara ad eventi di portata politica notevole. Uno su tutti è rappresentato dalle elezioni presidenziali Usa del 2024. Un nuovo, importante, banco di prova per le piattaforme social media, anche se in un momento di particolarmente fluido.

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Franz Russo Blogger, Digital Strategist
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
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