Nick Clegg lascia Meta e Joel Kaplan lo sostituisce. Svolta dal chiaro segno politico per Meta che in questo modo si allinea alla nuova amministrazione Trump.
Le dimissioni di Nick Clegg da Presidente degli Affari Globali di Meta arrivano in un momento particolare per il gigante di Menlo Park. L’azienda di Zuckerberg si trova ad affrontare un momento decisivo per il suo posizionamento, a livello politico e sociale.
L’uscita di scena di Clegg è stata accompagnata dalla nomina di Joel Kaplan, una figura di spicco della politica conservatrice americana, che assumerà il ruolo strategico di Presidente degli Affari Globali.
Si tratta di una scelta che implica questa breve considerazione: rappresenta un segnale di cambiamento per Meta, che segue la direzione politica che sta per prendere piede alla Casa Bianca.
Il mandato di Nick Clegg in Meta
Nick Clegg, ex Vice Primo Ministro del Regno Unito (nel governo guidato da David Cameron), ha guidato Meta in diverse fasi molto delicate della sua storia recente. Molti di voi lo ricorderanno, arrivò subito dopo lo scandalo di Cambridge Analytica. Uno scandalo che doveva essere risolto anche sul piano politico, ecco perché la scelta cadde su Clegg.
Durante il suo mandato, iniziato nel 2018, ha affrontato questioni come la gestione della crisi in Ucraina, l’impatto globale della pandemia e, soprattutto, la controversa sospensione dell’account di Donald Trump dalle piattaforme del gruppo dopo gli eventi del 6 gennaio 2021.
Clegg è stato un sostenitore di politiche che cercavano di bilanciare libertà di espressione e responsabilità, ma il suo approccio ha spesso incontrato critiche sia da destra che da sinistra.
La sua gestione ha contribuito a rendere l’immagine di Meta come un’azienda impegnata a regolamentare i contenuti con un approccio globale. Va detto, però, che il suo lavoro ha anche evidenziato i profondi contrasti, anche politici, che stanno caratterizzando il mondo digitale.
Conservatore, ma forse non quanto Joel Kaplan. E questo è un punto da tenere a mente.
Un profilo di Joel Kaplan
Con la nomina di Joel Kaplan, Meta vuole intraprendere un nuovo corso. Stavolta, non in antitesi ma in sintesi con la corrente politica che sta per insediarsi alla guida degli Usa per i prossimi quattro anni.
Kaplan, con un passato nell’amministrazione di George W. Bush, ha ricoperto ruoli come Vice Capo di Gabinetto per le Politiche, consolidando la sua esperienza in strategie governative.
Dal 2011, è stato una figura centrale in Meta come Vicepresidente per le Politiche Pubbliche Globali, diventando una sorta di collante tra l’azienda e i legislatori conservatori.
La scelta di Kaplan, dunque, riflette una precisa volontà: consolidare i rapporti con l’amministrazione di Donald Trump, che si prepara a iniziare il suo secondo mandato presidenziale.
Kaplan collabora con Trump e con il vice J.D. Vance a Wall Street. Quindi, esiste una correlazione diretta.
Meta ha già manifestato questa intenzione attraverso una donazione di 1 milione di dollari al fondo inaugurale di Trump. Una mossa che ha suscitato reazioni contrastanti e che collega chiaramente la nomina di Kaplan a un cambio di rotta politico.
Nuova direzione politica per Meta
Sembra evidente che la nomina di Kaplan evidenzia l’intenzione di un allineamento di Meta, seguendo per certi versi l’approccio adottato da altre piattaforme. Come ad esempio X sotto la guida di Elon Musk.
Kaplan è stato già criticato in passato per aver favorito pubblicazioni conservatrici come Breitbart News e per aver limitato interventi contro la disinformazione, con l’obiettivo dichiarato di evitare percezioni di parzialità contro i conservatori.
Questa nuova direzione potrebbe segnare un cambiamento netto di Meta, tradizionalmente percepita come un’azienda più progressista o neutrale.
L’avvicinamento alla destra Usa rappresenta una strategia rischiosa, lo sappiamo, come qualsiasi altra scelta politica. Ma per Meta potrebbe essere potenzialmente redditizia, soprattutto in un contesto politico polarizzato come quello attuale.
Allo stesso tempo, apre scenari complessi sul fronte etico e reputazionale.
Meta verso una convergenza con Musk?
Con Kaplan alla guida degli Affari Globali, Meta potrebbe perseguire una strategia di apertura alle conversazioni politiche, predisponendo maggiore flessibilità e una visione ancora più estesa della libertà di espressione.
Un approccio che potrebbe attrarre nuovi utenti e consolidare la presenza di Meta tra le piattaforme preferite dall’elettorato conservatore. Anche se rischia di allontanare una parte della base progressista e di attirare ulteriori critiche sui temi che afferiscono alla disinformazione.
Se Meta decidesse di seguire questo percorso, potrebbe nascere una sorta di convergenza tra le piattaforme social che abbracciano la linea politica incarnata da Trump e dalla destra americana. Sarebbe un cambiamento sorprendente per un’azienda che, fino a pochi anni fa, era spesso criticata proprio dalla destra come ostile alle loro posizioni.
Meta alla ricerca di un nuovo equilibrio
Come detto, il passaggio di mano da Nick Clegg a Joel Kaplan rappresenta un momento importante per Meta. Da qui potrebbe prendere vita un cambio di strategia rispetto al nuovo posizionamento politico. Ma anche rispetto alla gestione delle relazioni con le istituzioni a livello globale.
Questo cambio di leadership non è solo una questione di passaggio di funzioni, ma è un segnale chiaro di una possibile svolta politica. L’allineamento a un’agenda più conservatrice potrebbe ridefinire il ruolo di Meta nel panorama digitale e politico a livello globale.
La domanda che resta aperta è: quale impatto avrà questa scelta sul futuro della piattaforma e sulla sua percezione pubblica? Meta sta davvero adottando una strategia ispirata alla far right, o si tratta di una mossa per compiacere il contesto politico attuale?
Non si hanno certezze da questo punto di vista, anche se i segnali, come abbiamo visto, sono molto chiari. Vedremo col passare delle settimane e dei mesi se tutto questo sarà confermato dai fatti.