La notizia è stata diffusa in seguito alla pubblicazione della sentenza del Tribunale di Milano che ha dichiarato, in primo grado, Facebook responsabile di violazione del diritto d’autore e concorrenza sleale nei confronti della software house Business Competence. L’azienda di Zuckerberg avrebbe copiato un’app italiana per realizzare Nearby.
Quello che forse potrebbe sembrare incredibile a molto in realtà è successo davvero, e per il momento la notizia è questa. Facebook, l’azienda fondata da Mark Zuckerberg, è stata condannata in primo grado dalla Sezione Specializzata in materia di Impresa del Tribunale di Milano in quanto responsabile, con sentenza n. 9549 del 1° Agosto 2016, di concorrenza sleale nei confronti dell’azienda italiana Business Competence S.r.l. e per violazioni del diritto di autore sulla banca dati rappresentata dall’applicazione “Fararound” della stessa azienda milanese. Il Tribunale di Milano ha inibito alle tre società del gruppo Facebook, Facebook S.r.l., Facebook Inc. e Facebook Ireland LTD, ogni ulteriore utilizzo dell’applicazione di Facebook denominata “Nearby” per il territorio italiano.
Nearby, l’app che permette di sapere la posizione di vostri amici nelle vicinanze, direttamente dal social network, è un’app che è disponibile nel nostro paese dal 2015, implementata dalla startup italiana Glancee, fondata da Andrea Vaccari, che Facebook ha acquisito a maggio del 2012.
E’ la prima volta che Facebook viene condannata per una violazione del genere e ovviamente bisognerà vedere quale sarà la mossa che faranno adesso da Menlo Park. Intanto, c’è da dire che Facebook ha già impugnato la sentenza davanti alla Corte d’Appello di Milano, solo che la Corte ha, con provvedimento del 28 Dicembre 2016, rigettato l’istanza di Facebook di sospensione della “provvisoria esecutività della sentenza impugnata”. La vicenda quindi andrà avanti.
Per rendere la situazione più chiara, anche per capire come mai si sia arrivati a tanto, va rilevato che proprio nel 2012 Business Competence aveva proposto a Facebook la sua app “Fararound”, ma da quel momento non aveva ricevuto nessun feedback. Fino a quando, pochi mesi dopo, Facebook rende pubblica Nearby, che fa praticamente le stesse cose. Da lì scatta tutto l’iter giudiziario.
Insomma, vedremo quali saranno gli sviluppi.