I dati di CrowdTangle, di proprietà di Facebook, ci dicono che nell’ultimo mese Instagram dimostra di essere una piattaforma più “liberal”, mentre Facebook è più conservatrice.
Instagram è più “liberal” e Facebook è più conservatrice.
Si potrebbe sintetizzare così la serie di dati che emerge dalla piattaforma CrowdTangle, di proprietà di Facebook, che analizza come la politica viene discussa dagli utenti sulle piattaforme di Menlo Park. E il quadro che emerge è molto interessante e ci conferma, se ce ne fosse ancora bisogno, che Facebook è sempre più snobbato dai più giovani, mentre Instagram mantiene una sua fisionomia più giovane. Quando si diceva un paio di anni fa (o forse più) che i giovani stavano abbandonando Facebook per passare su Instagram, anche per sfuggire dai propri genitori che nel frattempo scoprivano e usavano la piattaforma, era vero e questi dati lo confermano (ancora una volta).
Le elezioni presidenziali Usa sono da sempre un fatto politico utile per analizzare il fenomeno anche da punto di vista sociale, e questo è ancor più vero nell’era dei social media. I dati, infatti, ci permettono di vedere aspetti ancora più interessanti, anche quando questi ci sembrano ovvi (o quasi), come in questo caso.
La politica ormai usa le piattaforme social per arrivare ad un elettorato sempre più vasto, con la speranza di riuscire a coinvolgere. Ebbene, questi dati ci dicono che i top account, che guardano ai valori “liberal”, ottengono un livello di coinvolgimento più alto su Instagram che su Facebook.
I dati di CrowdTangle ci dicono che nell’ultimo mese i 50 account account più coinvolgenti che hanno postato contenuti a sostegno di “Black Lives Matter” hanno generato un coinvolgimento del 36% più alto su Instagram rispetto a Facebook. Un dato che diventa di 3 volte più alto a proposito del “climate change“. Invece, contenuti che facevano riferimento a “Make America Great Again” (MAGA, il claim di Donald Trump), hanno ottenuto più del doppio delle interazioni su Facebook che su Instagram, sempre negli ultimi 30 giorni.
Questo è sufficiente a definire Instagram una piattaforma più “liberal” e Facebook una piattaforma più conservatrice. E se è vero che Instagram ha un pubblico più giovane, non è sbagliato dire che i giovani americani guardano a valori più vicini al Partito Democratico, mentre il pubblico di Facebook ha più sintonìa con i valori del Partito Repubblicano.
Piccola precisazione sulla parola “liberal“. Il Partito Democratico, tra l’altro il partito politico più antico del mondo (fondato nel 1828), viene definito appunto liberale, ma questa accezione non va interpretata all’europea, cioè di area di centro-destra. Per “liberal” negli Usa si intende area di centro-sinistra, o comunque che ha valori simili a quelli della social-democrazia europea.
Inoltre, sempre dai dati di CrowdTangle, Instagram mostra di essere più attenta al “senso civico“, infatti i contenuti che hanno a tema “resgister to vote” ottengono interazioni ben 14 volte più alte di quelle ottenute su Facebook, sempre nelle ultime quattro settimane.
In relazione a tutto questo, c’è da fare anche un’altra considerazione che ci aiuta a comprendere meglio le due piattaforme di casa Menlo Park. I dati ci dicono anche che quattro dei cinque account più coinvolgenti su Facebook nell’ultimo mese sono quelli di Trump, Fox News, Breitbart e Ben Shapiro, giornalista da oltre 6 milioni di like sulla sua pagina. Invece gli account più coinvolgenti su Instagram sono quelli che appartengono al mondo dello sport, intrattenimento, per lo più, e hanno una certa affinità con la sfera politica americana più “liberal”, quindi democratica.
Tanto per citare quache esempio, così come li riporta anche Axios, The Shade Room, oltre 21 milioni di follower, che condivide messaggi anti Trump in un mese ha generato 276 milioni di interazioni, ossia un numero 4 volte più alto di quanto generato da Fox News su Facebook. Ancora, Feminist, quasi 6 milioni di follower, ha realizzato il 46% di interazioni in più rispetto a Fox News su Facebook.
Ora, al netto di tutto questo, c’è da precisare che i dati di CrowdTangle tengono conto degli account pubblici e non degli account privati, quindi diciamo che viene fuori uno spaccato rilevante, ma comunque parziale. Anche perché poi è proprio lì che si gioca la partita. E poi, va anche precisato che su Instagram la maggior parte del coinvolgimento è generato attraverso gli hashtag, sono quelli che poi attraggono maggiormente l’attenzione degli utenti. Invece su Facebook sono le notizie di attualità e cronaca, “hard news”, quelle che attirano l’attenzione del pubblico.
E che Instagram sia una piattaforma dove i giovani si informano a proposito delle elezioni presidenziali Usa del prossimo 3 novembre, ce lo confermano anche i dati di Politico. Infatti il 53% della “generazione Z” usa Instagram per informarsi. Il 59%, il dato più alto, si informa attraverso YouTube; il 43% dei giovanissimi si tiene informato attraverso Facebook. Non c’è da sorprendersi se all’ultimo posto di questa classifica ci siano i giornali.
Per tirare le fila da quanto raccontato finora, questi dati ci aiutano a comprendere l’orientamento politico delle piattaforme, ci aiutano a comprendere come i giovani sono sempre più “impegnati” su Instagram e sempre meno su Facebook, anche per quel che riguarda i contenuti politici. Ovvio, questi dati non ci dicono chi la spunterà tra Trump e Biden e come voterà l’elettorato americano più giovane, ma senz’altro ci danno degli spunti molto interessanti.
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