Avete mai provato a pensare quanto sia cresciuto il web in questi anni? Proviamo a dare qualche risposta con l’aiuto di uno studio interessante di Pingdom.
Se provate a pensarci un attimo dieci anni sul web sembrano molti di più. Perchè il web corre e si ha spesso la sensazione che corra più del tempo. Pensare com’era il web dieci anni fa è come guardare una foto in bianco e nero e pensare come erano lontani quei tempi. E in effetti sono solo dieci anni. Ma nel 2000 il web era targato 1.0 e Google non era il colosso che è oggi. E soprattutto gli italiani sul web non erano tanti quano invece lo sono oggi.
Il primo dato che va considerato è che dieci anni fa sul web vi erano 361 milioni di utenti e oggi ce ne sono quasi due miliardi, per la precisione, 1 miliardo e 967 milioni. Numeri impressionanti. Va considerato poi che il web in questi hanni non è solo cresciuto in altezza, numeri di utenti, ma soprattutto in larghezza, nel senso che si è esteso su altri paesi che hanno contribuito alla crescita del web nel mondo. Solo dieci anni fa il web si ditribuiva su dieci paesi che costituivano il 73% delle presenza complessive; oggi invece questo dato è sceso al 60%.
La crescita del Web in Europa e in Italia
Guardiamo più da vicino come è cresciuto il web in Europa e soprattutto in Italia. Per quanto riguarda l’Europa, si è passati dai 105,1 milioni del 2000 ai 475,1 milioni di oggi. In pratica gli utenti sono aumentati di 370 milioni con un tasso di crescita del 352%. Solo l’Asia fa meglio, con un tasso di crescita nei dieci anni del 622%.
Ma in Italia? Cosa è successo in dieci anni? Nonostante la situazione del web nel nostro paese non sia ottimale, considerato anche i numerosi problemi infrastrutturali, gli utenti negli ultimi dieci anni sono passati da 13,2 milioni del 2000 ai 30,026,400 (fonte Internet World Stats); e mentre nel 2000 l’Italia figurava nella top-ten, oggi non più anche per il fatto che il web si è globalizzato e quindi altri paesi sono cresciuti sul web. Il tasso di crescita del nostro paese supera il 100%, ma spalmato sui dieci anni è del 10% o poco più l’anno. Non tantissimo, si può fare di più. La Germania è cresciuta del 171%, laFrancia del 425%, l’Inghilterra del 234%. Insomma si dve fare necessariamente di più. E poi, come abbiamo già fatto notare, il tasso di penetrazione del web nel nostro paese è ancora basso, cioè se si rapporta il numero degli abitanti con il numero degli utenti sul web. Nel nostro paese è del 51%, basso, ancora molto basso.
Le cose da fare sono ancora tante. Come già detto, quando anche nel nostro paese si comincerà a guardare al web come elemento di crescita che vale almeno quanto valgono gli altri, allora questi dati prenderanno tuttìaltra piega. Ma conituare a considerare la rete come altro, o solo altro, ecco che i risultati sono questi.
Varrebbe pero’ la pena di annotare che la crescita è stata ed è tuttora assolutamente disordinata.
Per fare un paragone un contadino non puo’ essere contento della crescita di tutto quello che “viene su” nel suo campo, perchè accanto al grano crescono molte erbacce , oppure la crescita è disorganizzata e si sviluppa solo su piante che non sono utili al suo business. Mi riferisco soprattutto al fatto che se il web è cresciuto non sono cresciute le infrastrutture logiche, politiche , legali ed economiche. Non sono ancora ben definite, ad esempio, leggi che tutelano effettivamente i netsurfers contro i crimini informatici.
E non mi riferisco solo a truffe di carte di credito, ma al furto di dati o a veri e propri ricatti infomatici.
Si potrebbe anche considerare come negativo il fatto che notizie e informazioni possono si’ girare in rete liberamente,ma talmente liberamente che si puo’ anche inventare uno scoop giornalistico e farlo apparire reale solo perchè è ababstanza diffuso su internet. In sostanza quello che giornalisticamente parlando era il controllo delle fonti diventa oggi piu’ difficile e meno affidabile.
Il paradosso è che una notizia puo’ essere vera per il semplice fatto che la ritroviamo duplicata/clonata su piu’ e piu’ siti. Il web diventa quindi un sistema caotico nel quale si possono sfruttare pieghe e anfratti che , come in una jungla, possono essere posti per nascondersi sia per sfuggire a qualcosa ,sia per preparare agguati.
L’uso dei social network poi è diventatao un surrogato di comunicazione e di contatto “con l’altro” al punto, parossale, di avere 1500 mici su FB e non conoscere il vicino di casa (a meno che , casulamente , non lo si riconosca in una icona di FB !!!).
Infine , e questo è invece un grosso motivo di preoccupazione (almeno per me) la crescita tecnologica di internet ha corrisposto solo in parte ad una crescita di lavoro e di opportunità reali. O meglio , internet ha creato si occupazioni nuove e nuove forme di lavoro ma anzichè renderci piu’ liberi ci ha resi piu’ schiavi (schiavi di una fattoria virtuale in Farville, schiavi della necessità di scaricare la posta elettronica sempre e dovunque, schiavi dell’ultimo secondo nelle aste su ebay).
Il tutto è additato come demoniaca forma di distrazione sul lavoro e partono i divieti e i blocchi sui server dei pc di uffici e aziende….
LAvoriamo di piu’ con internet,ma non lavoriamo meglio!
LA mia sensazione è quella che siamo bambini ai quali non è stato regalato un giocattolo,ma un immenso Luna Park del quale consociamo solo in parte le attrazioni e le giostre. Il fine del gioco che è divertirsi… non c’e’ piu’. Il fine è il gioco stesso e quindi subentra la disillusione, la frustrazione, la paura …
Le perplessità che poni caro Ruggero accompagnano il web ormai da diversi anni e sono piuttosto fondate. Buona parte di quello che dici è sotto gli occhi di tutti. Vero è però che manca una certa cultura del web nel nostro paese. Manca la consapevolezza che il web è un prezioso strumento di crescita, di innovazione, di arricchimento e di cultura. Va saputo usare, certo. Ma va anche diffuso, ed è quello che manca nel nostro paese. Molti indicatori ci dicono che nel nostro paese aumentano gli utenti del web, ma sono sempre meno rispetto a quelli degli altri paesi. Soprattutto se guardiamo alla penetrazione che il web ha nel nostro paese: il 51%. Poco, molto poco per poter pensare che ci sia nel notro paese una certa cultura della rete. La Macedonia sta meglio di noi. Per non parlare di paesi come la Germania, do ve l’indice di penetrazione supera il 90%.
Noi non siamo in grado ancora di modificare il decreto Pisanu, ormai superato, che darebbe certamente una svolta alla diffusione del web nel nostro paese. Ci ritroviamo con una classe politica assolutamente inadeguata, senza distinzione di colore politico, a legiferare o provare a creare una coscienza del web. Proprio oggi allo IAB Forum, c’è stato un dibattitto fra giovani politici sullo stato del web in Italia. La sensazione che ho avuto è stata che sebbene fossero giovani, più o meno la mia età, misembravano ragionassero con la mentalità del vecchio politico e a malincuore ho pensato che non cambierà nulla.
In quesro stato di ignoranza è facile che si insidi la nomea che il web è “perdita di tempo” o che sia “un luogo per fannulloni” e quant’altro. Perchè non c’è dall’altra parte una vera coscienza di cosa possa essere capace il web, il saper utilizzare correttamente la rete.
Speriamo che cambi preso qualcosa, anche se ne dubito…