Medium, l’azienda fondata da Evan Williams che ha creato nel 2012 la piattaforma online di blogging, ha annunciato di aver licenziato 50 dipendenti, la chiusura della sede di New York e quella Washington. Tutto questo porta l’azienda a ricercare un nuovo modello di business. Ma quale? E come realizzarlo?
Un inizio d’anno brusco per Medium che si trova nella condizione di licenziare 50 dipendenti, un terzo della forza lavoro attuale. La piattaforma online di blogging fondata nel 2012 da Evan Williams (già co-fondatore e CEO di Twitter) aveva chiuso il 2016 con numeri incoraggianti: 60 milioni di persone che utilizzano stabilmente la piattaforma, una crescita del 140% in termini di visite sulla piattaforma, un’ammontare di contenuti che sono ad oggi 7,5 milioni, con una crescita del 295%, con firme autorevoli e personalità internazionali. I licenziamenti riguardano i settori dell’azienda delle vendite, del supporto e di altre figure legate allo sviluppo del business. La decisione comprende anche la chiusura della sede di New York e quella di Washington.
Ma evidentemente tutto questo non ha funzionato, o comunque, come spiega Williams nel suo post, non è servito a raggiungere l’obiettivo della missione che ci si era preposti. Un’azienda, qualsiasi essa sia, deve reggersi su un modello che possa permetterle di perseguire l’obiettivo, di monetizzare, rientrare gli investimenti e di investire. Medium ha cominciato a vendere anche propri prodotti pubblicitari, come storie sponsorizzate per i brand. Una modalità che, come ammette Williams, ha permesso a Medium di crescere ulteriormente, ma non tanto da realizzare una crescita concreta da alimentare lo sviluppo dell’azienda. E quindi serve un nuovo modello di business che permetta una crescita adeguata. Non è necessario avere una sacco di visite quando poi non si monetizza in maniera adeguata per mantenere e far crescere la macchina.
Williams scrive che oggi il sistema è retto dalla pubblicità, un sistema che porta alla creazione di contenuti sponsorizzati che poi, nel contesto di Medium, non ha portato i risultati sperati. Nel suo post il fondatore non specifica quale modello verrà adottato da oggi in avanti, ma certo fa capire che si possa mettere su un modello che possa “premiare” i creatori di contenuti. Lascia presagire un modello quindi che preveda un pagamento per quegli autori che, attraverso i loro contenuti, realizzano risultati interessanti, quindi in base all’impatto del loro lavoro. Certo, proviamo ad ipotizzare e non è chiarissimo, ma la strada indicata sembra essere questa. Tradotto, se gli autori hanno successo verranno premiati. Ma come? Su quali basi si reggerà questo sistema? Da quello che sembra, sarà molto difficile da mettere in piedi.
La svolta di Medium, comunque, porta a fare una grande riflessione sul mondo dell’advertising e sulla creazione di contenuti. Oggi il mondo dell’advertising online, come sappiamo, vede la presenza di due grandi player che sono Google e Facebook, di conseguenza è davvero dura realizzare risultati da un sistema che non preveda la presenza di questi due attori, ossia i principali. Su questo, forse, si è arenato il modello di Medium, ma sarà difficile, se non arduo, realizzarne uno nuovo. Di certo, sarà interessante seguirlo e monitorarlo.
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