Nuovo doodle animato oggi sulla homepage di Google. L’omaggio stavolta è per i 200 anni dalla prima pubblicazione delle “Fiabe del Focolare” dei Fratelli Grimm. E quella nel doodle è Cappuccetto Rosso
Nuovo grande doodle oggi sulla homepage di Google ad omaggiare i 200 anni dalla prima pubblicazione delle “Fiabe del Focolare” dei Fratelli Grimm, Jacob Ludwig Karl e Wilhelm Karl, in una sequenza di immagini che raccontano una delle favole più conosciute, amate, raccontate e rappresentate, Cappuccetto Rosso.
L’antologia di favole raccolte dal 1812 al 1815 è suddivisa in due parti, dal 1-200 sono le Fiabe; dal 201-210 Leggende per bambini. Tra le Fiabe troviamo ovviamente “Cappuccetto Rosso“, ma anche “Il Principe Ranocchio“, “Raperonzolo“, “Hansel e Gretel“, “Cenerentola“, “Il Gatto con gli Stivali“. Insomma quelle che ancora oggi sono le favole che accompagnano i nostri bambini nella conoscenza delle favole e che ancora oggi riscontrano grande successo di pubblico grazie a rivisitazioni e rappresentazioni cinematografiche.
Le storie dei fratelli Grimm hanno spesso un’ambientazione oscura e tenebrosa, fatta di fitte foreste popolate da streghe, goblin, troll e lupi in cui accadono terribili fatti di sangue, così come voleva la tradizione popolare tipica tedesca. L’unica opera di depurazione che sembra essere stata messa consapevolmente in atto dai Grimm riguarda i contenuti sessualmente espliciti, piuttosto comuni nelle fiabe del tempo e ampiamente ridimensionati nella narrazione dei fratelli tedeschi.
Gli psicologi e antropologi moderni sostengono che molte delle storie per bambini della cultura popolare occidentale, incluse quelle narrate dai Grimm, sono rappresentazioni simboliche di sensazioni negative quali la paura dell’abbandono, l’abuso da parte dei genitori, e spesso alludono al sesso e allo sviluppo sessuale. Lo psicologo infantile Bruno Bettelheim, nel suo libro Il mondo incantato, sostiene che le fiabe dei Grimm siano rappresentazione di miti freudiani. Secondo altri studiosi, le fiabe dei Grimm conterrebbero il retaggio di miti più antichi e simboli derivati dalla tradizione alchemico-ermetica. Questa lettura a dire il vero si ritrova già presso Alchimisti del Sette e Ottocento. Fra i saggi più recenti (in lingua italiana) che cercano di rintracciare questo particolare filone, troviamo “Alchimia della Fiaba” di Giuseppe Sermonti e “Favole Ermetiche” di Sebastiano B. Brocchi.