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Italiani e Social Media, 1 utente su 3 non distingue la pubblicità dai contenuti

Blogmeter ha realizzato l’edizione 2018 dell’interessante ricerca, “Italiani e Social Media”, uno spaccato su come gli italiani si relazionano con i Social Media. La ricerca individua due categorie social: quella “di cittadinanza”, dominata da Facebook, e quella “funzionale”, dove figurano Trip Advisor e Messenger. Inoltre, 1 utente su 3 non distingue la pubblicità dai contenuti.

Blogmeter ha presentato l’edizione 2018 della ricerca annuale “Italiani e Social Media“, uno spaccato attraverso il quale conoscere e comprendere come gli italiani si relazionano con i Social Media. La ricerca è stata realizzata attraverso interviste a 1.500 utenti, tra i 15 e i 64 anni, iscritti ad almeno un canale social.

La ricerca individua due categorie di social: quelli di cittadinanza e quelli funzionali. I social di cittadinanza sono quelli che gli italiani usano più spesso, sono quelli che contribuiscono a definire le nostre identità di relazione. Questa categoria è dominata da Facebook, indicato dall’84% del campione intervistato come il social più usato. A seguire, YouTube (58%) e Instagram, quest’ultimo cresce in un anno del 6%, passando dal 40 al 46%. Restando sempre nella categoria “social di cittadinanza”, WhatsApp continua a giocare un ruolo importante e passa dal 91% al 94% di utilizzo quotidiano: per gli utenti questo è un considerato un social (nel senso di relazione) e non un semplice servizio di messaggistica.

L’altra categoria social individuata dalla ricerca è quella “funzionale”, in questa categoria vengono considerati tutti quei social che riescono a soddisfare un bisogno specifico e del momento, come può essere la ricerca di un ristorante o di un hotel. Ed infatti, qui scopriamo che i principali sono Trip Advisor e Facebook Messenger, i quali crescono entrambi del 4%, rispetto al dato registrato lo scorso anno.

social media social cittadinanza funzionali

Notate come per Twitter la percentuale di chi lo usa “più volte al giorno” e di chi lo usa “ogni tanto” è quasi identica: 28% e 27% (lo scorso anno era 26% e 31%, c’è un piccolo miglioramento). Una simile proporzione la si riscontra anche per quanto riguarda Pinterest (lo scorso anno 15% e 17%). E per LinkedIn è praticamente identica: 23% (anche se lo scorso anno era 20% e 25%) tra gli lo usa ogni giorno e chi lo usa ogni tanto. Google Plus viene usato come Trip Advisor, la percentuale di chi lo usa ogni tanto (38%) e più alta di quelli che lo usano ogni giorno (23%), e anche questa è una notizia.

I motivi per cui gli Italiani usano i Social Media

Dalla ricerca emerge una polarizzazione: il 42% degli intervistati dichiara di limitarsi a leggere contenuti altrui, il 13% afferma di scrivere prevalentemente propri post, senza particolare attenzione a quelli degli altri. Il restante 45% legge, scrive o commenta. Facebook si conferma il social preferito per una pluralità di scopi. Tra le novità spicca la preminenza per leggere e condividere recensioni, che lo vede preferito anche a Trip Advisor. Instagram è il social di riferimento per seguire le celebrity (in crescita rispetto al 2017); YouTube e Pinterest invece sono utilizzati per trovare stimoli e idee. Crescono le menzioni di Facebook Messenger (+7%) come canale per comunicare con le aziende.

1 utente su 3 non distingue la pubblicità dai contenuti

La pubblicità su Facebook e Instagram è considerata dagli utenti italiani utile come fonte di stimoli rispettivamente per il 26% e il 33% degli intervistati. Però dalla ricerca emerge un dato che diventa automaticamente il più rilevante. Ed è il fatto che su questi canali molti utenti tendono a non distinguere la pubblicità dai contenuti, un dato che vale per 1 utente su 3. Su questo bisognerebbe aprire una profonda riflessione per quanto riguarda la capacità degli utenti nel prestare attenzione a quello che leggono e per quanto riguarda i creatori di contenuti.

social media pubblicità

 

Notate le risposte: “non ci faccio caso” (Facebook 33%, Instagram 34%), mentre la pubblicità veicola “suggerimenti utili” (Instagram 33%, Facebook 26%).

Mentre invece viene considerata in modo più critico la pubblicità su YouTube, ritenuta fastidiosa dal 75% degli intervistati.

Nel 2018 l’e-commerce si conferma fortemente correlato all’uso dei social: chi acquista frequentemente online è tra i più frequenti utilizzatori dei social network. Rispetto all’anno scorso cresce la quota di chi dichiara di acquistare cosmetici e prodotti per la persona (+6%), prodotti per animali domestici (+4%), pasti a domicilio (+3%) e articoli per bambini (+3%). Il 50% degli intervistati ritiene che incrementerà i propri acquisti online nell’anno a venire.

La ricerca si sofferma anche su quelle che sono le icone social e, da questo punto di vista, gli intervistati indicano tra le personalità che seguono di più, e cioè: Chiara Ferragni e Clio Zammatteo; la terza personalità influencer per citazioni è anche quest’anno Gianni Morandi.

I nativi digitali, la Generazione Z dei ragazzi tra i 15 e i 24 anni, confermano i dati della ricerca: il 95% degli intervistati utilizza WhatsApp tutti i giorni e il 75% usa anche con Instagram. Per il 37% dei giovanissimi la pubblicità su social media, quali Facebook e Instagram, risulta utile e il 5% ha ammesso di aver acquistato prodotti perché visti sui profili social di una social icon. Questa categoria di utenti preferisce comunicare con le aziende utilizzando servizi di messaggistica istantanea, in misura decisamente maggiore rispetto ad altre fasce d’età. Un dato che conferma il fatto che per questa generazione la dimensione digitale è una e non ce ne sono altre, come viene ritenuto invece dalla altre generazioni.

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Franz Russo Blogger, Digital Strategist
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
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