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Indice qualità vita digitale, Italia in chiaro scuro

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Il report annuale dell’Indice sulla Qualità della Vita Digitale (DQL) di Surfshark, vede l’Italia piazzarsi al 27° posto, perdendo 7 posizioni rispetto allo scorso anno. Pesano valutazioni basse per qualità di Internet e accessibilità. Meglio sulla cybersecurity.

Siamo sempre connessi a dispositivi e la nostra vita è sempre più digitale. Ma dal punto di vista della qualità di vita digitale, appunto, come siamo messi? A questa domanda rispondiamo oggi con i dati della terza edizione dell’Indice sulla Qualità della vita Digitale (DQL, Digital Quality Life), lo studio DQL viene condotto dalla società di sicurezza informatica Surfshark e valuta i paesi sulla base di una serie di cinque pilastri fondamentali del benessere digitale.

Il nostro paese quest’anno, perdendo 7 posizioni rispetto allo scorso anno, si piazza comunque al 27° posto su 110. L’Italia si piazza poi al 19° posto per quanto riguarda la sicurezza informatica, al 25° per quanto riguarda l’infrastruttura informatica, sempre al 25° posto per l’amministrazione digitale.

Il punto dolente è rappresentato, come ben sappiamo, dalla qualità di internet che è poco soddisfacente, infatti ci piazziamo al 40° posto e siamo al 41° per accessibilità. Ma vediamo meglio i dati.

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Lo studio, molto interessante, come dicevamo, evidenzia il passo indietro compiuto dal nostro paese, perdendo 7 posti rispetto allo scorso anno, andando a posizionarsi dietro a Spagna e Francia. Un calo determinato essenzialmente dai punteggi più bassi per quanto riguarda la qualità di Internet e l’accessibilità.

Nonostante tutto, l’indice della sicurezza informatica in Italia è migliore del 30% rispetto alla media globale e uno dei criteri con il punteggio più alto è proprio quello che riguarda la cybersecurity.

La velocità di internet in Italia è inferiore rispetto a quelli dei paesi limitrofi; la velocità di internet a banda larga è 2 volte più veloce in Francia e Spagna. Tuttavia, ha registrato un miglioramento del 68% dall’inizio della pandemia del COVID-19.

Per quanto riguarda l’accessibilità ad internet l’Italia è superiore rispetto alla Spagna, ma dall’anno precedente il punteggio è calato del 70%. Le persone in Italia devono lavorare complessivamente 2 ore e 23 minuti al mese per permettersi di avere accesso al pacchetto internet a banda larga più economico.

Le opportunità digitali si sono rivelate più importanti che mai durante la crisi del COVID-19, evidenziando l’importanza per ciascun paese di garantire a pieno la possibilità di lavorare da remoto per la propria economia,” così ci ha detto Vytautas Kaziukonis, CEO di Surfshark. “Questo è il motivo per cui, per il terzo anno di fila, continuiamo ad effettuare studi sulla qualità della vita digitale, i quali ci consentono di avere un quadro di insieme esaustivo sul modo in cui i paesi eccellono in termini digitali. L’indice pone le basi per discussioni significative su come l’avanzamento digitale influenzi la prosperità di un paese e sulle aree che possono essere migliorate”.

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Guardando il quadro complessivo, 6 dei 10 paesi con i punteggi più alti si trovano in Europa, in linea con la tendenza dell’anno precedente. La Danimarca occupa il 1° posto nel DQL per il secondo anno di fila ed è subito seguita dalla Corea del Sud. La Finlandia è al 3° posto mentre Israele e gli Stati Uniti completano la top five delle 110 nazioni valutate. Le ultime 5 posizioni sono occupate rispettivamente da Etiopia, Cambogia, Camerun, Guatemala e Angola.

A livello regionale, gli Usa spiccano come paese che vanta la qualità di vita digitale superiore nelle Americhe, mentre la Corea del Sud occupa la prima posizione in Asia. Per quanto riguarda i paesi del continente africano, gli abitanti del Sud Africa vantano la qualità di vita digitale più elevata mentre l’Australia primeggia in Oceania, superando la Nuova Zelanda in molte aree digitali.

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Ed ecco alcuni dati significativi del report:

  • La banda larga quest’anno è diventata più cara in tutto il mondo. Confrontando i paesi sia del DQL20 che del DQL21, emerge che le persone devono lavorare l’11% in più (25 minuti in più) per permettersi internet a banda larga nel 2021. Ad ogni modo, le persone devono lavorare il 29% in meno (28 minuti in meno) per permettersi internet per dispositivi mobili quest’anno.
  • Il peggior accesso a internet al mondo è il meno abbordabile. Le persone in alcuni paesi, come la Nigeria, la Costa d’Avorio e il Mali, hanno bisogno di circa una settimana di lavoro per permettersi internet.
  • Investire nell’infrastruttura informatica e nell’amministrazione digitale è ciò che contribuisce maggiormente al benessere digitale delle persone.

Da evidenziare che la ricerca DQL del 2021 ha esaminato una popolazione totale di oltre 6,9 miliardi di persone in base a cinque pilastri fondamentali e 14 indicatori di base che forniscono una valutazione esaustiva. Lo studio si basa su informazioni open-source fornite dalle Nazioni Unite, dalla Banca Mondiale, dalla Freedom House, dall’Unione Internazionale delle Comunicazioni e da altre fonti.

Franz Russo
Franz Russo
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
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