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L′imbarazzante tira e molla di WhatsApp sulla privacy

WhatsApp ritorna ancora una volta sui suoi passi dall’inizio dell’anno, a proposito dell’aggiornamento delle regole sulla privacy. Nessuna limitazione per chi non lo accetterà, l’esatto contrario di quanto affermato pochi giorni fa. Una gestione della vicenda imbarazzante.

Il tira e molla di WhatsApp va avanti ormai da mesi ed è diventato ormai imbarazzante. Certo, forse imbarazzante può essere fuori luogo, ma è l’unico aggettivo che viene in mente dopo aver visto come la piattaforma di messaggistica, di proprietà di Facebook, ha gestito il delicato momento dell’aggiornamento delle regole sulla privacy.

Imbarazzante perché quello che viene fuori in questi ultimi due giorni è l’esatto contrario di quello che era stato scritto, sempre da WhatsApp, appena due settimane fa, sempre sulla stessa pagina di supporto.

Come sapete bene, lo avete letto anche negli articoli che abbiamo riservato alla vicenda, WhatsApp all’inizio di quest’anno ha modificato i termini d’uso e le regole sulla privacy. Il tema centrale era la richiesta di aggiornamento unilaterale verso gli utenti, una sorta di prendere o lasciare. Tutto questo sarebbe dovuto accadere il 15 maggio di quest’anno. Il termine iniziale era l’8 febbraio.

WhatsApp tira molla imbarazzante privacy franzrusso.it

Nel corso dei mesi WhatsApp ha dovuto cambiare più volte atteggiamento per via delle polemiche che scaturivano da ogni tentativo di spiegazione riguardo la vicenda. Ricordiamo il tema centrale, ossia il passaggio dei dati degli utenti a Facebook, quindi verso le aziende che investono sula piattaforma, che coinvolge di più i paesi extra europei (grazie al nostro GDPR e alle direttive europee in materia) e al modo in cui questo aggiornamento è stato proposto. Appunto, in modo unilaterale, senza possibilità di scelta per l’utente.

Solo due settimane fa, a ridosso della data del 15 maggio, WhatsApp aveva specificato nella pagina di supporto che gli utenti che non avessero accettato le modifiche avrebbero via via perso funzionalità nell’usare l’app di messaggistica. Limitazioni ben specifiche, che abbiamo riportato qui sul nostro blog, che avrebbero finito per rendere inutile l’app.

Ebbene, due giorni fa WhatsApp ha di nuovo cambiato idea e, in un comunicato, ha scritto:

“Date le recenti discussioni con varie autorità ed esperti di privacy, vogliamo chiarire che attualmente non abbiamo intenzione di limitare la funzionalità di  WhatsApp per coloro che non hanno ancora accettato l’aggiornamento. Invece, continueremo a ricordare l’aggiornamento agli utenti di tanto in tanto”.

Quindi, nessuna limitazione per nessuno. Un vero pasticcio, l’esatto contrario di quanto scritto in precedenza.

Nella pagina di supporto adesso si legge che “la maggior parte degli utenti ha accettato l’aggiornamento“.

A tutto questo bisogna aggiungere che l’India qualche giorno fa aveva chiesto a WhatsApp di ritirare l’aggiornamento, in quanto in violazione con le leggi del paese. La risposta di Facebook alle autorità indiane è stata quella di garantire che nessuno avrebbe perso funzionalità nell’usare l’app.

WhatsApp, tra conseguenze per gli utenti e la crescita delle app concorrenti

E anche la Germania, nonostante il GDPR, si era mossa in maniera perentoria con l’autorità della privacy locale che aveva ordinato a Facebook, qualche giorno prima del 15 maggio, il divieto di trattare i dati degli utenti tedeschi proprio in relazione all’aggiornamento di WhatsApp.

Anche il Garante italiano si era espresso sulla vicenda, sostenendo che quell’aggiornamento avrebbe finito per “confondere” gli utenti”.

Insomma, è molto probabile che WhatsApp si sia trovata costretta a rivedere la sua strategia pasticciata anche in relazione alle proteste di tante autorità dei paesi in cui l’app è usata. Sintomo che la vicenda della privacy degli utenti è stata trattata con estrema leggerezza e senza la dovuta cautela. Un atteggiamento sorprendente da parte di Facebook che sa bene quanto sia rilevante il tema privacy e quante contestazioni le sono state mosse nel corso di questi anni. Basterebbe solo citare il caso Cambridge Analytica e tutto quello che ne è conseguito. Ecco perché riteniamo che tutta questa vicenda sia stata trattata in modo imbarazzante.

Per non parlare del grande dibattitto su come questa vicenda abbia finito per far crescere app come Telegram e Signal.

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Franz Russo Blogger, Digital Strategist
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
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