OpenAI sta pensando ad un proprio social media. Tra rivalità con Elon Musk e bisogno di dati, ecco perché potrebbe cambiare il panorama delle piattaforme digitali.
Se davvero OpenAI realizzasse la sua piattaforma digitale, come si racconta in queste ore, allora sì che sarebbe uno stravolgimento delle piattaforme digitali, in particolare del panorama dei social media per come lo conosciamo oggi.
L’dea di OpenAI di un suo social media
Il primo a darne notizia è stato The Verge[1] che ha lanciato un suo articolo con una notizia importante: OpenAI, la società guidata da Sam Altman che ha creato ChatGPT, starebbe pensando a una piattaforma digitale in stile X.
La piattaforma – guarda caso – è proprio quella di Elon Musk[2]. E fra poco spiego cosa intendo per “guarda caso”.
Perché un social media proprio adesso?
Perché OpenAI starebbe pensando a una mossa del genere? E soprattutto: quale sarebbe la finalità per un’azienda di intelligenza artificiale?
Prima di rispondere a queste domande, riavvolgiamo un attimo il nastro e torniamo indietro di qualche anno.

Un po’ di storia: dal 2015 a oggi
Siamo nel 2015, anno in cui nasce OpenAI come associazione senza scopo di lucro, con l’obiettivo di rendere l’intelligenza artificiale[3] accessibile e utile a beneficio dell’umanità.
Tra i fondatori, c’era anche Elon Musk. Le cose vanno bene fino al 2018, quando Musk, stanco della leadership di Altman – secondo le informazioni che abbiamo – decide di uscire dal progetto. Se ne va, sbattendo la porta.
Poi conosciamo tutti l’evoluzione: Musk acquista Twitter nell’ottobre 2022, e nel frattempo i rapporti con OpenAI si fanno sempre più tesi.
Le tensioni con Musk e la nascita di Grok
Gli screzi tra i due non si sono mai sopiti. Anzi, si sono accentuati con la crescita di ChatGPT e con la trasformazione di OpenAI in azienda a scopo di lucro, una svolta non da poco. In parallelo, Elon Musk sviluppa xAI e poi Grok, il chatbot integrato su X.
Le tensioni si aggravano fino ad arrivare a cause legali. Proprio recentemente, OpenAI ha denunciato Musk, e la battaglia giudiziaria è in corso.
L’offerta di Musk e la risposta di Altman
A febbraio di quest’anno, Elon Musk ha provato a rilanciare. Ha offerto 97 miliardi di dollari per acquisire OpenAI. Una mossa per riportarla alle origini, secondo lui.
Altman ha risposto via X: “No, grazie. Semmai compreremo noi X per 9,7 miliardi”. Una battuta, forse, ma alla luce di ciò che sappiamo oggi, potrebbe nascondere molto di più.
Anche Meta spinge sull’AI, e OpenAI risponde
Quando Meta ha lanciato il suo Meta AI, Altman ha commentato: forse è arrivato il momento che anche OpenAI abbracci i social media. Tutti segnali che portano nella stessa direzione.
OpenAI contro X?
E adesso arriva questa notizia. Appunto, OpenAI potrebbe entrare direttamente nel mercato delle piattaforme digitali, in concorrenza diretta con X.
Perché proprio ora?
Primo: per la rivalità ormai conclamata con Elon Musk. Secondo: perché X sta consolidando la sua posizione e OpenAI potrebbe inserirsi proprio in questo contesto.
I dati, il vero obiettivo di OpenAI
Ma la motivazione più importante è un’altra. ChatGPT ha bisogno di dati. Ha bisogno di dataset sempre più grandi per migliorare. E qual è il modo più diretto per reperire dati, anche in tempo reale? Una piattaforma sociale, come appunto X.
Come fa Meta AI, che si nutre di dati pubblici degli utenti, nonostante l’opposizione. Come fa Grok, che accede a dati condivisi su X. OpenAI potrebbe fare lo stesso, se avesse una propria piattaforma.
Un esempio concreto: Studio Ghibli e action figures
Basti pensare al recente trend delle immagini generate in stile Studio Ghibli o alle action figures AI: se questi contenuti venissero condivisi su una piattaforma OpenAI, che tipo di dati ne emergerebbero?
Dati preziosi per addestrare i modelli, che diventerebbero sempre più efficaci, più evoluti. L’intelligenza artificiale si nutrirebbe di questi contenuti.
Pe un social media servono infrastrutture
Chiaramente, entrare nel mercato delle piattaforme digitali non è un gioco. Servono server, infrastrutture, investimenti. OpenAI è già attrezzata, ma dovrà fare di più.
E soprattutto dovrà progettare una piattaforma con un livello di engagement molto elevato, se vuole distinguersi in un mercato ormai segnato dall’“algoritmo del proprietario”.
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E se OpenAI ci riuscisse?
Non mi sorprenderebbe se OpenAI riuscisse davvero nel suo intento: realizzare una piattaforma digitale che alimenti il suo modello ChatGPT, che attiri utenti, ma che allo stesso tempo sia guidata da logiche di controllo algoritmico.
Non sarebbe nulla di nuovo, anzi: sarebbe perfettamente in linea con quello che stiamo già osservando in molte piattaforme.
Altman ci sta pensando, ma non c’è nulla di ufficiale
L’idea c’è, l’intento pure. Ma non ci sono ancora notizie ufficiali. Sam Altman sta raccogliendo feedback all’interno dell’azienda per capire se il progetto è davvero fattibile.
Non è solo una questione finanziaria: si tratta di comprendere come posizionarsi in un contesto dove X, Meta e altre stanno già giocando le loro carte.
Una sfida che cambierebbe tutto
Una mossa del genere farebbe saltare i nervi a Elon Musk, e sarebbe uno scenario che varrebbe la pena osservare da vicino. Perché cambierebbe davvero tutto.
Continuerò a raccontarvi ciò che succede. Se volete condividere pensieri e opinioni, lo spazio per farlo è aperto. E ci aggiorniamo alla prossima.
Riferimenti e fonti
Diamo valore ai contenuti veritieri. Durante la ricerca per scrivere questo contenuto sono state consultate 3 fonti.
- (n.d.). OpenAI is building a social network | The Verge. Retrieved from https://www.theverge.com/openai/648130/openai-social-network-x-competitor
- (n.d.). InTime Blog | Digital e Social Media | Franz Russo. Retrieved from https://www.franzrusso.it/
- (n.d.). Intelligenza Artificiale - InTime Blog | Digital e Social Media. Retrieved from https://www.franzrusso.it/category/intelligenza-artificiale/