La Commissione UE ha inflitto una multa ai due colossi Apple e Meta per aver violato il DMA. Un caso che potrebbe rendere ancora più accese le relazioni tra Usa e UE.
La Commissione Europea ha inflitto oggi una sanzione a due dei più grandi colossi tecnologici Usa.
Apple e Meta sono state multate rispettivamente per 500 milioni e 200 milioni di euro[1] per aver violato il Digital Markets Act (DMA), la nuova normativa dell’UE pensata per garantire maggiore equità e trasparenza nei mercati digitali.
E questa volta, si tratta della prima vera multa ufficiale per mancato rispetto delle regole del DMA.
L’indagine era stata avviata nel marzo 2024[2].

Perché Apple e Meta sono multate dalla UE
Nel comunicato ufficiale rilasciato dalla Commissione Europea, si legge che Apple e Meta non avrebbero rispettato l’obbligo previsto dal DMA di offrire agli utenti europei “un servizio equivalente che utilizzi meno dati personali”.
Un obbligo non accessorio, ma centrale nel nuovo impianto normativo, che mira a riequilibrare il rapporto tra i cosiddetti gatekeeper (i grandi intermediari digitali) e gli utenti finali.
Secondo l’analisi della Commissione, Apple avrebbe ostacolato gli sviluppatori nell’informare gli utenti su opzioni di pagamento alternative all’App Store. Ma soprattutto non avrebbe offerto una scelta chiara agli utenti su un sistema che tratti meno i loro dati personali.
Meta, dal canto suo, avrebbe violato lo stesso principio nella recente introduzione dell’abbonamento no ads, che non offrirebbe in modo adeguato un’alternativa che non comporti l’uso estensivo dei dati.
Cos’è il DMA e perché è importante
Il Digital Markets Act è entrato in vigore nel novembre 2022, ma ha iniziato a produrre effetti concreti solo da marzo 2024, quando è entrato in piena applicazione.
Si tratta di una normativa ambiziosa con cui l’Unione Europea mira a regolamentare l’attività dei grandi attori digitali – designati ufficialmente gatekeeper – imponendo loro obblighi chiari in materia di interoperabilità, trasparenza e protezione dei dati personali.
La logica alla base del DMA è semplice. Se pochi attori dominano il mercato digitale europeo, devono rispettare regole più severe per evitare comportamenti anticoncorrenziali e garantire agli utenti finali maggiore libertà di scelta.
In questo contesto, le sanzioni di oggi segnano una svolta. Si tratta delle prime multe effettive basate proprio sulle violazioni del DMA, e potrebbero aprire la strada a un confronto ancora più acceso tra Bruxelles e le big tech americane.

“Le decisioni odierne inviano un messaggio forte e chiaro. Il Digital Markets Act è uno strumento cruciale per liberare potenziale, scelta e crescita, garantendo agli operatori digitali la possibilità di operare in mercati contendibili ed equi. Protegge i consumatori europei e crea condizioni di parità. Apple e Meta non hanno rispettato il DMA”. Sono le parole a commento di Teresa Ribera, Vicepresidente Esecutiva per una Transizione Pulita, Giusta e Competitiva
Le tensioni geopolitiche e l’ombra di Trump
La notizia arriva in un momento già teso nelle relazioni tra Stati Uniti e Unione Europea. I dazi introdotti recentemente dagli USA su alcune esportazioni europee – e le possibili contromisure da parte dell’UE – hanno acceso un clima di scontro commerciale che si intreccia sempre di più con la regolamentazione del digitale.
Proprio in questo clima, Meta – così come altre grandi aziende tecnologiche – avrebbe chiesto nelle ultime settimane l’intervento di Donald Trump, in vista delle elezioni presidenziali USA, affinché eserciti pressione sull’UE per ammorbidire l’applicazione del DMA.
Una mossa che, se confermata, suggerisce un’escalation non solo economica, ma anche politica, nel rapporto tra Bruxelles e Silicon Valley.
Non è un mistero che le big tech abbiano sempre mal digerito l’idea di una regolamentazione europea autonoma. Ma l’approccio dell’UE, soprattutto in ambito digitale, è oggi più determinato che mai.

“Consentire la libera scelta di aziende e consumatori è al centro delle norme stabilite dal Digital Markets Act. Ciò include garantire che i cittadini abbiano il pieno controllo su quando e come i loro dati vengono utilizzati online e che le aziende possano comunicare liberamente con i propri clienti. Le decisioni adottate oggi dimostrano che sia Apple che Meta hanno privato i propri utenti di questa libera scelta e sono costrette a modificarne il comportamento. Abbiamo il dovere di proteggere i diritti dei cittadini e delle imprese innovative in Europa e mi impegno pienamente per raggiungere questo obiettivo”.
Henna Virkkunen, Vicepresidente esecutivo per la sovranità tecnologica, la sicurezza e la democrazia
Cosa potrebbe succedere adesso
Le sanzioni comminate oggi rappresentano un segnale forte e inequivocabile. L’Unione Europea è disposta ad applicare il DMA fino in fondo.
Apple e Meta, con 60 giorni di tempo per adeguarsi, potrebbero fare ricorso, certo, ma difficilmente questo rallenterà la macchina regolatoria europea. Anzi, è probabile che altre indagini, tuttora in corso, possano portare presto a ulteriori sanzioni nei confronti di Alphabet (Google), Amazon e TikTok.
Dal canto loro, gli Stati Uniti potrebbero interpretare questo come un attacco diretto alle aziende americane, alimentando le frizioni commerciali in corso.
E con Trump alla Casa Bianca, la questione DMA potrebbe diventare uno dei nodi più delicati nelle relazioni transatlantiche.
Insomma, ci troviamo al primo vero banco di prova dell’efficacia del Digital Markets Act. È anche una dimostrazione che l’UE, almeno sul fronte della regolamentazione digitale, non ha intenzione di restare a guardare.
Vedremo come si svilupperà questa vicenda nei prossimi giorni.
Riferimenti e fonti
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- (n.d.). Press corner | European Commission. Retrieved from https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_25_1085
- (n.d.). Indagine UE su Apple, Meta e Google ai sensi del nuovo DMA. Retrieved from https://www.franzrusso.it/condividere-comunicare/indagine-ue-apple-meta-google-dma/