Le condivisioni sui Social Media sono in calo, è un dato inconfutabile che chiunque gestisca un sito o un blog può constatare. E anche le visualizzazioni delle pagine, come rileva nel suo “Content Trends Report 2018” Buzzsumo. La saturazione dei contenuti porta sempre più verso una riduzione dell’attenzione del pubblico, quindi verso una riduzione delle condivisioni.
Per gli gestisce un sito di informazione o per i blogger questa notizia forse sarà già risaputa, un dato con cui, forse staranno combattendo già da qualche mese. La notizia è che le condivisioni sui social media sono in calo. Il dato emerge, in maniera chiara, dal nuovo report di Buzzsumo “Content Trends Report 2018“. E notizia nella notizia è che, per la prima volta, si nota un calo delle visualizzazioni delle pagine, dato però che riguarda solo i siti e blog che si poggiano su wordpress.com. Molti dei blogger e dei siti di informazione però poggiamo sulla versione estesa di WordPress, ma il dato, per certi versi può essere riscontrato anche in questa circostanza.
Il dato del calo delle condivisioni Buzzsumo lo ha rilevato considerando 100 milioni di articoli pubblicati da gennaio a novembre 2017 e comparandoli con lo stesso periodo del 2015.
Questi due grafici dimostrano in effetti il calo nelle condivisioni. La ricerca mostra come solo una piccola parte dei contenuti pubblicati riesca ad ottenere un numero di condivisioni alte.
Il primo grafico rappresenta la distribuzione dei contenuti sui social media.
Invece, l’istogramma che vedete qui sopra ci mostra che solo una piccolissima parte riesce a raggiungere le 350 condivisioni, il restante 95% registra condivisioni molto basse.
Guardate, questo in alto è il calo delle condivisioni di Buzzfeed.
Se la notizia è questa, la domanda che viene spontanea è: “perchè?”. Prima di passare ad una possibile risposta, sapete che per blogger e siti di informazione il dato relativo alle condivisioni sui social media è di grande importanza, per il fatto che costituisce il dato più visibile, quello che balza subito agli occhi del lettore realizzando una equazione che spesso, o comunque non sempre, non corrisponde a qualità. E cioè: più è condiviso, più è interessante. Non è sempre così. E su questo ci si potrebbe ragionare per mesi.
Ma restiamo sempre sulla notizia, come sapete ormai da più di 2 anni Twitter ha eliminato il contatore delle condivisioni, cioè di quante volte il contenuto viene twittato. Il tutto per risparmiare risorse in quanto quei contatori assorbono molta energia dai server. Fu un vero panico. Successivamente fu la volta di Google+, e qui, per la verità nessuno (o quasi nessuno) se ne accorse, si proseguì come se niente fosse. All’inizio del mese di febbraio è stata la volta di LinkedIn a togliere il contatore di quante volte il contenuto venisse condiviso sulla piattaforma, lo riportava l’amico Riccardo Scandellari sulla sua pagina Facebook, complicando ancora di più le cose. Sembra che al momento come contatore ancora attivo sia rimasto quello di Facebook.
Ora, fatta questa premessa che aiuta a comprendere il contesto (anche se può sembrare solo in parte scollegata da questa notizia), arriva il report di Buzzsumo a dirci che le condivisioni sui social media sono in calo. E la spiegazione è presto detta, e ci avvaliamo di un grande esperto come Mark Schaefer il quale sostiene che tutto questo era prevedibile, per il semplice motivo che l’aumentare dei volumi di contenuti pubblicati avrebbe avuto come conseguenza il calo d’attenzione da parte del pubblico. Questo si riversa direttamente sul conseguente calo delle condivisioni. Quello che sostiene Schaefer, e che constatiamo anche nella nostra attività qui su InTime, è che è vero che si deve essere primi a dare una notizia, ma alo stesso tempo di deve essere originali. E questo è in effetti molto difficile.
Qualche consiglio su come agganciare una notizia calda, con qualità
Fateci caso, quando una notizia comincia ad essere “calda” vedete che in poco tempo comparirà, quasi come un continuo copia-incolla, più o meno ovunque. In quel momento il lettore ha già avuto la notizia, l’ha già letta. Se si dovesse tentare di riportare la notizia, perchè importante e in linea con la propria linea editoriale, allora è necessario fare uno sforzo di qualità notevole. E come? Intanto conviene lanciarsi sulla scia se si conosce bene il tema che si sta trattando, dare un’orizzonte storico ad una notizia, anche appena uscita, è sinonimo di conoscenza dell’argomento e il lettore se ne accorge. A quel punto, conviene arricchire, in maniera abbastanza veloce, tutto dando il proprio punto di vista, dare un tocco personale ad una notizia di cui tutti già parlano ma che, per la fretta, omettono alcune considerazioni importanti. Questo si traduce in un contenuto di qualità. Ma, badate bene, tutto deve essere fatto in velocità.
Altro consiglio è quello di, data una situazione in cui tutti parlano di quella notizia, di puntare su un tema ristretto, di nicchia, alla vostra portata, a quel punto andrete a sparigliare le carte in tavola. Anche questa è una strategia difficile da mettere in pratica, ma estremamente efficace. In questa strategia vale molto puntare su community di nicchia e puntare, quindi, sui gruppi di Facebook, ad esempio.
Di fatto, in questa difficoltà si trovano anche agenzie e marketers che troveranno grandi difficoltà a spiegare ai clienti questo calo delle condivisioni che va a confluire in un calo delle metriche generale. Il dato che emerge è che si deve andare oltre a questa visione che abbiamo avuto finora, si deve cominciare a ragionare su nuove metriche, come appunto al costruzione di una community interessata, si deve ragionare in termini di qualità e dare valore e significato alla SEO, spesso dichiarata per morta in questi ultimi anni. Qualche settimana fa riportavamo il dato che Facebook sta portando sempre meno traffico ai siti, tra l’altro dato che si lega bene alla notizia che stiamo dando adesso, notando anche che il search ha sorpassato i social in termini di traffico referral. Google ha sempre il suo valore.
Ecco, alla luce di tutto questo, per quanto possa sembrare difficile, si deve cominciare a ragionare su elementi nuovi. Il valore di un contenuto non può essere più solo, e soltanto, misurato dalle condivisioni sui social. Ma c’è bisogno di guardare altrove. sarà un percorso non facile, certo, ma doveroso.
Ovviamente, queste sono solo considerazioni su una notizia basate molto sull’esperienza diretta, che non hanno valore assoluto, esprimono solo un punto di vista. Per questo, se avete anche voi considerazioni da fare, esprimere pareri e condividere esperienze, questo è il luogo adatto per farlo. Potremo contribuire a sviluppare nuove idee.
Potete scaricare il report da qui.
[…] Molti di voi ricorderanno quando ad un certo punto si era data per spacciata la SEO, la Search Engine Optimization, sostenendo che i Social Media avrebbero sostituito la ricerca organica dei contenuti attraverso i motori di ricerca. Ma dopo qualche anno abbiamo scoperto che non è così, anzi, forse non lo è mai stato del tutto. La SEO ha sempre fatto la sua strada, solo che ad un certo punto qualcuno ha smesso di seguirla. E i dati emersi in questi ultimi due anni, e più recentemente, negli ultimi mesi, ci dicono che la SEO ricopre ancora un ruolo rilevante per la gestione dei nostri contenuti. Qualche mese fa, nel febbraio di questo anno, avevamo pubblicato i dati di Shareaholic che ci dicevano che il search aveva superato i social media, in termini di referral, quindi di traino del traffico verso i siti e i blog. Un calo che ha determinato una strada da seguire per la creazione dei contenuti, che è quella maestra della qualità. […]