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Il valore della libertà di parola e i social media nel 2024

La libertà di parola è sempre più al centro del dibattito in rete e sui social media. Il caso che riguarda Don Lemon e Elon Musk è solo uno dei tanti esempi che rappresenta questo grande tema. Noi tutti dobbiamo impegnarci per un dialogo sempre costruttivo e rispettoso.

Viviamo un momento storico in cui la libertà di parola è sempre più al centro di qualsiasi dibattito. Specialmente sui social media.

Questo perché negli ultimi anni, in particolar modo negli ultimi due, ci siamo accorti che questi strumenti, i social media, possono essere strumenti di grande valore. Ma anche strumenti che, se adoperati nel modo sbagliato, possono ledere principi basilari. Come appunto la libertà di parola.

Libertà di parola e social media oggi

Con l’avvento del digitale e dei social media questo concetto si è ampliato. Siamo entrati in un territorio in cui le linee tra espressione personale, disinformazione, discorso d’odio e censura diventano nebulose.

Il grande tema che abbiamo scoperto tutti con Internet è dove finisce la libertà di parola e dove inizia la censura.

Come spesso ricordato, per libertà di parola non si intende, in maniera sintetica, libertà di poter dire qualsiasi cosa impunemente. Tutt’altro. La libertà di parola consente a chiunque di esprimersi liberamente nel rispetto delle norme vigenti. E questo vale anche sui social media e su Internet in generale.

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Di libertà di parola poi ne parla continuamente Elon Musk, ormai proprietario della piattaforma X, che prima era Twitter. Per Musk questo principio è basilare. Solo che lo interpreta nella sua accezione più estesa, ossia senza limiti. E spesso con una forte interpretazione personale. Vale a dire: “puoi esprimerti liberamente, ma solo se piace a me”.

Musk e la libertà di parola

Questa considerazione non è campata in aria. Elon Musk ha un evidente problema con la libertà di parola. Appena insediatosi in quella che prima era Twitter si è adoperato molto a ripristinare account che erano stati banditi per contenuti d’odio. Un esempio su tutti Donald Trump o ancora il ripristino dell’account di Alex Jones.

Musk sa benissimo che non sarà mai un paladino e strenue difensore della libertà di parola in senso esteso e nobile. Non lo sarà mai perché è a capo di una società privata e, questa condizione, lo porta a discernere in modo differente cosa è lecito condividere sulla sua piattaforma e cosa non lo è.

Musk, come proprietario di X, ha il potere di decidere chi può e chi non può avere una voce sulla piattaforma. Questo evidenzia il crescente potere dei giganti dei social media e la necessità di una maggiore regolamentazione.

Perché mi soffermo sul valore della libertà di parola e i social media?

Il caso Don Lemon – Elon Musk

Perché nei giorni scorsi è avvenuto un ennesimo esempio di ciò che si intende per potere dei giganti di queste piattaforme nel momento in cui decidono cosa può andar bene e cosa non deve andare bene.

Il caso eclatante riguarda, ancora una volta, Elon Musk e l’ex giornalista della CNN, Don Lemon.

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Sulla sinistra Don Lemon | sulla destra Elon Musk

Come sapete, X sta cercando di posizionarsi anche come piattaforma video. E quindi sta estendendo ancora una volta la modalità di creazione di contenuti. Per alimentare nuovi video, ha pensato bene di coinvolgere giornalisti, intrattenitori, influencer a tenere i propri show sulla piattaforma.

Uno dei primi show avviati su X è stato quello di Tucker Carlson, ex giornalista di Fox News, apertamente di destra. Per chi non lo conoscesse, lo avrete sicuramente sentito nominare di recente per la sua intervista a Vladimir Putin al Cremlino.

E qualche mese fa Elon Musk, per cercare di equilibrare gli show, aveva invitato anche Don Lemon.

Lo show di Lemon, “Don Lemon Show”, avrebbe dovuto prendere il via in questi giorni, proprio con un’intervista a Elon Musk. Avrebbe, perché proprio Elon Musk ha deciso che lo show non sarebbe stato più ospitato da X, così come era stato concepito inizialmente.

E perché questa decisione? Semplice, Elon Musk annulla la messa in onda dello show perché non gli è piaciuta l’intervista.

Censura o libertà di parola?

L’intervista verteva su diversi temi di attualità e riguardava anche alcune considerazioni che Musk aveva condiviso sulla sua piattaforma.

Lemon ha chiesto a Musk di commentare un tweet in cui definiva il capo dell’intelligence artificiale di Google, Blaise Agüera y Arcas, un “pazzo”.

 

La risposta di Musk è stata stizzita: ha accusato Lemon di essere “un giornalista di parte” e di avergli rivolto domande “a senso unico”. Di lì a poco, ha annunciato la cancellazione della sua partecipazione al programma, previsto per il giorno successivo.

“Mancava di autenticità”, ha aggiunto Musk. Sostenendo anche come Lemon rivolgesse le domande suggeritegli da Jeff Zucker, ex presidente della CNN. Questa considerazione è figlia del fatto che Musk considera la CNN “un media allo sbando”.

L’equilibro e la libertà di parola

Insomma, un brutto episodio che ci riporta a quello che sostenevo all’inizio. Ossia al fatto che Musk considera la libertà di espressione solo quando gli fa comodo. Più o meno è così.

Questa vicenda ci mostra come i social media esercitano un ruolo fondamentale nell’esercizio della libertà di parola.

La vicenda in questione ci pone di fronte a domande come queste:

    • Qual è il ruolo delle piattaforme social nel moderare i contenuti?
    • Come bilanciare libertà di parola e protezione da contenuti dannosi?
    • Come evitare che i social media dividano e polarizzino la società?

La vicenda Lemon-Musk ci invita a riflettere su queste domande e a trovare soluzioni che tutelino la libertà di parola e favoriscano un dialogo costruttivo e rispettoso.

Interventi sulla libertà di parola e conseguenze

Ma oltre alle domande da porci, ci sono anche alcuni elementi da considerare. Questa vicenda in effetti ha:

    • danneggiato ulteriormente la reputazione di X, accusata di non tollerare il dissenso.
    • rafforzato la posizione di Musk come figura controversa e polarizzante.
    • contribuito ad accendere un nuovo dibattito pubblico sulla libertà di parola e sul ruolo dei social media nella società.

Le conseguenze a lungo termine sono ancora incerte.

Ma è evidente che la vicenda ha avuto, e avrà, un impatto considerevole sui social media e continuerà a far discutere.

Teniamo anche in considerazione il fatto che questi luoghi non sono agorà pubbliche. Mi viene in mente, proprio adesso che lo scrivo, che a parlare di “agorà” fu addirittura un ex CEO di Twitter, Dick Costolo.

Le piattaforme social sono proprietà privata e stabiliscono le proprie regole e come moderare i contenuti.

Libertà di parola e controllo degli strumenti digitali

Il tema della libertà di parola non è solo una questione di diritti individuali. È una questione anche di potere e controllo sui canali di comunicazione digitali.

Inoltre, pone in risalto l’importanza della trasparenza e dell’equità da parte delle piattaforme che gestiscono questi strumenti.

È di fondamentale importanza essere consapevoli dei propri pregiudizi e di come influenzano le nostre opinioni online.

Tutti noi dobbiamo impegnarci a coltivare un dialogo costruttivo e rispettoso online, anche con persone che hanno opinioni diverse dalle nostre.

La libertà di parola sui social media è un diritto prezioso che va difeso. È importante esercitarlo con Responsabilità e Consapevolezza, tenendo conto dei diritti e degli interessi degli altri.

Solo così possiamo creare un ambiente online sicuro, inclusivo e democratico, dove tutti possono esprimersi liberamente e senza timore.

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Franz Russo Blogger, Digital Strategist
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
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