Il processo di trasformazione coinvolge inevitabilmente anche le Media Company che devono trasformarsi in “Media tech Company”, abbracciando la platform economy.
Il grande processo di trasformazione che la pandemia da Covid ha accelerato, non ha risparmiato le Media Company. In un momento in cui gli utenti hanno dovuto rinunciare alla libertà di muoversi, per via dell’emergenza sanitaria, ecco che le media company, quindi i grandi player nazionali del mondo della tv e dell’informazione televisiva, e non solo, sono diventate un vero punto di riferimento. Ed è proprio in quel momento che si è avvertita la necessità di mettere in atto un modello nuovo, che andasse verso la direzione della “platform economy“. Le aziende del settore hanno compreso in quel momento che le esigenze degli utenti erano cambiate e che la stessa emergenza le metteva di fronte alla necessità di far fronte ad una domanda di intrattenimento e di informazione continua e diretta.
Ecco, questo è lo scenario in cui oggi si muovono le Media Company, soprattutto a fronte della emergenza scatenata dalla pandemia che ha accelerato un processo di trasformazione che era comunque in atto. La strada è quindi quella indicata dalla platform economy, le Media Company abbracciano modalità di interazione con gli utenti implementando nuove tecnologie come Intelligenza Artificiale, Cloud e 5G per essere in grado di formulare un’offerta nuova e competitiva.
Sono questi i temi che sono stati al centro dell’ultimo Festival della Tv e del Nuovi Media di Dogliani, un’occasione straordinaria per riflettere come il settore sia cambiato proprio durante la pandemia e come fare tesoro di questa esperienza per il futuro.
Le Media Company devono diventare “Media Tech Company”, è questa la strada che indica Accenture, main sponsor della manifestazione piemontese e partner strategico dei grandi player del settore, tra cui TIM Vision. Le aziende devono diventare sempre più data-driven e cloud-based. Si parla quindi di “Media-Morphosis”, una decisa accelerazione verso un nuovo modello di business sostenibile e resiliente, che sappia cogliere le opportunità derivanti dalle tecnologie sempre più accessibili con investimenti continui per sviluppare servizi e contenuti rilevanti per i clienti.
“Le aziende devono affrontare il mercato attraverso una nuova organizzazione.“, ci dice Vittorio Micheli – Managing Director, Media Industry Lead di Accenture, “Vanno rivisti i modelli di business per affrontare un mercato che sta cambiando, un mercato che vede al centro il cliente che è sempre più esigente. L’offerta va quindi rivista in chiave più profilata alle esigenze del cliente e il processo di trasformazione coinvolge tutti i reparti dell’azienda. L’emergenza sanitaria ha messo in evidenza un problema in termini di ricavi, ma ha messo in evidenza quanto il digitale sia l’asset su cui investire. Un altro aspetto è quello relativo ai contenuti che vanno rimodulati e non concepiti più come fini a sè stessi“.
Lo sviluppo della “Media Tech Company” vede al centro il Cloud. Oggi i Cloud Provider sono fondamentali per gli Over The Top (OTT) fornendo un’infrastruttura di distribuzione nativa dei contenuti a un segmento alternativo a quello che si appoggia al digitale terrestre o al satellitare e che oggi è pari al 77% dell’Internet Media. Ma la “nuvola” non si limita a questa funzione. Il mercato Cloud italiano, secondo i dati dell’Osservatorio Cloud Transformation del Politecnico di Milano, nel 2019 ha raggiunto un valore pari a 2,77 miliardi di euro. In termini di spesa assoluta riferita alle filiere merceologiche, le prime tre posizioni sono occupate dal Manifatturiero (25%), dal Bancario (20%) e dal settore Telco e Media (15%). A riprova del fatto che la “contaminazione” di business contigui ormai è una realtà.
“Durante la pandemia”, ci ha raccontato Andrea Fabiano – VP Multimedia di TIM, “ci siamo accori della grande domanda di contenuti informativi, ma c’è stata una grande richiesta di evasione, gli utenti volevano contenuti di intrattenimento, come serie tv, film documentari. Siamo riusciti a rispondere a tutte le esigenze dei nostri clienti grazie proprio alle partnership che TIM Vision ha messo in atto con Netflix, Amazon, Now Tv, Disney.”
Ecco, un altro aspetto interessante di questa trasformazione è quella della partnership, vista come un modo per rispondere alla continue esigenze del mercato. Ci si unisce per un biettivo comune.
Uno scenario comunque possibile anche grazie al fatto che oggi le Media Company italiane nel 2019 hanno investito su Big Data Analytics & Business Intelligence per il 14% (circa 1,7 miliardi di euro), dietro solo al settore delle banche (28%) e quello manifatturiero (21%).
A livello generale, il 93% delle grandi aziende considerate nel campione ha investito in Analytics, soprattutto in progetti di Advanced Analytics. Il che coincide con un insieme di tecnologie che ricorrono all’intelligenza artificiale (AI) e agli algoritmi di machine learning per svolgere analisi approfondite ed estrarre pattern e insight dalla propria base clienti. Una base destinata a offrire un quadro minuzioso dei propri stili di consumo anche grazie all’avvento del 5G con cui non subiranno più i limiti della latenza o della larghezza di banda né le abbuffate da binge watching.
Cristian Rengo – Managing Director, Strategy & Consulting – Communications & Media Industry di Accenture: “La disintermediazione riguarda oggi anche il contenuto che viene proposto ai clienti dalle aziende. Il processo di trasformazione in atto vede prevalere la logica di ecosistema all’interno della quale le aziende realizzano contenuti sempre disponibili per i propri clienti, in maniera diretta. Contenuti che abbracciano sempre di più gli interessi e i gusti dei clienti stessi“.
Ma quali sono i vantaggi che derivano da questo processo di trasformazione per le Media Company?
Sicuramente, su tutti, uno dei vantaggi più evidenti è quello di poter poi affrontare tutte le sfide future e in questa fase il ruolo di Accenture è fondamentale. L’azienda ha realizzato un modello, denominato Wise Pivot caratterizzato da una serie di passaggi per abbracciare sempre più il modello basato su Cloud e data-driven.
Per comprendere come il Wise Pivot trovi attuazione nel settore Media, Accenture Research ha intervistato nel 2019 i C-level di 8356 aziende presenti in 20 Paesi. L’indagine si è focalizzata sull’uso delle tecnologie, il grado di adozione nonché la predisposizione organizzativa e culturale alla loro adozione. A livello macro, la ricerca ha evidenziato che gli innovatori cosiddetti “leader” ottengono il doppio della crescita dei ricavi (9%) rispetto ai “ritardatari” (4%). Nel dettaglio, la transizione da Media Company classica a Media Tech Company permette di reinterpretare, il proprio core business alla luce delle innovazioni tecnologiche. La strada da perseguire per il successo è quella verso la redditività, investendo in capitale, risorse umane e innovazione.
Ecco le 5 direttive principali su cui muoversi:
- Una dotazione tecnologica all’avanguardia, che permetta di guidare l’innovazione e ridurre la dipendenza dai fornitori di software.
- Un nuovo modello operativo costruito sui reali obiettivi di business, collaborativo e in grado di monetizzare sia i contenuti che i big data.
- La formazione di una forza lavoro con un nuovo set di abilità e capacità, in grado di lavorare in modo proficuo con le nuove tecnologie.
- La creazione di un ecosistema di partner basato sulla co-creazione e sulla collaborazione, per favorire la generazione e la diffusione di un approccio altamente innovativo.
- Nuove metriche per la misurazione del successo del business, basato sia sull’analisi dei dati che su un sistema di valori condiviso.
Ecco, questo era uno dei capitoli più interessanti che volevamo portare alla vostra attenzione riguardo alla trasformazione digitale che tocca anche le Media Company, soprattutto dopo la grande emergenza scatenata dalla pandemia da Coivd-19. Se è vero che questa pandemia ha permesso alle aziende, di qualsiasi settore, di accelerare in chiave di trasformazione digitale, questo non ha risparmiato sicuramente le Media Company. Quella indicata da Accenture è la strada da perseguire e noi continueremo a raccontarvela.
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