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Italiani e Lavoro: merito e competenze, ma ancora poco smart

Adecco ha presentato i dati sulle assunzioni a tempo indeterminato nel 2015: 5 mila lavoratori assunti. E ha presentato anche i dati della ricerca “Gli italiani e il lavoro a tempo indeterminato, tra miti e desideri” dalla quale emerge che gli italiani apprezzano il lavoro a tempo indeterminato ma cercano occasioni per accrescere le competenze.

In un mercato del lavoro orientato essenzialmente verso la creazione di posti di lavoro a contratti a tempo indeterminato, in Italia cominciano ad affacciarsi, seppur timidamente, concetti come smart working e freelance. La persona che cerca lavoro in Italia oggi guarda sicuramente a come migliorare le proprie competenze andando alla ricerca di un posto che glielo permetta. E quando si chiede “come ti vedi fra 5 anni?” 3 su 4 (il 74% dei lavoratori) di vede come lavoratore dipendente e solo il 22% risponde che svolgerebbe una professione autonoma.

Questo per introdurre all’indagine che ha presentato Adecco, oggi azienda leader nel settore, a Milano presso la Villa Necchi, annunciando anche che nel 2015 sono stati assunti 5 mila lavoratori a tempo indeterminato. Un risultato che è stato possibile, come ha affermato Andrea Malacrida, CEO Adecco Italia, grazie alla diversificazione dei servizi e sicuramente all’introduzione del Jobs Act. Di conseguenza, Adecco è il primo datore di lavoro in Italia.

adecco lavoro

I dati di Adecco nel 2015, assunti 5 mila lavoratori

Dai dati in possesso di Adecco, elaborati dall’Università Cattolica di Milano, i nuovi contratti attivi sono stai 4.606 e il settore più presente da questo punto di vista è quello Industrial (Metalmeccanico, Commercio, Chimico, Occhialeria) con il 61,7% dei contratti; segue poi il settore Impiegatizio, 9,2%; Vendite e Marketing 7,7%; IT 4,7%. Il 66,9% degli assunti a tempo indeterminato da Adecco sono uomini, solo il 33,1% le donne. Il 29% delle aziende che assumono a contratti indeterminati hanno dimensioni comprese tra i 251-1000 dipendenti; 51-250 dipendenti sono il 25,3%; 0-50 dipendenti sono il 21%. Il 44,7% dei lavoratori è diplomato, il 22,8% possiede invece una laurea. Per quanto riguarda l’età dei lavoratori, il 30,7% ha un’età tra i 30-39 anni, mentre un quarto dei lavoratori assunti ha 25-29 anni. Il 93,7% dei contratti prevede una tipologia di lavoro full-time, solo il 6,3% è part-time. Il 50% dei contratti è localizzato nel Nord Ovest del paese; Nord Est il 25%; al Sud solo il 5,4%.

L’occasione della presentazione di questi dati importanti, che ci danno il polso della situazione del mercato del lavoro oggi in Italia, è stata anche quella di presentare i dati di un’interessante indagine che Adecco ha commissionato a Community Media Research dal titolo “Gli italiani e il lavoro a tempo indeterminato, tra miti e desideri“, utile per capire come gli italiani ri relazionano con il “posto fisso” e quali sono gli strumenti che oggi adottano per trovare lavoro.

Il 42% vede il lavoro a tempo indeterminato come una tutela, il 19% come una costrizione

Dalla ricerca emerge che il 65% degli intervistati dichiara che negli ultimi anni è rimasta uguale la possibilità di crescita professionale, il 23,3% dichiara invece che è migliorata. Il 39% dichiara che è peggiorata la loro condizione dal punto di vista dello stress mentale e psicologico. Per il 71,6% è rimasta uguale la stabilità del proprio posto di lavoro, il 18,8% dichiara che è migliorata.

E’ interessante notare che, in relazione al significato attributo al contratto a tempo indeterminato, il 42% lo vede come una forma di tutela utile per formare delle prospettive future e lo affermato i lavoratori 25-44 per lo più al Centro Sud, mentre il 19% lo vede come una forma di costrizione, lo considerano così i lavoratori 25- 34 anni del Nord Est e del Centro.

Il 75% ritiene che il contratto a tempo indeterminato consenta di fare progetti per il futuro, mentre il 53% risponde che oggi è una sicurezza illusoria.

Per quanto riguarda le affermazioni su Lavoro, da evidenziare che il 57,6% dichiara che chi si mette in proprio ha più possibilità di valorizzare le proprie capacità. Un’affermazione importante che poi, purtroppo, e lo vediamo anche con questi dati, non trova applicazione pratica. La libera professione infatti è scelta, in un’ottica da qui a 5 anni solo dal 22% degli intervistati. Infatti il 74,7% risponde da qui a 5 anni vorrebbe svolgere un’attività da dipendente, il 59,6% vorrebbe avere più tempo libero e il 40,4% vorrebbe guadagnare di più.

Sempre dalla ricerca emerge che al momento l’89,5% degli intervistati non sta cercando una migliore situazione di lavoro; solo il 3,4% risponde di sì attivamente. E come lo fanno? Il 28,7% lo fa mandando CV alle aziende, il 25,2% grazie al passaparola, il 18,5% affidandosi alle banche dati di CV online.

Noterete che solo il 2,9% lo fa attraverso i social network, un dato molto al di sotto delle aspettative, anche se per qualcuno non è una sorpresa. Solo per fare un veloce raffronto, una ricerca di Pew Research negli Usa rilevava che il 35% degli americani usa i social media per cercare un nuovo lavoro, il 43% dei 18-29 anni. Il 21% ha fatto domanda attraverso i social media, il 29% dei 18-29 anni e il 23% dei 30-49 anni.

Ritornando alla ricerca di Adecco, il 59% ritiene che lo Smart Working (la possibilità di lavorare da casa con tutti i vantaggi che esso comporta) sia impossibile per il lavoro che sta svolgendo oggi. Il 15,3% lo rifiuterebbe e solo il 19,2% lo accetterebbe. Tra quelli che lo rifiutano, il 67,3% dichiara che non vuole lavorare da casa; il 9,1% lo rifiuta addirittura perchè lavorerebbe di più. Tra quelli che lo accetterebbero, il 74,2% (quindi 3 su 4) lo farebbe per conciliare meglio lavoro e famiglia.

Questi dati ci dicono che gli italiani in verità apprezzano ancora il contratto a tempo indeterminato anche se vogliono vengano valorizzate le competenze e il merito. Certo, siamo ancora lontani da una situazione che comprenda nuove forme occupazionali capaci di creare nuove opportunità e nuove condizioni di lavoro. E’ necessario che da qui a breve chi di competenza si renda conto che, di fianco alla realtà attuale, esistono anche situazioni che stanno emergendo che permetterebbero ai lavoratori nuove opportunità. Manca ancora al conoscenza adeguata, la coscienza soprattutto, e la necessità ci creare misure e garanzia per attuarle.

Infografica Adecco Gli-italiani-e-il-tempo-indeterminato-tra-miti-e-desideri

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Franz Russo Blogger, Digital Strategist
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
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